Prof. Ezio Isernia
Serata magica quella che domenica 19 novembre ha visto la partecipazione di oltre duecento persone nella bella cornice dell’ Auditorium dell’I. C. “Antonazzo” di Tiggiano per parlare di musica, inclusione, disabilità, e assistere alla “prima assoluta” della “Banda Multietnica del Sud Salento”. In un auditorium gremitissimo si è infatti esibita per la prima volta la Banda composta da 45 elementi costituita grazie al progetto “Artistica Inclusione”.
Per capire di cosa stiamo parlando occorre ricordare che “Artistica Inclusione” è un progetto cofinanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del bando “Puglia Capitale Sociale 3.0” finalizzato a sostenere lo svolgimento di attività di interesse generale e di inclusione sociale. Il progetto in questione è rivolto a disabili, migranti, donne emarginate e a cittadini di ogni età dai sei anni in su, grazie ad esso la musica funge da collante culturale e sociale per eliminare ogni tipo di barriera, preconcetto e stereotipo.
Oltre all’ente capofila e promotore, Associazione di Alta Cultura Musicale “W.A. Mozart” - APS, hanno partecipato al progetto, come partner pubblici, il Comune di Tiggiano, l’I. C. «Via Apulia» di Tricase, l’I. C. «De Blasi» di Gagliano del Capo e come partner privati il Consorzio «Sale della Terra» e ASCLA – Ente di Formazione Professionale. Ad essi si sono aggiunti in itinere e con grande entusiasmo l’ I.C. “Antonazzo” di Corsano/Tiggiano e l’I.C. Alessano/Specchia.
Il progetto finanzia una serie di laboratori musicali che, curati dal M° Paolo Accogli, con cadenza settimanale si svolgono presso il Municipio di Tiggiano, l’I. C. «Via Apulia» di Tricase e l’I. C. «De Blasi». I partecipanti, oltre ad essere supportati da insegnanti qualificati, svolgono percorsi di inclusione a socializzazione alla presenza di un tutor e di una pedagogista. “Artistica Inclusione” ha messo a disposizione degli aspiranti musicisti 32 strumenti che sono stati consegnati loro nel mese di marzo durante una bellissima cerimonia tenutasi nell’aula consiliare di Palazzo Serafini Sauli sede del Comune di Tiggiano.
Tornando a domenica sera, come abbiamo accennato, possiamo testimoniare la gioia e l’entusiasmo contagioso che i componenti della banda trasmettevano per essersi esibiti per la prima volta in pubblico, con grande commozione da parte di tutti i presenti.
Dopo i saluti del Sindaco di Tiggiano Dott. Giacomo Cazzato, da sempre impegnato per il servizio ai più deboli e alla promozione di attività di inclusione sociale, e del M° Giovanni Calabrese, da poco tornato da una tournè a New York, le attività musicali sono iniziate con le esecuzioni di alcuni alunni della Scuola di musica Mozart molto apprezzati dal pubblico che non ha mancato di sottolineare il suo entusiasmo attraverso ripetuti e scroscianti applausi.
A seguire si è esibita la Banda sotto la guida del M° Alessandro Maisto che ha letteralmente scatenato l’esaltazione del pubblico il quale in piedi ha chiesto ed ottenuto il bis.
Viene la pelle d’oca se si pensa che al primo incontro meno di un anno fa nessuno conosceva né il nome degli strumenti né il nome delle note.
Attraverso impegno, lavoro, dedizione e organizzazione, “Artistica Inclusione” ha piantato un seme fecondo e importante e possiamo, col sorriso, affermare che l’idea guida del progetto, ossia la banda musicale come esempio di inclusione, cultura, socializzazione, recupero di tradizioni, ha veramente trovato una magica e concreta realizzazione. I componenti che ne fanno parte, infatti, sono tutti uguali e nello stesso tempo fondamentali, avendo bisogno l’uno dell’altro. Ascoltando le testimonianze, inoltre, abbiamo registrato tanto entusiasmo, amore e passione per la musica e per questa meravigliosa esperienza, si sono create tante belle amicizie tra persone che prima non si conoscevano ed ora si ritrovano quotidianamente per studiare i pezzi da suonare poi tutti insieme.
Grazie ancora, dunque, ad “Artistica inclusione” e al M° Giovanni Calabrese che, subissato di richieste, è già al lavoro per dare continuità a questa meravigliosa ed esaltante esperienza anche dopo la fine del progetto. Le porte della BANDA MULTIETNICA DEL SUD SALENTO sono aperte a tutti ed abbiamo altri strumenti da affidare ad aspiranti musicisti o semplicemente a chi ha voglia di fare una bella esperienza e senza volerlo e senza saperlo sarà un seme di bene e di speranza per tutti. Vi aspettiamo!
Riceviamo e pubblichiamo
Tricase, 21 novembre 2023
C.A. Presidente del Consiglio Sig.ra Rosanna Zocco
E p.c. Sindaco di Tricase Sig. Antonio De Donno
Oggetto: richiesta di convocazione del Consiglio Comunale ai sensi dell'art. 44 comma 1 del Regolamento del Consiglio Comunale della Città di Tricase;
I sottoscritti Consiglieri Comunali
premesso che
- Tricase da alcuni mesi sta vivendo un intensificarsi di episodi di micro-criminalità, come mai registrato in passato;
- affrontare la problematica certamente non significa concorrere a “spettacolarizzare il fenomeno”, come inopportunamente dichiarato a mezzo stampa dal sig. Sindaco, ma unicamente affrontare nella sede preposta, ovvero l’Assise Comunale, le difficoltà che la città di Tricase sta subendo e, purtroppo, continua a subire;
- rientra per dovere, prima ancora che per diritto, nel nostro ruolo di Consiglieri Comunali, assicurare il massimo impegno affinché i cittadini continuino a vivere in un clima di totale sicurezza e serenità;
chiedono
la convocazione urgente di un Consiglio Comunale monotematico con il seguente Ordine del Giorno: Emergenza micro criminalità a Tricase. Valutazione del fenomeno: interventi e misure indirizzate alla risoluzione del problema.
La richiesta di convocazione, come Lei saprà per il ruolo che ricopre, rientra nelle prerogative dei Consiglieri Comunali, come previsto dall'art. 44, comma 1, del Regolamento del Consiglio Comunale della Città di Tricase.
Baglivo Antonio Luigi, Carità Giovanni, Ciardo Armando, Minonne Francesco, De Marco Pasquale, Elia Giacomo ,Errico Gianluca Leone. Zocco Carmine
Ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace,
in spirito di evangelica nonviolenza,
affinché il dialogo ed il confronto con ciò che è diverso da noi
diventi forza promotrice di fratellanza universale (Patto Associativo AGESCI).
«Disse Scibà il Serpente: “Prima che tu riprenda il tuo sentiero, Cocci, vorrei donarti qualcosa, in cambio di ciò che hai fatto per me. Ci ho pensato questa notte e mi sono ricordato di un’antica storia. Vuoi sentirla? […] È cominciata in una valle non lontana da qui, né troppo grande né troppo piccola, con un fiume in mezzo. Di qua e di là del fiume c’erano due verdi colline, ai piedi delle montagne. E su ciascuna delle colline una città fortificata, con alte mura e torri. Non c’era, invece, nessun ponte tra l’una e l’altra città, perché erano nemiche da tantissimi anni, tanto che ciascuna stava mettendo insieme un potente esercito per muovere guerra alla città avversaria» (C. Ruschi Del Punta e AA.VV., Sette punti neri, pp. 198-204).
Inizia in questo modo il racconto della Genziana, una storia che sì, narriamo alle nostre Coccinelle, ma parla anche a tutti noi adulti. È la storia di due popoli che abitano la stessa valle, afflitti dal flagello della guerra; è storia di tanti popoli della terra che, ancora oggi, sono stretti nella morsa dell’odio.
Nel racconto della genziana, alcuni pastori furono inviati nella valle per far desistere gli abitanti dal muoversi guerra, pena, una potente punizione; quegli uomini non si trattennero dalle proprie intenzioni e la punizione li raggiunse:
«quando cercavano di parlare, dalle loro gole invece delle parole, uscivano degli altri suoni incomprensibili. Insomma, le parole uscivano al contrario e capirsi era davvero un’impresa impossibile».
Anche nel nostro tempo non si riesce più a parlare e, pur tentandoci, quasi non ci si comprende più; quanti vivono questo dramma, non solo nelle grandi questioni tra gli Stati… pensateci: una valle e due popoli in conflitto. Sembra la descrizione della questione russo-ucraina o israelo-palestinese; in realtà, è il dramma di tanti popoli, comunità e famiglie nei quali non regnano la comunione e l’armonia, ma l’odio e l’incapacità di dialogo.
Nel nostro racconto, è una bambina, Anna, a trovare soluzione, disegnando un suono; Anna disegna la genziana che aveva portato alla Signora dei suoni, colei che avrebbe potuto rompere la punizione della valle. Al gesto dell’aprire le mani e donarle la genziana, Anna ricevette dalla Signora dei suoni una parola: «Grazie»; era ciò che le serviva per far tornare la pace e l’armonia nella sua valle. Tornando a casa, gridò a tutti «Grazie!», e a quel suono – finalmente – tutti tornarono a pronunciare le parole nel verso giusto e, soprattutto, tornarono a comprendersi.
Rinunciamo a parole ostili e divisive, ritorniamo anche a noi a seminare parole buone, come quel “grazie”, per far germogliare la gioia, la comunione, la pace, per far rinascere la speranza e dare futuro alle nuove generazioni.
«Ecco, Cocci – concluse Scibà – ti auguro che il tuo sentiero sia sempre seminato dei “grazie” che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare». AGESCI Gruppo Tricase 2
CURIOSE CURIOSITA’
Tutino di Tricase- Siamo nelle vicinanze della Chiesa di San Gaetano
Suscitano una qualche sorpresa le strisce pedonali che consentono l’attraversamento della strada per giungere…. Dove? In mancanza di marciapiede non sembra proprio che il pedone abbia una qualche utilità a recarsi dall’altro lato della strada. Per fare cosa, visto che non può camminare lungo una strada priva di marciapiede e di banchina laterale alla carreggiata?
di Emanuele Ruberto
La nostra città, sin dagli anni 20 del ‘900 e per circa un secolo, ha spesso rappresentato un terreno fertile per la nascita e lo sviluppo di importanti realtà sportive, divenute nel tempo fenomeni sociali espressione del contesto socio-culturale della comunità e delle sue mutazioni.
In ambito calcistico i primi palloni di cuoio che iniziarono a rotolare sulla terra battuta di Piazza Cappuccini risalgono infatti agli inizi degli anni ‘30 del secolo scorso, riscuotendo sin da súbito un grande séguito.
Da allora sono trascorsi i decenni, attraversato il secondo conflitto mondiale, il dopoguerra, il boom economico fino all’era digitale, ma una delle poche costanti della nostra comunità è proprio la squadra di calcio, i cui incontri raramente sono stati eventi confinati al terreno di gioco di Piazza Cappuccini o Via Matine prima e Via Olimpica poi, ma hanno avuto quasi sempre una grossa risonanza pervadendo strade, piazze, vicoli, case e divenendo uno dei principali motivi di aggregazione. Tale fenomeno sociale nel 1964 assunse la forma di Unione Sportiva (a rimarcare il carattere collettivo del progetto) la quale fu in grado di portare il nome di Tricase fino alla serie C2. Nel 2004 però, dopo 40 anni di storia, l’U.S. Tricase fallì.
Si cercò di ripartire subito dalla terza categoria, perché Tricase senza calcio non poteva e non doveva stare, e grazie agli ottimi risultati ottenuti si raggiunse nel più breve tempo possibile, nel 2008, il massimo campionato regionale. Anche in città si ricominciò a respirare ottimismo e sugli spalti si rivide partecipazione ed entusiasmo soprattutto in alcune partite di cartello, lasciando sperare in una reale rinascita anche in termini di identificazione popolare.
Purtroppo le speranze furono presto disattese. Da lì in poi iniziò il periodo buio più lungo che la Tricase calcistica abbia mai attraversato.A causa di cattive gestioni societarie ad opera sempre delle “solite” persone, da oltre un decennio non si vede un progetto che in previsione duri più di un anno. Troppo spesso la squadra è stata iscritta al campionato di competenza all’ultimo giorno utile o ha iniziato la preparazione una settimana prima dell’inizio della stagione, senza obiettivi ben definiti o talvolta, come anche lo scorso anno, con grandi proclami ad agosto divenuti miseri fallimenti già in ottobre.
Tutto questo ha provocato una diffusa e duratura disaffezione della comunità nei confronti della squadra, aggravata dalla totale mancanza di volontà da parte della Società di creare coinvolgimento, dimostrata dalla pessima, se non assente, comunicazione delle attività agli appassionati (in un’era in cui basta una connessione e un comodo click), preferendo la pubblicazione social di immagini glitterate e contenuti fuori luogo, oppure dall’ intenzione espressa di allontanare quella porzione di tifosi che negli anni ha cercato di dare un aiuto logistico o economico.
E mentre altre piccole realtà salentine godono da tempo di buona salute perché figlie di progetti lungimiranti e condivisi (Otranto da diversi anni in Eccellenza, Ugento da 4 anni in Eccellenza con posizionamenti di vertice, Novoli, Racale ecc.) oltre alle blasonate Casarano, Nardò, Maglie, Gallipoli che sono tornate ad alti livelli dopo aver attraversato periodi tristi, la Tricase calcistica continua ad essere impantanata nella mediocrità, presa in ostaggio e ridotta ad un mero passatempo domenicale privato, perdendo ogni briciolo di credibilità, potere aggregativo ed identificante. Vorrei essere smentito pubblicamente se così non fosse.
Ora la pazienza per i tifosi è davvero finita, con il cuore (rossoblù) in mano, liberate il Tricase Calcio!