A proposito dei semafori sulla “ Cosimina”
di Alfredo SANAPO
Quante volte ci è capitato di fare un disegno, di sbagliare più volte, di cancellare e rifarlo altrettante? Oppure correggere gli errori di un testo scritto con il famoso bianchetto? Il risultato, anche il più apprezzabile, presentava delle "cicatrici": gli aloni scuri sul foglio dell'album o gli "intonaci" sul tema.
Allo stesso modo una strada, pensata per fungere da tangenziale, quale la "Cosimina" per Tricase, e progettata da professionali (si spera) tecnici della Provincia, prima di essere realizzata, avrebbe dovuto essere "controllata" in fase progettuale per verificarne l'efficienza e l'utilità. Se le migliorie fossero state riportate sulla carta del progetto, magari l'effetto sarebbe stato solo un alone scuro. Ma siccome sono state fatte direttamente a opera finita, si sono compiuti alcuni pasticci difficilmente rimediabili.
Ne risulta una tangenziale - nella quale è prevedibile si possano raggiungere alte velocità - con vie di fuga brevissime se non inesistenti a livello degli svincoli, con poca illuminazione e, in alcuni tratti, con carreggiata stretta. Oppure goffamente si verifica che si possa contemplare di recarsi a Marina Serra in direzione Sud, ma non in direzione Nord, costringendo gli automobilisti a prendere lo svincolo successivo per Tricase Porto e poi la litoranea in direzione Sud: senza contare i pigri e gli amanti del mare che, in alternativa, si cimentano in manovre pirata che prevedono azzardate invasioni di corsia e brevi inversioni di marcia.
Le criticità in termini di praticità e sicurezza della "Cosimina" esistono da quando è stata aperta al traffico. E, mentre tutta Europa si regola a favorire a scapito dei semafori le rotonde, in virtù di un minore impatto ambientale e paesaggistico e sperimentalmente più sicure nelle strade extraurbane, la Provincia, tramite l'impegno del consigliere con delega ai Lavori Pubblici ing. Ippazio Morciano, qualche giorno fa ha pensato di dotare la tangenziale di due impianti semaforici da installare allo scopo di aumentare gli standard di sicurezza (Lecce Prima, 28/10/2024). Un impianto singolo è destinato a livello dell'intersezione con via Malpighi presso cui di recente ha trovato la morte una coppia di fidanzati: in questo caso, con tutto il rispetto per le vittime, credo che la scelta sia più dettata dall'onda emotiva che dall'effettivo buon senso che consiglierebbe una fattibile rotonda. L'altro impianto, doppio, riguarderà gli incroci con via Dalla Chiesa e via Salvo d'Acquisto per servire solo un campo di calcetto e un'autocarrozzeria.
Tuttavia, al sottoscritto risulta che, in passato, all'altezza del Cimitero (ironia della sorte!), vi era un semaforo tolto proprio perché causava numerosi sinistri. Forse questi semafori arriveranno incartati in pacco regalo con tanto di fiocco. Ed insieme a loro arriveremo altre spese. Una immediata relativa alla installazione degli stessi, una a medio termine legata al pagamento di bollette della luce e l'altra a lungo termine inerente la manutenzione: ma tanto paga Pantalone! Pertanto, non essendo sicuro del vantaggio dell'intervento, suggerirei all'Amministrazione Comunale di non scartare il regalo e di rispedirlo al mittente con tassa a carico del destinatario. E magari farci recapitare per Natale un paio di autovelox.
Un plauso particolare merita, questa settimana, l’iniziativa della associazione Clean Up di Tricase che domenica scorsa ha ripulito Tricase Porto dai rifiuti gettati sulla scogliera. “Un’onda travolgente di volontari -scrivono sulla pagina Facebook- che
dalla Rotonda, passando per la spiaggetta fino a Punta Cannone, hanno ripulito della spazzatura il nostro amato Porto”.
L’Associazione tricasina ha voluto ringraziare Udicon – Sede Provinciale di Lecce per averli invitati a collaborare a quella iniziativa.
E noi ringraziamo Clean Up per aver dato un contributo serio e fattivo alla pulizia della Marina, nella speranza che serva da lezione a chi, irresponsabilmente, la sporca.
di Alessandro DISTANTE
Torna la manifestazione “Vintage. Vicoli in festa”, una iniziativa presa dal Comune di Tricase per valorizzare la tradizionale festa salentina di San Martino.
La manifestazione è alla seconda edizione e viene realizzata con il supporto di un finanziamento (ad una parte della manifestazione) da parte del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale della regione Puglia.
Ottima l’iniziativa, anche perché serve a spalmare su un periodo autunnale, solitamente avaro di occasioni, richiami turistici al di là della congestione del periodo estivo.
Tricase, dopo le manifestazioni dell’estate, può trovare in questa manifestazione un punto di collegamento per giungere poi alle iniziative legate al periodo natalizio che vede nel Presepe vivente la principale fonte di attrattività turistica.
Un modo importante per allungare la stagione, perché è notorio che se la manifestazione attrae, porta a Tricase visitatori e turisti da fuori i quali, venendo a Tricase, non possono non fermarsi anche per mangiare o bere qualcosa e magari fare anche shopping.
Insomma un modo come un altro anche per dare una mano all’economia locale.
Il punto è che le manifestazioni acquistano rilevanza e forza di attrazione se vengono ripetute negli anni, magari migliorando in qualità grazie all’esperienza degli anni precedenti.
Il vizio di questa nostra Città è che molte iniziative sono durate lo spazio di un’amministrazione. Per tutte ed a titolo di esempio: per due anni siamo stati capaci di organizzare ed ospitare Tricase Comics, un’iniziativa che a Lucca attira, da anni, migliaia di visitatori da tutta Italia ed anche dall’estero. Chissà se Tricase Comics avrebbe potuto fare altrettanto.
Purtroppo finita l’Amministrazione Musarò che promosse ed organizzò le due edizioni, quella manifestazione venne abbandonata dalla successiva Amministrazione.
Accade poi che alcune manifestazioni non riescono a replicarsi per il venir meno del finanziamento pubblico. Anche in questo caso se, ad esempio, è la Regione a dare un contributo, niente di più facile che il cambio di un assessore possa determinare la fine del canale di finanziamento e con questo la fine della manifestazione.
Insomma le potenzialità ci sono tutte; sta poi alla Città crederci fino in fondo.
Se un’iniziativa è valida merita di essere portata avanti a prescindere da chi possa rivendicarne la paternità.
Ed allora ben venga “Vintage”, a condizione che non diventi una manifestazione che come un capo di abbigliamento vintage testimoni lo stile di un’epoca passata.
di Alessandro DISTANTE
Volendo leggere più in profondità quanto accaduto in queste ultime settimane per la vicenda della variante urbanistica necessaria per realizzare il nuovo accesso al Pronto Soccorso e la Piastra dell’Ospedale Panico vengono in evidenza alcune questioni latu sensu politiche.
A prendere posizione, decisamente a favore, è stata la CISL Funzione Pubblica Provincia di Lecce; in disparte la confusione di ruoli tra un sindacato e una questione urbanistica (e solo in secondo piano sanitaria e quindi occupazionale), rimane il fatto, indubbiamente positivo, che ci sia stato un pronunciamento nel merito.
La politica, quella strictu sensu, invece è silente.
Ed infatti, dopo commissioni e riunioni, quando sembrava tutto fatto, è venuto fuori un nulla di fatto e un rinvio (invero alquanto atipico) del Consiglio comunale che avrebbe dovuto decidere.
Il tutto è avvenuto senza che alcuno degli “attori” abbia preso posizione. Ad oggi non è dato sapere se i Consiglieri comunali sono a favore oppure contro. Le minoranze si nascondono dietro un dito, lamentandosi del metodo, e così parlano di incompletezza di informazioni e di vizi procedimentali senza esprimere un giudizio di merito sulla variante urbanistica. La maggioranza si nasconde dietro il dito delle minoranze e decide di rinviare in attesa di trovare il consenso anche delle minoranze!
Eppure il progetto è conosciuto o, comunque, è conoscibile, al punto che i cittadini lo hanno visto e valutato e quelli più coraggiosi hanno anche detto qualcosa; addirittura c’è chi ha proposto una soluzione alternativa.
Ed allora: è mai possibile che i Consiglieri -che hanno libero accesso a tutte le informazioni- non riescono a dire la loro sulla variante urbanistica? Insomma: sono favorevoli o contrari?
Il vero punto, questa volta culturale, va oltre le rappresentanze partitiche e le forze presenti in Consiglio; queste sono espressione della Città dove sembra perdurare la vecchia logica del “meglio non dire, meglio non esporsi”, perché -come dice qualcuno- “comunque te sciudicane, sia ca la dici bona, sia ca la dici fiacca”.
Del resto, quando alcune formazioni politiche ed alcuni Consiglieri (della minoranza) hanno, nel recente passato, provato ad animare il dibattito cittadino, come hanno fatto con un’assemblea pubblica sui lavori nel Centro storico, la risposta dei cittadini, più o meno direttamente interessati, è stata pari pressoché allo zero.
Ed allora la questione, di fondo, è ancora un’altra: non è per caso che il tutti zitti conviene a tutti?
Ma questa è politica? O, meglio, questa è cittadinanza?