Punto al Capo KIDS “Il teatro non ha età”
Dal 27 maggio al 5 agosto
quattro appuntamenti dedicati ai più piccoli - TRICASE
“Punto al Capo”, la rassegna teatrale diretta da ALIBI artisti liberi indipendenti, torna a Tricase per la quarta edizione, quest’anno è realizzata con il sostegno di Funder 35 l’impresa culturale che cresce e Fondazione con il Sud in partnership col Teatro Koreja di Lecce ed in collaborazione con Città di Tricase.
“Punto al Capo è un segno di ottimismo e di fiducia verso la nostra terra. Un punto e a capo, un capoverso, un nuovo rigo che ha bisogno di essere scritto – sostiene Gustavo D’Aversa, direttore artistico di Alibi - Nel 2013 Punto al Capo cominciava come una scommessa. Oggi, alla quarta edizione, quella scommessa sembra vinta grazie alle diverse compagnie ospitate, al Comune di Tricase e, soprattutto, grazie al pubblico. Anche noi siamo cresciuti e per questa edizione realizzata con la collaborazione del Teatro Koreja e di Funder35, abbiamo dedicato ai giovanissimi uno sguardo più ampio.”
“Il teatro non ha età”, è il sottotitolo della rassegna che attraverso la cultura, in collaborazione con Teatro Koreja, punta a valorizzare e rafforzare l’attrattiva turistica del patrimonio culturale e naturale ed alla formazione di diversi linguaggi teatrali di un pubblico più giovane e nuovo.
La magia del teatro entusiasma ed ammalia edè importanteconoscerlafin da piccoli, da quest’idea nasce Puntoal Capo KIDS, una mini rassegna dedicata ai ragazzi con quattro appuntamenti pensati e realizzati per i più piccoli e le loro famiglie.
Ouverture di pregio di Puntoal Capo KIDS sabato 27 maggio a Palazzo Gallone a Tricase con “Secondo Pinocchio” lo spettacolo della Compagnia Burambò diDaria Paoletta e Raffaele Scarimboli. Uno spettacolo di altissimo livello con personaggi di notevole e riconosciuta bravura Raffaele Scarimboli ha, infatti, ricevuto il premio “Eolo Award 2017” per la migliore interpretazione del “Topo” dello spettacolo “Ahia!”, a cui Scarimboli dà “una credibilità assolutamente perfetta, di incantevole resa”.
Nella scena Pinocchio, è un burattino così credibile e ricco di sfumature da sembrare vivo. Uno spettacolo raffinatissimo, tutto costruito sul doppio,il burattino si guarda da fuori, si commenta, racconta alcune parti della sua storia e ne porta in scena altre, un doppio di Pinocchio con cui parlerà in segreto come davanti allo specchio.
Il 24 giugno il secondo appuntamento con Giardini di Plastica, lo storico spettacolo di Koreja . L’8 luglio invece sarà di scena la “Storia d'amore e alberi” di Inti/Thalassia. Ultimo appuntamento il 5 agosto con Con-tatto di Fabrizio Campo.
SERGIO FRACASSO
InPeriferia Intendiamo dare massima importanza alla gestione delle periferie, per questo motivo assegneremo un Assessorato ad hoc che si occupi giornalmente di Lucugnano, Depressa, Tricase Porto e di Marina Serra. In generale si cercherà di aumentare i servizi al cittadino come lo sportello distaccato del Comune, l’ampliamento degli orari del bus cittadino e l’inserimento nel progetto di mobilità sostenibile con le piste ciclabili.
A DEPRESSA.
Attraverso i fondi disponibili per l’agricoltura, è nostra intenzione realizzare, presso le pajare di Tarichisia, uno spazio sociale per l’agricoltura con un centro permanente per la vendita di prodotti locali e un gruppo di acquisto popolare con uno sportello turistico specializzato in cammini e biciclettate e percorsi enogastronomici. Anche il campo sportivo dovrà essere riqualificato con la gestione da parte di associazioni sportive locali. Inoltre la vecchia scuola Primaria sarà adibita per lo svolgimento di Servizi Sociali.
Per LUCUGNANO ci impegneremo a ristabilire il decoro degli spazi comunali pubblici come il la scuola elementare e l’asilo, rivalutare le piazzette in via Giorgione ed in via Guacci/Zimbalo con adeguato arredo urbano.
Casa Comi, storicamente, e ancora di fatto, la culla della cultura salentina del ‘900, è bene comune dell’intera cittadinanza.
La nostra volontà, come espressa in questi anni, è quella di far in modo che la Provincia ritiri in maniera definitiva il bando in essere separando il destino della Casa Museo di Comi con il Circolo Cittadino di Lecce. In caso di assegnazione, il Comune si costituirà contro questa scelta ribadendo la volontà di acquisirne la proprietà o la gestione, in comune accordo con le realtà locali, salvaguardando in primis il patrimonio inestimabile che custodisce tra le sue mura. Certamente bisognerà trovare una modalità gestionale che sia anche sostenibile economicamente con il Comune che si prenderà l’onere della sua manutenzione. Si potrà realizzare una Scuola di Scrittura (capitale umano e narrazione d’impresa, cinema sceneggiatura regia e produzione, giornalismo e nuovi media, Crossmedia e Interactive Storytelling, racconto romanzo storytelling teatro) destinata all’apprendimento informale. Non si esclude la realizzazione di un caffè Letterario o una libreria al piano inferiore gestita da associazioni. Si troveranno delle modalità di partecipazione soprattutto con il coinvolgimento dei cittadini e del Comitato, che in questi anni hanno dato tanto per la salvaguardia di Palazzo Comi come Bene Comune, per trovare la soluzione più idonea.
FERNANDO DELL’ABATE
Stato attuale e possibilità di intervento a Lucugnano e Depressa.
Risposta
Il concetto di città delimitata da una cinta muraria secondo il quale c'è "un dentro ed un fuori porta" è ormai ampiamente superato. Viviamo nell'era dell' urbanizzazione diffusa dove persino i confini tra una città ed un'altra sono spesso labili se non inesistenti. Da qui la nuova dimensione di "città metropolitana: più municipi, più comuni che si identificano in un'unica grande realtà. In questo contesto parlare ancora di Lucugnano e Depressa ci sembra davvero riduttivo. Ci piace pensare a Tricase come ad un' unica realtà urbana che dal cuore della stessa (Piazza dei Cappuccini e Piazza Pisanelli), si irradia su tutto il territorio. Lucugnano e Depressa sono borghi di Tricase, SONO Tricase, è bisogna pensare ad essi, cosi come agli altri borghi (Tricase Porto, Marina Serra, nuclei abitativi sparsi) come ad un unicum legato dalle medesime aspirazioni. Andare a proporre una dislocazione di servizi in queste realtà non ci sembra opportuno, anche perché, per ovvie ragioni non solo economiche, andrebbero ad essere servizi di serie B. Occorre invece garantire un minimo di mobilità urbana che raccordi il centro alle varie periferie. Ed in merito abbiamo una proposta concreta e realizzabile: l'attuale servizio navetta svolto in Tricase centro dal gestore dei parcheggi a pagamento è sovradimensionato, quindi va razionalizzato con l'estensione dello stesso a Tricase zona Depressa e Tricase zona Lucugnano. Inoltre, in piena coerenza con quanto sinora affermato, alcuni contenitori pubblici delle predette aree urbane, oggi non più impiegati in sedi scolastiche, potranno e dovranno diventare sede di pubblici servizi di competenza comunale, e perché no anche sovracomunale. Pensiamo ad una nuova sede per la Tenenza della Guardia di Finanza, alla sede di alcuni istituti di scuole superiori, solo per fare alcuni esempi. E l'integrazione continua.......
CARLO CHIURI
Le frazioni di Lucugnano e Depressa si trovano, da anni, in un stato di totale abbandono, pertanto, i cittadini si sentono emarginati e dimenticati in una realtà priva di servizi, abbandonata a se stessa.
Dunque, vogliamo, prima di tutto, ricollocare il cittadino della frazione al centro della cosa pubblica, rendendolo partecipe dei processi decisionali.
Per Depressa, è ormai, improrogabile il completamento delle reti idrico fognarie e del convogliamento delle acque bianche. Depressa possiede diversi spazi urbani abbandonati (le scuole medie, il campo sportivo) da rivitalizzare come centro di vita sociale attraverso convenzioni con privati o associazioni e giungere a regalare ai bambini della comunità un parco giochi inclusivo.
Per aumentare l’attrattività del territorio, è necessario: un intervento di rigenerazione urbana del centro storico, con relativo completamento della pavimentazione ed eventuale valorizzazione dei monumenti presenti sul territorio; sistemazione di P.zza duca di Salve con pavimentazione, sistemazione del verde pubblico ed illuminazione del percorso di collegamento tra questa e P.zza Castello.
Al fine di dar vita al nucleo storico del paese, sarà necessario incentivare la realizzazione di piccole attività da insediare negli immobili in disuso del centro storico.
La stessa attenzione meritano le strade di campagna, che necessitano di urgenti interventi di riqualificazione, atti a migliorarne la fruizione e di un maggiore controllo nelle zone di scarico abusivo dei rifiuti soliti urbani.
Lucugnano necessita di una rotatoria sul rettilineo della SS275, con potenziale installazione di autovelox, interventi che non sono di competenza comunale, ma che ci impegneremo a portare avanti. Di estrema importanza è il completamento delle reti idrico fognarie e l’installazione di impianti di illuminazione pubblica nelle zone periferiche del paese.
Improrogabile è la ristrutturazione dell’edificio in disuso adiacente alla scuola, in via Pigno, abbandonato e con potenziale rischio di crollo, per farne un importante centro di vita sociale.
E’ necessaria una ristrutturazione del centro storico, seguita da una nuova regolarizzazione dei parcheggi in P.zza Comi, con la speranza che si possa ricreare un polo commerciale locale sempre più proficuo. Palazzo Comi vorremmo che venisse affidato ad associazioni o privati, capaci di accrescerne l’efficienza e garantirne la manutenzione per creare, in un futuro non molto lontano, un polo letterario che, attraverso la promozione del patrimonio artistico e culturale, possa rinvigorire l’attrattività del territorio e la domanda turistica.Per entrambe le Frazioni è necessario realizzare un servizio di trasporto urbano di collegamento centro/periferia.
FRANCESCA SODERO
Le problematiche delle frazioni non sono diverse, se non per qualche aspetto di dettaglio, da quelle della restante parte del Comune. Le più avvertite dai cittadini sono: diffusa mancanza delle opere di urbanizzazione primaria (acquedotto, fogna, gas); barriere architettoniche, zone e immobili in degrado e abbandonati (marciapiedi inaccessibili e pericolosi, pali e cavi elettrici e telefonici sospesi, centri storici abbandonati); lontananza dei servizi comunali; strade dissestate; verde pubblico assente e mal tenuto; assenza di pensiline per l'attesa degli autobus da parte degli studenti.
A Lucugnano, specifiche problematiche riguardano il traffico e i parcheggi in Piazza Comi. Saranno proposte soluzioni definitive per soddisfare le aspettative di residenti, visitatori e operatori commerciali: sistemazione dell'area retrostante il castello con zona di rispetto, area verde, parcheggio e stradina di accesso; chiusura al traffico a fasce orarie o, in alternativa, delimitazione di area pedonale; divieti di sosta sui lati della piazza ove si affacciano gli accessi alle abitazioni e controlli rigorosi; piccoli interventi a presidio degli accessi per disabili (segnaletica e controlli).
Per la risoluzione di queste emergenze è necessaria una seria programmazione degli interventi, alcuni dei quali potranno essere finanziati attraverso le risorse comunali, mediante le migliorie richieste nei bandi di appalto e col baratto amministrativo. Altri, come la riqualificazione dei centri storici e la valorizzazione turistica (ricettività diffusa, insediamento botteghe, valorizzazione dei beni culturali), attraverso l'intercettazione dei fondi regionali ed europei.
Abbiamo programmato un ripensamento degli sportelli comunali periferici, che serviranno soprattutto per l'accesso assistito ai servizi comunali on-line ed a quelli sociali rivolti alle fasce più deboli.
Interventi specifici riguarderanno l'installazione di casette dell'acqua, compostiere di comunità, impianti di fitodepurazione con annesse aree parco e l'efficace collegamento con Tricase centro.
La destinazione d'uso degli immobili comunali inutilizzati sarà definita nell'ambito di un piano organico coerente con la nostra visione di sviluppo e tendente ad animare il territorio delle frazioni.
Visitando il sito web www.tricase5stelle.it i cittadini potranno avere un quadro completo degli interventi programmati.
MARIA ASSUNTA PANICO
Depressa: Lo stato attuale e possibilità di intervento
Le frazioni decentrate di Tricase si propongono alle politiche pubbliche, alla regolazione del piano urbanistico come componenti attive di una città che si evolve in maniera integrata. A Depressa, in questi anni, si sono risolte situazioni di disagio e disservizi che si protraevano da tempo, sono state realizzate opere al cimitero comunale e riasfaltate le principali strade dell’area urbana. L’Amministrazione si è mossa per la valorizzazione dell’immobile comunale di Via Erriquez , ex scuola, per destinarlo a centro di prevenzione delle malattie neurodegenerative con annesso modulo diurno per trenta anziani, e un massimo di sessanta ospiti in regime di residenzialità. Per la realizzazione di tale intervento, si avvierà, a breve, l’avviso pubblico per la valutazione di candidature di soggetti specificamente dedicati alla erogazione dei servizi alla persona. Particolare attenzione si intende dare al recupero dei luoghi di identità storica. A Depressa una priorità è il restauro e la rifunzionalizzazione del complesso delle Pajare di via Brenta e dell’area circostante, le pajare potranno ospitare centri di aggregazione e ristoro e l’area potrà divenire un parco pubblico attrezzato anche con giochi per bambini con difficoltà motorie o sensoriali. Di recente, è stata firmata una convenzione con una associazione locale per la riqualificazione e gestione del campo sportivo da tempo inutilizzato.
Lucugnano: Lo stato attuale e possibilità di intervento
Le frazioni di Tricase, da aggregati devono trasformarsi in soggetti attivi per le scelte localizzative di nuove centralità. Lucugnano presenta potenzialità di trasformazione ed aggregazione, già iniziate con il completamente e il recupero di Piazza Comi. La riqualificazione dell’area continuerà con il recupero del terreno in prossimità della Piazza, che sarà collegato con Piazza Comi tramite un percorso pedonale e sarà destinato a verde attrezzato con area a parcheggio, liberando, così, dalle auto il centro cittadino. Vi sono altri due immobili comunali da riqualificare, quello dell’ex scuola materna, ancora allo stato rustico, può essere riconvertito, recuperato e restituito alla comunità e l’attuale edificio scolastico, su cui insistono spazi che potranno essere riqualificati e riconsegnati alla fruizione collettiva come centro di aggregazione per laboratori urbani e sede di associazioni. Per tutte le frazioni sarà implementato il trasporto pubblico verso il centro urbano di Tricase e le marine.
di Alfredo De Giuseppe È di moda la vulgata secondo cui le elezioni amministrative dei Comuni sono cosa ben diversa da quelle politiche nazionali. Questa semplice affermazione, non condita da nessun concetto logico, giustifica una serie di atteggiamenti e opportunismi davvero orridi. In effetti se i candidati sindaco devono rispondere su come risolvere il problema dei parcheggi o del traffico rispondono tutti allo stesso modo, così come se devono apparire sui manifesti sono tutti sorridenti.
Ma c’è spazio per capire il loro pensiero e quello di molti loro consiglieri sull’immigrazione, sulla legittima difesa, sull’eutanasia, sulle ONG oppure intorno a Le Pen, Assad, Trump e ancora su Putin? Probabilmente se dovessimo porgere delle domande di carattere etico e sociale, di rilevanza mondiale, ci sentiremmo rispondere che per gestire un paese come Tricase non è necessario esprimersi su queste questioni. Invece non è affatto così. O meglio fa molto comodo far finta che questo sia vero.
Fa comodo perché in questo modo, ad esempio, il PD di Dell’Abate, ex socialista, può imbarcare sulla sua stretta navicella elementi della destra, anche quella più qualunquista, e tentare così di vincere le elezioni (nel segno dei vari Brunetta, passati da Turati a Schifani). Ma vincere le elezioni diventando un PDL berlusconiano è lo stesso che vincere con un PD veltroniano? L’assenza di ideologie nella realtà si sta rivelando solo come l’assenza di un’ideologia illuminata e progressista, mentre le idee delle destre mondiali (frontiere chiuse, armi in ogni casa, espulsioni di massa, ricchezza concentrata in poche mani) sono ormai il pragmatismo quotidiano di tutti.
Il superamento delle categorie destra-sinistra è invece un semplice gioco semantico perché ciò che non si vuole più chiamare destra è nazionalismo, razzismo e populismo, sinistra è ancora solidarietà, eliminazione delle barriere fra i popoli, la ragionevolezza della scienza e del progresso con attenzione massima all’ecologia. Come può un giovane che voglia formarsi una sua idea districarsi fra i vari e confusi linguaggi della politica, specie se all’interno di una stessa lista convivono idee quasi contrapposte? Rendere note, con estrema consapevolezza, le proprie idee è propedeutico ad una politica corretta e coerente.
A me piacerebbe conoscere in profondità il pensiero che muove l’ipotetico primo cittadino che per i prossimi cinque anni mi rappresenterà. C’è gente eletta a vari livelli, Parlamento incluso, che non sa dove sia la Corea del Nord, chi ha scritto Guerra e Pace o chi sono i “nativi americani”. Oppure, più prosaicamente, non sa cos’è la destra e la sinistra e al primo intoppo non sa davvero come muoversi. Per conoscerci meglio dovremmo parlare un po’ di tutto, non solo di come utilizzare l’Acait o il muretto di Tricase Porto.
Essere globali per tentare di dare qualcosa a livello locale.
“L’ex mattatoio diventerà luogo di formazione e cultura diffusa delle tradizioni, dei mestieri e delle conoscenze legati al territorio, senza distinzione tra porto e città, tra mare e terra, tra pescatori e contadini, tra una sponda e l’altra del Capo di Leuca”.
Potrebbe essere un passo di un libro, che non avrebbe certo sfigurato se fosse stato letto in una delle serate del Festival letterario che si tiene in questi giorni a Tricase.
Ed invece è quanto si legge nel Documento di sintesi redatto dal responsabile del Settore Lavori Pubblici del Comune di Tricase a sostegno di un progetto di riutilizzo dell’Ex mattatoio e del Capannone ex deposito dei mezzi della Nettezza Urbana siti in via Marina Serra n. 49.
Il progetto si chiama Inland Port Museum o, tradotto in italiano, Porto Museo Interno e si propone di riconvertire quegli immobili in locali da destinare alla trasformazione dei prodotti primari e alla erogazione di servizi integrati a sostegno delle comunità e delle micro imprese agricole, ittiche e artigianali del Capo di Leuca ed alla promozione, valorizzazione e proposta dei loro prodotti e servizi tipici e tradizionali.
Gli edifici, i capannoni e gli spazi dell’ex mattatoio verranno trasformati in un luogo condiviso e opportunamente attrezzato in cui le micro imprese del territorio e qualsiasi altro membro della comunità potranno lavorare e trasformare i propri prodotti primari.
Più nel dettaglio il progetto si propone di creare un laboratorio per il confezionamento e l’etichettatura di prodotti agricoli e della pesca; creare un forno a legna di comunità; 4 laboratori artigianali di comunità e precisamente una falegnameria, una piccola carpenteria navale, un’officina meccanica e una tappezzeria/veleria/retaio.
Ma non basta: l’obiettivo è anche quello di creare una sezione a terra del Museo delle imbarcazioni tradizionali e della scuola municipale di vela latina e di antica marineria, uno spazio formazione/show-cooking, uno spaccio, uno spazio mostra-mercato e la creazione di una compostiera per lo smaltimento degli scarti di lavorazione.
La Giunta Municipale ha così dato incarico del Settore Lavori Pubblici di avviare la pratica attuazione del progetto trovando la disponibilità dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo di continuare la collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con attori locali.
L’idea si inserisce nel progetto più ampio già avviato a Tricase, ovvero il Porto Museo, dove operano il CIHEAM di Bari, l’associazione Magna Grecia Mare, l’Università del Salento e il Parco regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase.
Ed accadrà così che –riprendendo la lettura della bella Relazione- “I prodotti, i servizi, le attività e gli stessi spazi saranno un unico insieme, anche in grado di qualificare e ampliare l’offerta turistica, rendendola sempre più strutturata e capace di accrescere l’appetibilità dell’intero territorio, verso persone sempre meno turisti e sempre più ospiti di una comunità, pronta a mostrare l’autenticità delle proprie radici e della propria storia e ad offrire un paniere di beni e servizi ad esse legati”.
di Giuseppe R. Panico Fuggire da spiacevoli realtà non è certo un atto di eroismo, ma nemmeno di viltà se l’eroismo dei pochi non basta a cambiare la realtà dei tanti. Dalle loro terre fuggono i migranti, dalla nostra terra fuggono i giovani, dall’Europa (sopratutto per i migranti) è fuggita l’Inghilterra e in Germania cresce l'attenzione verso la salvaguardia della propria identità culturale.
In altri paesi confinanti ci chiudono le frontiere, preoccupati di un' Italia che, continuando ad accogliere migranti, (già oltre 40000 nel 2017) senza poter/saper integrare e controllare, sembra allontanarsi dall'Europa e avvicinarsi all'Africa. Fuggono pure gli investitori stranieri, ancor più intimoriti dall'esito negativo del recente referendum costituzionale, che ha confermato la nostra voglia di non cambiare nulla.
In pochi mesi, ben 100 miliardi di euro hanno cambiato bandiera. In Puglia poi anche gli investimenti “energetici” se la danno a “tutto gas” . E se la precedente amministrazione regionale ha cacciato da Brindisi la British Gas, dopo 11 anni di infruttuosa burocrazia, 250 milioni di euro investiti e un migliaio di potenziali posti di lavoro (la realizzazione dello stesso impianto nel civile ed ecologico Galles ha richiesto solo 5 anni), quella attuale, dopo aver sostenuto un inutile referendum, costatoci 300 milioni di euro, per impedire semplici ricerche in alto mare, cerca ora di bloccare, insieme ad altri No TAP, il gasdotto a Melendugno. Un’opera strategica internazionale, come tante altrove, dopo averne già approvato il progetto. Se la inaffidabilità diventa politica e si somma al populismo ecologico, al conflitto fra istituzioni ed alla carenza di senso dello Stato, spariscono i quattrini, spariscono idee e lavoro e sparisce il futuro.
Nella nostra Tricase, ormai prossima alle urne, nel 2016 abbiamo avuto pure un saldo negativo di ben 24 imprese.
Una politica nazionale e periferica dunque inadeguata o poco dedita a favorire lavoro ed economia reale, causata, nel nostro Meridione, anche da una diffusa incultura civico-istituzionale della popolazione (bassissimo livello di lettura/conoscenza e partecipazione), coltivata anche nei giovani da una scuola che li pone in fondo alla classifica OCSE con possibile esclusione dal loro futuro mondo del lavoro. La conseguente latitanza dai proprio doveri di cittadini porta così in tanti a ridurre il proprio voto ad una “semi-analfabetica” croce quale simbolo di una passiva sudditanza al voto di scambio o al “familismo amorale” e non strumento di una ben più attiva e costruttiva cittadinanza orientata alla qualità degli candidati e relative proposte. ”Nui simu fatti cusì”diceva qualche anziano durante le passate amministrative. Per le prossime forse vorremmo urlare “STAVOLTA NO!
Ci tocca lavorare circa sei mesi all’anno per sostenere, con le troppe tasse, tanta politica, i danni che ci causa, il debito pubblico che ci propina, la corruzione che ci opprime ed i carenti servizi che ci offre. Gli altri sei mesi per sostenere noi e le nostre famiglie.
Gran parte di tali risorse e le stesse linee guida per lo sviluppo cittadino passeranno nelle mani e nella testa di chi a breve eleggeremo. Affidare a loro tanto nostro lavoro, soldi e sacrificio richiederebbe dunque estrema attenzione a chi sono i candidati, alle loro capacità e dedizione ed alla loro cultura/opinioni (compresi i grandi temi quali emigrazione, Europa, economia etc) e con quali risorse vorranno operare. Troppo spesso gli eletti, più che dediti a tempo pieno ad amministrare, sono a mezzo servizio con la loro politica, dedicando l'altro mezzo al “conflitto di interessi” con la propria professione. Ben lungi dunque dal meritare quel titolo di “primo cittadino” derivante dal primario dovere a cui si sono volontariamente offerti e poi votati.
Ai candidati vorremmo ( forse) chiedere, per ogni loro proposta, con quali mezzi, risorse, criteri, motivazioni e tempi intenderebbero agire per renderle credibili. E ,se già impegnati con l' amministrazione uscente, ci dicano perché le loro proposte non le hanno fatte prima nei consigli e commissioni comunali, rimaste sovente così inoperose o inattive.
Forse i candidati sindaco vorranno, magari con un bel manifesto da loro sottoscritto (quale loro formale presa d’atto), illustrarci la situazione debitoria del nostro Comune e delle opere pubbliche incomplete. E dirci poi come liberarci di queste e di quelle private ridotte a rovine. Alcune anche di “nobil lignaggio”ma ora rese simbolo oltre che di vilipendio della nostra Costituzione (art 9) ad offesa della nostra immagine ed attrattiva territoriale (a cominciare da quel noto osceno rudere che domina il nostro porto). Ci illustrino anche la situazione “migranti” a Tricase e relativi costi/servizi/prospettive a nostro carico.
E ci dicano subito se, per migliorare lo “status” del nostro Comune, vorranno dedicarsi a Tempo Pieno, come buoni genitori al capezzale di figli seriamente ammalati, o Part Time come Baby Sitter che raccontano le loro favolette politiche per addormentare i sudditi-bambocci o danno il “succhiello” a chi strilla di più. Prevarrebbe una più sana politica e partecipazione cittadina, senza fuga dalle urne e senza desiderio di preferire a Palazzo Gallone un commissario governativo.
E se i candidati proprio non ci piacciono, meglio dar retta al grande Montanelli, votando se non quello che di cattiva politica “puzza” di meno, come lui suggeriva, chi riteniamo il meno peggio. Siamo tutti soci/cittadini di una azienda con circa 17000 addetti, molti in cerca di lavoro, per produrre futuro.
E dunque , se non per “rifondare” la Repubblica Italiana (fondata sul lavoro come dice l'Art 1 della nostra Costituzione) almeno per rifondare una “azienda”di nome Tricase. Ma attraverso capaci, onesti e dediti “amministratori delegati”,eletti recandosi tutti alle urne, e non, come disertori a Caporetto, in fuga verso il mare o altrove.