LA PAROLA AL RESPONSABILE TECNICO ING. COPPOLA
a cura di Pino Greco
Abbiamo parlato della attuale situazione dell’Ospedale con l’ing. Antonio Coppola, responsabile tecnico dell’Azienda Ospedaliera.
Ingegnere, come giudica questa particolare e delicata fase di vita del Panico?
“Nel corso della vita di chiunque si alternano i periodi di grande attività a periodi di rallentamento ed anche di sosta, non necessariamente negativi. È così anche per l’Ospedale Card. Panico di Tricase. Mi pare – afferma l’Ingegnere – che si tratti solo di un temporaneo malessere, come altri che nei tanti anni della sua attività ci sono stati ma, come quelli, anche questo sono certo sarà presto superato. Gli anni appena trascorsi – prosegue – sono stati di grandissima attività. Si sono realizzate nuove strutture che hanno comportato un altissimo impegno economico, progettuale, di programmazione e dato altrettanta soddisfazione per i risultati raggiunti”.
I timori che si vanno diffondendo sul futuro del Panico li ritiene giustificati?
“La nostra città – dichiara Coppola– ha reagito con interesse a questa euforia creativa. Il rallentamento, fisiologico, ha fatto sorgere numerosi interrogativi forse anche perché molto grande era stato il precedente movimento. L’ospedale non si è fermato, ma ha cominciato a muoversi con una ‘velocità di crociera’. Si continuano – prosegue – ad ammodernare gli impianti, in gran parte sostituiti, ed a realizzare strutture all’avanguardia per la produzione di energia elettrica, termica e frigorifera. Si prosegue con le opere di ammodernamento delle centrali termofrigorifere, tutte opere non visibili dall’esterno. Si stanno completando le strutture del nuovo edificio, che amplia l’ospedale di circa 40.000 metri cubi, per più di un terzo del volume esistente, e pure la parte di collegamento tra il vecchio ed il nuovo edificio con una struttura alta circa 40 mt su nove piani”.
Ed ancora “Si sono acquistate nuove sofisticate attrezzature per la diagnostica e per le sale operatorie e si prosegue con le protezioni dell’edificio dagli agenti atmosferici, sempre più violenti, come la forte alluvione dell’ottobre 2022 che ha arrecato notevoli danni sulle coperture. Tutte opere che comportano ingenti impegni di spesa non sempre facili da sostenere”.
C’è stato qualche fattore in particolare che ha creato criticità e quali sono le prospettive?
“Gli anni di paralisi, legati all’emergenza COVID – riferisce l’ing. Coppola– hanno reso molto più difficile reperire materiali ed hanno comportato fortissimi incrementi dei costi, aumentati ancor di più in conseguenza delle guerre e della fortissima richiesta di materiali per l’edilizia nel periodo di maggior utilizzo dei Bonus 110 e dei Bonus energia. Sono difficoltà che ogni nostra famiglia ha dovuto affrontare e tutti sappiamo quanto sia difficile governare queste contingenze, a cominciare dal Governo centrale, dalla Regione fino ad arrivare alle nostre piccole famiglie. L’ospedale è una grande famiglia e, dunque, i problemi sono in proporzione più grandi. Basti pensare che i preventivi di spesa per le nuove opere sono aumentati di oltre il 20%. Si tratta di milioni di euro in più che vanno reperiti. Come in ogni famiglia, un’accorta gestione è indispensabile”.
“Vi sono inoltre da superare – prosegue l’ing. Coppola– i lunghi tempi connessi con l’espletamento delle pratiche burocratiche. L’Ospedale di Tricase è uno dei pochi in Puglia accreditati, cioè riconosciuti dalla Regione come eseguiti e gestiti nel totale rispetto delle norme vigenti nel settore sanitario in tutti i campi (strutturali, dei servizi, della gestione). Ogni variante è sottoposta al preventivo vaglio ed approvazione regionale. Le opere strutturali che si stanno ultimando sono nei limiti fino ad ora autorizzati. I prossimi lavori dovranno preventivamente essere approvati dagli organi competenti. In attesa di queste approvazioni, è necessario rallentare l’esecuzione dei lavori di completamento ma è anche prudente un’attenta riflessione per individuare le tecniche e le strategie più opportune per ridurre al minimo il costo, in rapporto al beneficio che si vorrà o si dovrà ottenere. Sono certo – conclude – che le capacità manageriali della Direzione Generale e la professionalità ed accortezza di tutti gli operatori sapranno portarci ad una rapida ripresa”.
di Pino GRECO
Tricase- La Pia Fondazione di culto e religione “Card. G. Panico” – Azienda Ospedaliera – è una delle tre eccellenze ospedaliere che operano, come Enti ecclesiastici, nella Regione Puglia, unitamente alla Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo e al Miulli di Acquaviva delle Fonti.
La prima pietra dell’Ospedale venne posta il 4 gennaio 1963. Nell’autunno del 1967 giunsero a Tricase le Suore Marcelline, infermiere professionali e Caposala e il 1 ottobre dello stesso anno nel piazzale d’ingresso della nuova struttura si svolse la cerimonia di inaugurazione dell’Ospedale. I primi pazienti, provvisti di apposita impegnativa assistenziale, furono accolti nella nuova struttura il 4 dicembre 1967. Sono passati più di 56 anni e le suore Marcelline hanno sempre guidato con dedizione e successo la loro “azienda”, grazie alla loro professionalità, alla loro capacità, ai loro sacrifici e al loro intuito.
Ad oggi l’Ospedale, come documenta il sito dell’Azienda, conta 1.100 dipendenti, 38.000 mq, 400 posti letto, 23.000 ricoveri, 36.000 accessi Pronto Soccorso, 12.000 interventi chirurgici, 1 199.987 prestazioni ambulatoriali. Numeri di assoluta eccellenza per il nostro Paese!
Malgrado questa storia e questi numeri, anche per l’Ospedale Panico, come per tutti gli Ospedali e specialmente per quelli appartenenti agli Enti ecclesiastici, le difficoltà non mancano.
Analizzando il bilancio di esercizio, pubblicato per l’anno 2022 sul sito della Fondazione Sezione “Amministrazione Trasparente”, la perdita di esercizio dell’Ospedale è di oltre 9 milioni di euro.
Nella Nota Integrativa di accompagnamento al Bilancio si legge che “la perdita significativa con cui si chiude il bilancio è dovuta a prestazioni sanitarie eseguite anche per ricoveri conseguenti al pronto soccorso con mancato riconoscimento da parte della Regione Puglia”.
“Il problema c’è – riconosce l’Assessore alla Salute della Regione Puglia, Rocco Palese – la Regione è sempre attenta anche all’ospedale Panico di Tricase. Purtroppo ci sono alcuni vincoli nazionali che sono addebitabili ad una delle leggi Monti, precisamente la 95/2011, che fa da impedimento soprattutto alla Regione Puglia. L’ospedale di Tricase produce molto più di quanto la Regione già eroga. Spero che la legge venga modificata”.
Intanto, con deliberazione della Giunta n. 464 del 6 aprile 2023, la Regione ha provveduto ad assegnare alcune somme agli Ospedali gestiti da Enti Ecclesiastici tra i quali il Cardinale Panico; tanto in forza di nuovi fondi previsti da una Legge statale per il recupero delle liste d’attesa.
Il totale del budget incrementale è stato fissato in € 8.373.052,83.
Una buona notizia, ma i problemi di fondo rimangono fino a quando rimane il divieto di remunerare prestazioni sanitarie effettuate al di fuori dei tetti di spesa, pur essendo l’Ospedale ecclesiastico “costretto” ad erogare quelle prestazioni. Sarebbe infatti inconcepibile che un Ospedale, specie se ecclesiastico, chiudesse le porte a chi ne ha bisogno sol perché ha esaurito il “bonus”
LA PAROLA AI NUMERI
di Alessandro DISTANTE
Fiore all’occhiello della intera Città, eccellenza nel campo sanitario, centro di formazione universitaria, orgoglio di un territorio, frutto di una generosa donazione, luogo di carità, tutto questo è l’Ospedale Panico. Eppure, da qualche tempo, circolano voci su trattative per una vendita dell’Ospedale a gruppi imprenditoriali del Nord operati nel campo della sanità.
Lo diciamo subito: ci auguriamo che le voci siano infondate, convinti che debba essere garantita, anche per il futuro, la qualità e la cura delle persone così come è accaduto in tutti questi decenni grazie alle Suore Marcelline e al loro management.
Le voci di una trattativa non ci potevano lasciare indifferenti, come non devono lasciare indifferenti la Politica, la Città di Tricase e l’intero Salento, considerata la “posta in gioco” che riguarda tutti e specialmente chi non può andare fuori e spendere soldi per farsi curare.
Per questo abbiamo chiesto ai vertici dell’Ospedale notizie e sperato in rassicurazioni. Ringraziamo la dr.ssa Coluccia (direttore amministrativo) e l’ing. Coppola (responsabile tecnico) per averci dato risposte e per averci detto che, seppure in un sistema che crea difficoltà soprattutto economiche a tutte le strutture ospedaliere gestite dagli Enti ecclesiastici, le voci di trattative sono soltanto “chiacchericci”.
Per fortuna! Perché, se così non fosse, la logica imprenditoriale si potrebbe tradurre, per esempio, nel privilegiare alcuni reparti (quelli più redditizi) a danno di altri (che magari verrebbero chiusi) oppure –se rimanessero i tetti di spesa- nel bloccare i ricoveri e le cure una volta raggiunto il budget assegnato.
Questi scenari –stando a quanto dettoci- non sono all’ordine del giorno, sicchè è salvaguardata, anche per il futuro, la meritoria opera di “carità” svolta dalla Pia Fondazione.
Nelle pagine interne, oltre alle chiarificatrici dichiarazioni dei vertici dell’Ospedale
(a cura di P. Greco) utili anche per conoscere il livello di eccellenza ed i numeri del Panico, un approfondimento sulla normativa (C. Ciardo) ed una lettura dell’ultimo bilancio (G.P. Zippo).
Le difficoltà economico-finanziarie, ben lungi dall’essere frutto di scelte sbagliate, sono le inevitabili conseguenze di una sanità da riformare se si vuole garantire a tutti, a prescindere dal reddito, quel diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Carta Costituzionale. Ed è questo il campo della politica chiamata a rivedere –come ci ha detto l’assessore regionale Rocco Palese- una legislazione che finisce per premiare l’inefficienza e non la qualità.