di Alessandro DISTANTE
Meritano di essere portate all’attenzione dell’opinione pubblica tre deliberazioni della Giunta Municipale.
La prima (n. 104 del 17 aprile) ha ad oggetto il restauro e la valorizzazione della statua e colonna di Sant’Andrea a Caprarica. L’intervento è a spese di privati.
Il gesto è di pura liberalità e la statua rimarrà di uso pubblico. L’iniziativa si configura come intervento su un’opera pubblica ma, questa volta, per iniziativa e a spese del privato. Non è questa una bella notizia? Il merito è della associazione Anny De Francesco unitamente alla Famiglia Longo/Pispero che presenterà un progetto allo Sportello Unico Edilizia e, rispettando i principi dell’appalto pubblico, affiderà i lavori attraverso un procedimento concorrenziale. L’intervento verrà effettuato dopo aver acquisito il parere della Soprintendenza Al termine dei lavori verrà collocata una targa in memoria di Giuseppe Longo e questo per espressa volontà di chi restaurerà la statua.
La seconda deliberazione (n. 117 del 9 maggio) riguarda una iniziativa di orientamento dei giovani alla scelta del dopo diploma. L’obiettivo è di aiutare i giovani a fare scelte consapevoli tra percorsi di formazione universitaria e inserimento nella vita produttiva e sociale. Da qui l’idea di organizzare un incontro, individuando una sala, attrezzata allo scopo, idonea ad accogliere tutti gli studenti maturandi. Una bella iniziativa anche questa.
L’ultima deliberazione (n. 115 del 30 aprile) è quella relativa alla cerimonia di intitolazione della Biblioteca comunale a Giuseppe Codacci Pisanelli, “uno dei padri della Costituzione italiana che si battè per l’istituzione dell’Università di Lecce”.
La Giunta ricorda che l’on.le Codacci Pisanelli riuscì a far rientrare la Biblioteca di Tricase nel piano sperimentale c.d. “Piano di Lettura” promosso nel 1962 dal Ministero della Pubblica Istruzione. In quel modo i “posti di prestito” vennero trasformati in biblioteche autonome allo scopo di promuovere la lettura e la diffusione del libro.
Sono tre deliberazioni che sono accomunate dall’occuparsi di cultura, sia essa relativa alla tradizione religiosa, oppure alle scelte di studio o di lavoro oppure, ancora, alla lettura; tutte hanno in verità un altro filo comune che è lo scambio tra pubblico e privato, una indicazione quanto mai necessaria e coerente con il fondamentale principio di partecipazione che è alla base di ogni vita democratica.
di Alessandro DISTANTE
Si accavallano le notizie sulle prossime amministrative. Manca ancora un anno ed è giusto e da salutare con favore che si cominci a lavorare e a parlare di possibili candidature.
Un requisito fondamentale è che i candidati, tutti, nessuno escluso, siano appassionati della Città e del bene comune. Anche a livello della politica nazionale è emerso, con evidenza, che un “politico” incarna meglio il rapporto con i cittadini, riuscendo ad entrare maggiormente in sintonia.
Nel corso degli ultimi anni era invalsa, stanti le difficili maggioranze parlamentari, l’abitudine di affidarsi ad un esterno, a personalità di grande spessore culturale e, soprattutto, economico-finanziarie (basti pensare a Monti e a Draghi) e, tuttavia, nel corso del loro mandato e neppure dopo, hanno saputo creare quella empatia che costituisce un ingrediente importante di ogni attività politica.
Da qui la necessità di recuperare una presenza di persone con la passione politica.
Ciò vale anche per i giovani che pure partecipano, anche a Tricase, alle competizioni elettorali e giungono a ricoprire posizioni all’interno dell’esecutivo oppure del consiglio comunale. Ottima realtà. Ma, anche qui, è necessario che non siano “improvvisati” e ciò sia nel senso –come si è detto sopra- che abbiano dimostrato una certa passione per la politica che, poi, è passione per il bene comune, sia che siano stati in qualche modo introdotti alle “questioni” del funzionamento del Palazzo. Peccato che non si sia dato corso a quell’iniziativa lanciata dal Sindaco De Donno in campagna elettorale con il coinvolgimento di docenti dell’Università del Salento di formazione civica e politica. Vi è stata un’iniziativa simile, promossa da una Associazione giovanile, ma è mancata una iniziativa di soggetti istituzionali aperta a tutti i giovani.
Di tempo, per fortuna, ce ne è davanti. E pertanto è necessario allargare il dibattito, andando anche oltre ai nomi dei candidati a sindaco, per interrogare la Città e per fare in modo che i cittadini conoscano progetti e magari suggeriscano anche soluzioni.
Il Volantino cercherà di fare la sua parte.
In questo senso abbiamo deciso di fare delle interviste a chi si propone oppure a chi rappresenta partiti, gruppi e movimenti che stanno elaborando programmi e candidature per le prossime elezioni.
Sarà un modo per allargare la partecipazione e contribuire alla crescita della democrazia.
Vi pare poco?
di Alessandro DISTANTE
La tempesta d’acqua e di terra che ha trasformato il mare nostro in mare rosso ha dato i suoi frutti: finalmente una comunicazione, sul social targato Città di Tricase, da parte del sindaco De Donno.
Persona certamente dotata di innate capacità comunicative, ha deciso di rompere gli indugi e di parlare ai suoi cittadini che, sconvolti se non inviperiti, non avevano mancato di far girare immagini ed esprimere netti giudizi di condanna per le opere che stanno interessando le Marine.
De Donno ha così spiegato quanto accaduto a Tricase Porto e, soprattutto, illustrato le ragioni e le finalità degli interventi, assicurando, in aggiunta, alcune varianti resesi necessarie per evitare il ripetersi di episodi che hanno fatto arrossare le acque ed arrossire…
La comunicazione è il primo passo, assolutamente necessario, in ogni sistema democratico, ed è tanto più utile quanto più è aderente ai fatti, senza infingimenti. Riconoscere che vi erano dubbi e timori sulla bontà della soluzione tecnica approvata dallo stesso Comune, è segnale di onestà intellettuale prima che politica. Il deficit di comunicazione/informazione ha caratterizzato la vita amministrativa, tanto è vero che anche per altri interventi (viabilità, lavori del basolato, piazze ecc.) non poche sono state le critiche di cittadini e gruppi, più o meno organizzati, che hanno denunciato un agire non preceduto da adeguata informazione.
L’informazione è essenziale ma non basta; la democrazia ha bisogno, per essere tale, della partecipazione e del confronto, anche conflittuale, per giungere, consapevolmente, alla adozione delle migliori scelte per il bene comune. Su questo rimane un grosso deficit.
Le promesse della campagna elettorale di forme nuove, ma regolamentate, di partecipazione, sono rimaste solo promesse. I famosi Tavoli della partecipazione non sono mai stati apparecchiati.
Ma il defit del confronto non può essere ascritto al solo Sindaco e alla sua compagine governativa, quanto anche a soggetti, istituzionali e non, che in una società con tanti corpi intermedi, ben possono o, meglio, devono svolgere questo compito.
Tanto per essere chiari: le associazioni sembrano ormai soltanto impegnate a gestire propri progetti e, possibilmente, a conseguire miseri finanziamenti; i partiti e movimenti, più o meno elitari se non addirittura personali, si risvegliano in occasione degli appuntamenti elettorali. La democrazia, in questo modo, si riduce al solo voto, peraltro sempre meno partecipato, e chi viene eletto finisce per ritenere che, siccome eletto, ha carta bianca, dovendo dar conto ai cittadini soltanto alla scadenza del mandato in occasione della propria ricandidatura.
Ma un sistema del genere non è certo un sistema democratico.
Ed allora ben venga la comunicazione e l’informazione, ma non basta. Occorre un passaggio ulteriore e necessario: la partecipazione, se si vuole che alle urne si vada con scienza e coscienza e non in sempre di meno e sempre guidati da personali conoscenze e/o convenienze
di Alessandro DISTANTE
La morte di Papa Francesco lascia un vuoto profondo e crea un’incertezza su quello che sarà.
Sono sentimenti avvertiti sia dai credenti che dai non credenti, perchè Francesco ha rappresentato un punto di riferimento per l’intera umanità.
Chi non ricorda la sua venuta ad Alessano sulla tomba di don Tonino Bello? E come non pensare alla “strana” coincidenza di una morte avvenuta il girono dopo quello nel quale molti anni prima era morto don Tonino?
Come non ricordare la premura di Francesco su tutti i temi universali, dalla pace all’ambiente, dalla globalizzazione ai temi del “vicino di casa”, fino a prendere egli stesso iniziative di aiuto diretto, per esempio con il punto ristoro per i senza tetto di Piazza San Pietro.
Un Papa che ha unito gli insegnamenti alla pratica quotidiana, con tanti segnali concreti, come la scelta di vivere in un appartamento e di utilizzare una utilitaria per i suoi spostamenti.
Una Chiesa che ha messo al primo posto l’attenzione per i poveri, divenuti non più oggetto di carità, ma soggetto intorno al quale ruota l’intera azione della Chiesa. Il richiamo ad una fede coerente con alla base un atteggiamento di fondo di speranza nella vita e nella storia.
E’ quello che vogliamo leggere in alcuni episodi di cronaca cittadina di questi giorni.
E’ bello, ad esempio, far sapere di chi offe gratuitamente i suoi limoni oppure del giovane che, vincendo la troppo rappresentata indifferenza, interviene salvando una anziana in difficoltà.
Segnali, magari piccoli, ma utili a ricordare che c’è anche un mondo buono che forse non viene mai rappresentato nelle cronache quotidiane. Esempi che lasciano ben sperare e la speranza è stato l’ultimo appello del Papa, venuto a mancare proprio nell’anno del Giubileo della speranza.
La speranza è anche quella che si ricorda in questi giorni; speranza nella Liberazione da ogni guerra perché nella guerra -come diceva papa Francesco- non ci sono vincenti e vinci ma a perdere sono proprio tutti.
di Alessandro DISTANTE
Ovviamente, a nome mio e di tutta la Redazione, gli Auguri per le prossime festività pasquali.
Eppure, specialmente quest’anno, nel farci gli auguri, non possiamo non pensare a come siamo lontani da quella pace che, legata al mistero cristiano della Resurrezione di Cristo, è divenuta valore assoluto ed indistinto per tutti gli uomini.
Le guerre in atto e l’affievolimento del processo di pace nello scontro Russia-Ucraina, da un lato, l’insorgere di guerre economico-finanziarie scatenate da quell’imprevedibile (eufemismo dovuto all’essere nella Settimana Santa) di Trump, dall’altro, non lasciano ben sperare ed al contrario fanno emergere una logica opposta a quella della pace, e cioè la logica del più forte e dell’uso della violenza come mezzo per affermare il proprio interesse a discapito di quello dell’altro.
Per non dire, poi, di quanti episodi di cronaca nera si stanno accavallando, con omicidi e femminicidi.
Anche da noi emergono situazioni di poca pace sociale se si considerano i tenti furti degli ultimi tempi oppure alcuni casi di solitudine e abbandono, oppure ancora, in campo economico, alle paure per un turismo che incontra sempre maggiore concorrenza nelle sponde frontistanti l’Adriatico, per non parlare del profilarsi di una crisi idrica che potrebbe dare il colpo di grazia ad una agricoltura già colpita pesantemente negli anni scorsi dalla xylella.
Alla speranza cristiana, al centro del Giubileo, si deve accompagnare una speranza politica che non può che sostanziarsi in una chiara prospettiva di cura del bene comune.
In questo senso è da salutare con favore che si sia dato il via ad un dibattito cittadino a distanza di un anno dalle elezioni amministrative.
Un bene, se si darà corpo ad un progetto di crescita e di coinvolgimento della popolazione e soprattutto dei giovani, chiamati ad affezionarsi al loro territorio ed a costruire percorsi di pace personale e collettiva.