Si Inaugura il 15 Ottobre 2022 presso il Palazzo dei Principi Gallone la mostra delle ceramiche di Rishton alla presenza dell'Ambasciatore dell'Uzbekistan in Italia Sua Eccellenza Otabek Akbarov
Si può visitare la Mostra fino al 7 Gennaio 2023, con ingresso gratuito, un’occasione unica per apprezzare il lavoro di alcuni dei ceramisti più magistrali del paese. I pezzi in mostra rappresentano tradizioni secolari che sono state tramandate di generazione in generazione e offrono uno sguardo affascinante sulla cultura e la storia dell’Uzbekistan. Saranno esposti dei costumi tradizionali Uzbeki e fotografie di varie città dell’Uzbekistan..
La mostra è aperta, un ingresso gratuito, dal Martedì alla Domenica con il seguente orario: 10:00 > 12:00 | 17:00 > 20:00 fino al 7 gennaio 2023. www.fuori-rotta.it
L'EVOLUZIONE DELLA CERAMICA
Rishton è il più antico centro dell’arte della ceramica in Asia centrale, è una tradizione millenaria che nel Medioevo raggiunse la fama lungo l’intera Via della Seta.
La Ceramica in Uzbekistan è una delle più antiche e interessanti espressioni artistiche della sua tradizione con reperti archeologi ritrovati e risalenti a più di mille anni fa. Sono stati rinvenuti piatti “lyagan”, ciotole sferiche, vasi, brocche “humas” di varie dimensioni, convenienti per l’uso e allo stesso tempo sofisticati nella forma. Si distinguono per l’alta fattura, la bellezza delle forme, la magia delle decorazioni, l’armonia e il sapiente senso di proporzione nell' uso dei colori
Nata nel XIX secolo, la ceramica di Rishton è celebre in tutto il mondo per la sua bellezza e la perfezione delle sue forme. Ogni pezzo è unico, frutto dell'abilità dei maestri ceramisti che riescono a plasmare l'argilla con maestria e passione. Le creazioni di Rishton sono caratterizzate da una grande varietà di forme e decori, dai motivi floreali alle scene di vita quotidiana. Ogni pezzo è unico, frutto dell'abilità dei maestri ceramisti che riescono a plasmare l'argilla con maestria e passione.
Grazie alla qualità delle sue ceramiche, Risthon è riuscita a conquistare il mercato internazionale e i suoi prodotti sono esposti in importanti musei e collezioni private di tutto il mondo
Per apprezzare al meglio la qualità delle ceramiche esposte, è possibile visitare le sale di Palazzo Gallone accompagnati da una guida che illustrerà il percorso espositivo.
Sono disponibili anche le guide turistiche abilitate dell’infopoint di Tricase, garantiranno durante gli orari d’apertura della mostra visite guidate presso il Palazzo dei Principi Gallone di Tricase con una breve escursione nei viottoli del centro storico passando dalle principali chiese, S. Domenico, S. Michele Arcangelo e Chiesa Madre.
Per prenotare la guida: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3284224666 – Sportello Turistico del Comune di Tricase – Meditinere Activities & Tour Tricase
Il progetto, fortemente voluto dall'Associazione Culturale Fuori-Rotta, dal Salento Intl Film Festival e dall'Ambasciata dell'Uzbekistan in Italia in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Tricase, la ProLoco di Tricase e Ceramiche Branca è curata da Gigi Campanile & Agostino Branca.
L'evento è nato con l'intento di far conoscere meglio al pubblico italiano le straordinarie ceramiche di Rishton, città dell'Uzbekistan celebre in tutto il mondo per la sua tradizione ceramica. Le opere esposte provengono direttamente da Rishton.
CHI SIAMO
L’Associazione Fuori Rotta è un’associazione no profit senza fini di lucro fondata a Tricase il 24 Febbraio 2022. Il nostro obiettivo principale è quello di promuovere attività culturali Internazionali, artistiche, ricreative sul territorio finalizzate alla promozione della Città di Tricase e del Salento. Contiamo su un team Internazionale motivato e preparato che, con entusiasmo e dedizione, lavorerà per raggiungere gli obiettivi prefissati. Siamo convinti che la cultura insieme a tutte le forme d'arte e agli scambi culturali siano fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico di una città e questo ci spinge a investire tutte le nostre risorse al servizio della comunità di Tricase e del Salento. Visita il sito: www.fuori-rotta.it
Per le edizioni La Meridiana è uscito in questi giorni un fumetto a cura di Adriano Pisanello sulla vita di don Tonino Bello.
Pubblichiamo uno stralcio della prefazione del presidente della Fondazione don Tonino Bello, Giancarlo Piccinni
Al posto della pistola il vangelo, non un cavallo ma una cinquecento, nessun nemico da combattere ma tutti amici da incontrare. Nuove avventure che ancora oggi grazie a Lui e con Lui viviamo e che ci donano giorni solari, tramonti dorati, cieli stellati. Ma anche notti insonni e feriali inquietudini, perchè se si vuole abitare la storia, la nostra storia, non possiamo esimerci anche da questo!
Dove sono finite le utopie di pace oggi che la guerra è ritornata prepotente nel nostro mondo sino a convincerci che è lei la vera padrona dei nostri giorni? Non è forse vero che adesso pensiamo tutti questo? Non è altrettanto vero che chi crede nella pace oggi è fuorigioco?
Che quello della pace fosse un pensiero debole lo si sapeva, che credere nella pace fosse più difficile che credere in Dio lo dicevamo da tanto, che, però, potessimo in pochi giorni cancellare anni di battaglie in nome della convivenza, della nonviolenza, della fratellanza fra i popoli, credo che non lo potessimo immaginare! Eppure pare che così sia! Sembra che proprio questo è. (…).
Viviamo giorni bui: il pianeta piagato dal peso e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, una pandemia che ancora semina morte, una guerra che infiamma anche il nostro continente. E tanti altri focolai di guerra che non si spengono nel mondo. Viviamo dentro una dannata contraddizione: una terra divisa da più conflitti in un momento storico che vede l'umanità sempre più unita da un comune destino.
E non sono passati tanti anni dalla tragedia della grande guerra: in quei giorni, con la catastrofe atomica, il velo si è squarciato dinnanzi ai nostri occhi e la storia dell'uomo ci ha raccontato una realtà nuova e amara, quella della possibilità dell'auto-annientamento globale dell'umanità.
Condizione questa che ai nostri giorni si è aggravata non solo perchè il rischio nucleare si è diffuso ma anche perchè si è introdotto un nuovo elemento, che ha assunto caratteri cosmici, cioè il sempre più difficile rapporto con l'ambiente.
Siamo cioè dinnanzi ad nuovo paradigma, quello della "interdipendenza planetaria" che ci dovrebbe portare ad una considerazione nuova: dinnanzi alla guerra non è detto che ci sia un vincitore ed un vinto ma tutti potremmo uscire vinti per sempre.
Giancarlo Piccinni
Presidente Fondazione don Tonino Bello
I figli della Quercia
Seul, 1988, semifinale delle Olimpiadi Calcistiche, Italia-URSS. Eravamo a scuola, ore 11, cuffiette e radioline di contrabbando all'insegnante di scienze. Perdiamo 3-1 ai supplementari. Segna Virdis, si accendono le speranze: invano. Depressi, ci viene proposto dal prof il progetto di costruire un erbario con tutte le foglie di specie vegetali della macchia mediterranea per la mostra scolastica di fine anno. Entusiasta dell'idea e dimentico della sconfitta, mi autoassegno lo storico carrubo ("cornola") di casa e la quercia (comune) del vicino. Scossa la mia coscienza botanica, mi incuriosii al funzionamento delle ghiande.
Una domenica, in giro con mio padre, passando verso Tricase Porto, mi imbatto in un'enorme quercia. Mi dice: "è la quercia dei Cento Cavalieri". Mi racconta la leggenda, ma la mia attenzione è rapita dalla dimensione delle ghiande e ne colgo 5 da terra.
L'indomani chiedo al mio prof di scienze come coltivarle. Seguo scrupolosamente le istruzioni: prendo del terriccio, pianto verticalmente ogni ghianda in ogni vaso, le interro e innaffio tenendo sempre umido il terreno.
Dopo circa 2 anni, a speranze ridotte ai minimi termini, in un vaso spunta una piantina. Al vaso germogliato focalizzo le mie attenzioni. Al tempo opportuno trapianto in giardino la piantina. Gli anni passano e oggi dopo 30 anni la figlia della famosa quercia Vallonea è alta quasi 4 mt. Adesso ha tutto un altro sapore e un senso: la leggenda legata al ritorno dalle crociate delle truppe di Federico II di Svevia; l'introduzione della specie in Salento da parte dei Monaci Basiliani giunti da Valona a seguito delle persecuzioni iconoclaste; il gusto di aver portato nel mio giardino un pezzo di storia. Un sentimento misto tra soddisfazione della crescita, fierezza di appartenere alla storia del mio territorio e consapevolezza di essere il tramite della continuità della vita.
Compiaciuto di essere padre adottivo di un tale esemplare, tralasciando lirismi inutili, mi chiedo se qualcun altro abbia provato l'orgoglio e il privilegio di una simile "paternità".
E sarebbe bello, cari lettori, poter condividere con voi un'esperienza legata alla nostra Vallonea: un ricordo, un aneddoto, una poesia sarebbe un modo per far conoscere tra loro i "figli della quercia". La quercia, un altro vegetale, un animale o un aspetto del nostro paesaggio, e ciò che rappresentano per ognuno di noi, sono degni anch'essi di essere considerati "Figli della Quercia". Sarebbe un modo per promuovere il territorio aumentandone il valore con il nostro apporto affettivo.
Martedì, 11 ottobre 2022
Tricase, i contagi da Covid hanno superato quota 60
L’andamento dell'epidemia anche a Tricase registra una crescita dei contagi nelle ultime 4 settimane
Questi i dati:
Venerdì, 23 settembre 2022 i positivi a TRICASE erano 26
Venerdi, 30 settembre 2022 erano 46
Venerdì, 7 ottobre 2022 i positivi a TRICASE erano 57
Venerdì, 14 ottobre 2022 ( giornata dati Covid - Comune per Comune), i positivi a Tricase dovrebbero superare quota 60
BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO
REGIONE PUGLIA
Dati del giorno: 11 ottobre 2022
2.366 Nuovi casi
11.732 Test giornalieri
6 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 786
Provincia di Bat: 121
Provincia di Brindisi: 253
Provincia di Foggia: 278
Provincia di Lecce: 633
Provincia di Taranto: 256
Residenti fuori regione: 28
Provincia in definizione: 11
13.303 Persone attualmente positive
127 Persone ricoverate in area non critica
8 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
1.493.027 Casi totali
12.812.273 Test eseguiti
1.470.611 Persone guarite
9.113 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 481.343
Provincia di Bat: 128.092
Provincia di Brindisi: 141.301
Provincia di Foggia: 210.726
Provincia di Lecce: 308.152
Provincia di Taranto: 202.535
Residenti fuori regione: 15.787
di Andrea CIARDO
Gentile Direttore,
la ringrazio anticipatamente per lo spazio che vorrà concedere sul prossimo numero de Il Volantino a quella che – più che un’analisi – vuole essere semplicemente una riflessione di un militante del Partito Democratico.
Si, mi dichiaro subito (qualora ce ne fosse bisogno): colpevole! Ogni volta che su una scheda elettorale vedo il simbolo del mio partito, sento un’irrefrenabile voglia di votarlo. Nonostante i suoi mille difetti, le sue mille contraddizioni, i suoi limiti. È così, la militanza porta a questo.
Ho letto con attenzione il suo editoriale, l’intervento di Gianluigi Elia e l’analisi (?) di Pino Greco sul voto del 25 settembre. Cercherò dunque di fare delle riflessioni ad alta voce.
Numero uno: l’analisi a caldo del risultato e, per la verità, anche quella a freddo.
L’ultima tornata elettorale ci racconta di un centrosinistra che ne esce con le ossa rotte. Qui c’è già un primo elemento di discussione che vorrei portare alla vostra attenzione: è il centrosinistra tutto ad aver perso. Non il Partito Democratico, non Alleanza Verdi e Sinistra. Abbiamo perso tutti, come coalizione.
E per rimanere ai confini prettamente locali, i dati in termini assoluti parlano chiaro: nel 2018, i voti alla coalizione di centrosinistra sommati a quelli di Art.1 sono stati 2306, mentre nel 2022 ne registriamo 2153 ai quali dovremmo aggiungere i 525 di Azione Italia Viva, per un totale di 2678 voti utili (n.b. i dati utilizzati sono quelli riferibili ai partiti, non ai candidati uninominali).
Se scendiamo nel dettaglio, il Partito Democratico registra 1434 voti nel 2018 e 1567 nel 2022 (al netto di Art.1 e di Azione Italia Viva che, con risultati pressoché simili, dovrebbero essere aggiunti nelle rispettive tornate elettorali).
E forse abbiamo una prima risposta alla sconfitta del centrosinistra tricasino e non solo: perdiamo perché non riusciamo a convincere, a trasmettere fiducia ai cittadini, se è vero che nel 2018 votano 10037 tricasini e nel 2022 il dato sull’affluenza si riduce a 8118. Nessun nuovo elettore pare abbia “sposato” l’idea di Italia che abbiamo proposto.
Numero 2: hanno perso la piazza e il contatto diretto con le persone.
Condivido questa sua riflessione, Direttore. E – credo – la condividiamo tutti nel centrosinistra, a tal punto che abbiamo impostato una campagna elettorale su un messaggio diverso da quello delle segreterie nazionali dei nostri partiti: al tentativo “verticistico” della destra, che puntava unicamente sui leader nazionali, abbiamo preferito il racconto delle “storie territoriali” dei nostri candidati.
Non è bastato, il vento non si poteva fermare con le mani.
E qui occorre porsi una domanda, forse complementare (o forse speculare, non lo so nemmeno io) rispetto a quanto detto da Elia: è unicamente un problema di “capibastone” e di “attori” in campo, oppure abbiamo smarrito non solo il messaggio politico, ma anche il mittente e il destinatario?
Per troppo tempo, in nome della responsabilità, abbiamo piegato le idee e i valori al governo delle cose. Per troppo tempo le “lotte di quartiere” ci hanno interessato e segnato, mentre i destinatari delle nostre azioni iniziavano a guardare altrove.
Ecco dunque che il “ripartiamo dalla base” non ha più significato se la base è sempre lì e mancano le idee che ci facciano avere lo sguardo rivolto verso le altezze.
L’individualismo ha fagocitato il sentirsi parte di una comunità. Ha ragione il Direttore Distante, ahinoi.
Numero 3: dove andare?
C’è chi ha più esperienza e capacità del sottoscritto per tracciare una rotta da seguire nel mare tempestoso della politica italiana. Una politica fluida, come i risultati figli della “deriva leaderistica e verticistica” cui ci siamo ormai abituati in questi ultimi anni.
Fra chi indossa spillette, chi si intesta vittorie di Pirro, chi vuole azzerare tutto per non azzerare nulla, la mia opinione, da militante, è che serve ripartire dalle idee e dai valori.
Non è una riduzione allo spicciolo dell’enormità dei problemi che attanagliano il centrosinistra, quanto una constatazione di fatto.
Se tutti avessimo avuto questa idea, ci saremmo già resi conto di aver perso. Perché una TV e uno smartphone hanno sostituito il dialogo, una legge elettorale come quella che abbiamo non consente ai territori di esprimere un’opinione e gli eletti non hanno la possibilità di ricucire alcunché.
E non è certo un problema di Tricase o del “fortino rosso” di Palazzo Gallone (che credo non sia mai esistito, peraltro).
Perché, se c’è una cosa a cui in politica non si deve rinunciare, credo sia proprio questa: se si ha un’idea, si cerca di tradurla in risultato tangibile per tutti. E si cerca di difenderla, con le unghie e con i denti, con il cuore e la passione.
Vale quando si è in maggioranza, vale quando si è in minoranza. Vale sempre.
Ed è attorno alle idee che si costruiscono le vittorie. Perché sono il messaggio da lanciare.
Idee che hanno bisogno di un giusto mezzo per essere comunicate.
Ed è così che avremo qualcuno a cui recapitarle e la militanza tornerà ad aver valore, e a non essere solo un’assunzione di colpevolezza.