Mercoledi, 4 novembre 2020
Fonte Ansa
Coprifuoco dalle 22 - "Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l'arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi". E' quanto si legge in una prima bozza, ancora provvisoria, del Dpcm.
Stop agli spostamenti in aree a rischio - Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell'Iss - quelle caratterizzate da uno scenario di 'elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità - "è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori". Può riguardare intere "Regioni o parti di esse". La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti "all'interno dei medesimi territori", dunque a livello comunale e provinciale.
In zone a massimo rischio chiusi anche i negozi - Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all'articolo 1 ter. "Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari". Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l'asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l'attività motoria "in prossimità della propria abitazione" e con obbligo della mascherina e l'attività sportiva "esclusivamente all'aperto e in forma individuale". Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche "ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza" salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.
La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito "un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento"; ciò con esclusione, però, del "trasporto scolastico dedicato".
Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione sia nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell'emergenza) dovranno assicurare "le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l'effettività del servizio erogato" e "con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione". Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. La bozza di Dpcm contiene anche la "forte raccomandazione" dell'utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.
Mascherina obbligatoria alle elementari e medie - La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco. "L'attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l'infanzia continua a svolgersi in presenza -si legge nel testo - con uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina".
Stop alle crociere - Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l'8 novembre. E' inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l'ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta 'inoperosa'.
Stop ai concorsi tranne per personale della sanità - E' prevista la "sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all'esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile". Lo stop ai concorsi era stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.
Nei circoli sportivi vietato l'uso degli spogliatoi - La bozza del nuovo Dpcm non chiude i circoli sportivi nei territori nazionali non soggetti a ulteriori restrizioni (come nelle zone rosse) ma vieta l'uso degli spogliatoi. L'articolo 1, comma f, ricorda che "sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi". "Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere svolte all'aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall'Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, con la prescrizione che è interdetto l'uso di spogliatoi interni a detti circoli".
Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all'aperto. E' solo consentito "svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo" di mascherine. Si può inoltre svolgere "attività sportiva esclusivamente all'aperto ed in forma individuale".
Il presidente Vda: il Governo ha ascoltato poco le Regioni - "Il Governo ha ascoltato poco le Regioni, a partire dai ristori per arrivare fino ai congedi parentali. Nella bozza del Dpcm si specificano bene i divieti ma poco le misure a favore della cittadinanza". Lo ha detto il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz. Per quanto riguarda le nuove possibili misure restrittive nella regione alpina, a rischio di diventare 'zona rossa', Lavevaz ha ammesso che "il coprifuoco già adottato non basterà”
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 3 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 5.955 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.163 casi positivi: 716 in provincia di Bari, 61 in provincia di Brindisi, 117 in provincia BAT, 115 in provincia di Foggia,45 in provincia di Lecce, 101 in provincia di Taranto, 7 attribuiti a residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 12 decessi: 1 in provincia Bat, 11 in provincia di Foggia.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 573.063 test.
6.813 sono i pazienti guariti.
13.525 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 21.091, così suddivisi:
8760 nella Provincia di Bari;
2304 nella Provincia di Bat;
1408 nella Provincia di Brindisi;
4925 nella Provincia di Foggia;
1492 nella Provincia di Lecce;
2050 nella Provincia di Taranto;
151 attribuiti a residenti fuori regione;
1 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Dichiarazioni Antonio Sanguedolce e Pier Luigi Lopalco:
“Il dato della Asl Bari – spiega il DG Antonio Sanguedolce - risente del recupero di numerose schede non inserite negli ultimi giorni nei sistemi informatici ed è stato riallineato nella giornata di oggi”.
“Quello di oggi - chiarisce il prof. Pier Luigi Lopalco, assessore alle Politiche della Salute - non rappresenta un picco, perché centinaia di casi riportati nel bollettino si riferiscono a positività emerse nel corso degli ultimi giorni e immesse oggi nel sistema”.
Martedì 3 Novembre, dalle ore 18 alle ore 20, scegliamo di spegnere le luci di tali presidi nelle nostra provincia. Una protesta simbolica e silenziosa che però vuole mandare, dal Salento, due messaggi chiari che per tutto il sistema associativo sono irrinunciabili in questa fase:
Ristori adeguati in tempi certi
Il primo tema ineludibile è quello dei ristori. Ristori adeguati in tempi certi. Non saranno più sostenibili provvedimenti inefficaci, meccanismi farraginosi di istruttoria, tempi biblici di erogazione. Oggi c’è bisogno di ristori immediati, contributi a fondo perduto e l’annullamento di tasse e contributi rimasti sospesi. Se oggi non si sostengono concretamente le attività che sono state costrette a chiudere o a ridurre quasi del tutto la propria attività, il rischio è che queste stavolta non resistano alla seconda ondata e non riaprano più.
Territorialità degli interventi
Oggi come nella prima ondata non si può non considerare le differenze nella diffusione del contagio all’interno dei vari territori e se si immaginano ulteriori provvedimenti restrittivi, non si può mettere sullo stesso piano territori in cui il contagio è limitato e altri in cui cresce a velocità esponenziale. Non è corporativismo territoriale questo, ma anzi è proprio la cura dell’interesse nazionale oggi a consigliare provvedimenti mirati tanto a livello regionale quanto a livello provinciale.
L’irruzione del Covid19 quest’anno è stato uno tsunami per la nostra vita sociale: ha rivoluzionato le nostre vite, le nostre abitudini, il nostro modo di rapportarci agli altri. E, non da ultimo, ha messo in ginocchio la nostra economia, contraendo la disponibilità di spesa degli italiani e costringendo il paese ad un lungo lockdown, di cui il sistema di impresa si è fatto carico, anche in territori come il mezzogiorno d’Italia, e soprattutto la nostra provincia, pur colpiti più marginalmente dal problema sanitario nel corso della prima fase. Gli effetti di tale lockdown non sono stati ovviamente neanche minimamente attutiti dal sistema degli aiuti messi in moto, caratterizzato da meccanismi farraginosi e da tempi di erogazione spesso inconciliabili con le necessità di imprese e lavoratori.
Oggi, dopo un terzo trimestre che aveva dato qualche timido segnale di ripresa economica in un contesto che ci avevano detto dover essere di “convivenza” con il virus, ci troviamo nel pieno della seconda ondata, che sebbene fosse largamente attesa e annunciata, sembra stia trovando impreparato il sistema paese. Oggi questa impreparazione sembra venga scaricata solo su alcune categorie di operatori (ristoranti, bar, pubblici esercizi in genere, palestre e centri sportivi).
Gli stessi che hanno sostenuto grandi investimenti negli ultimi mesi per adeguarsi alle normative, applicare i protocolli, rispettare il distanziamento sociale per continuare a dare in sicurezza un servizio di evasione e di tempo libero di cui c’è oggi un grande bisogno. E fa specie pensare che le sacrosante necessità di contenimento della seconda ondata vengano immaginate esclusivamente come il sacrificio di luoghi aperti al pubblico e ipercontrollati in termini di distanziamento, igiene e rispetto dei protocolli, mentre le persone continuano ad affollarsi nei trasporti pubblici per raggiungere ogni altro luogo di lavoro e vengono solo “sconsigliate” dal ricevere persone o dal riunirsi presso abitazioni private. Misure che pertanto hanno anche il paradosso di essere inutilmente penalizzanti per alcune categorie di operatori e di non essere realmente efficaci per il contenimento della pandemia in questa fase.
In questo contesto generale, ma con lo sguardo ben piantato sulle peculiarità del nostro contesto territoriale e provinciale, oggi il sistema associativo vuole dare un messaggio di unità e anche di solidarietà intersettoriale, coerentemente alla sinergia portata avanti in questi anni dalle Associazioni all’interno della Camera di Commercio come luogo istituzionale di rappresentanza e sintesi di tutti i settori economici del territorio.
Tutto il sistema di impresa, pertanto, oggi si stringe attorno agli operatori dei pubblici esercizi, della ristorazione, dello sport e della cultura, oltre ogni barriera o confine settoriale e quindi oltre qualsiasi corporativismo o interesse particolare: non esiste area urbana senza commercio, non esiste artigianato senza pubblici esercizi, non esiste agricoltura senza ristorazione, non esiste turismo se si spengono le luci delle città.
Per questo simbolicamente tutto il sistema d’impresa fa una serrata a Lecce e nei principali centri della provincia. La sospensione della propria attività è sempre un’azione drammatica per un esercente: vale per chiunque gestisca un negozio, un laboratorio, un bar o un ristorante. Le attività commerciali sono un presidio urbano, un elemento di servizio per il cittadino, una fonte di reddito per il titolare e per tutti i dipendenti che ci lavorano, un elemento di contrasto al degrado e alla desertificazione dello spazio pubblico.
FORMAZIONI GRATUITE PER GIOVANI NON OCCUPATI - CONOSCENZE UTILI ALL'INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO ED EDUCAZIONE ALL’IMPRENDITORIALITÀ
L’Associazione Form.Ami comunica che il Fondo internazionale EEA e Norway Grants for Youth Employment ha promosso un progetto transnazionale chiamato “Young Entrepreneurs Succeed (YES!)”, impegnando oltre 2 milioni di Euro per i prossimi 3 anni, con l'obiettivo di supportare giovani non occupati all'accesso al mercato del lavoro e promuovere l'imprenditorialità tra le comunità svantaggiate.
Il progetto coinvolge otto istituzioni pubbliche e private operanti in sei Paesi dell'Unione Europea con ampia esperienza nella promozione dell'imprenditorialità tra giovani svantaggiati. Microfinanza Srl e Form.Ami si occupano dello sviluppo e della implementazione del progetto nella Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca attraverso il Progetto Policoro.
L'obiettivo del progetto è quello di favorire la creazione di percorsi occupazionali per giovani NEETs (ovvero ragazzi/e che non sono inseriti in percorsi lavorativi o formativi) di età compresa tra i 18 e 29 anni, supportando i gruppi di beneficiari in termini di ricerca attiva del lavoro e di avvio di un'attività autonoma.
Microfinanza e Form.Ami forniscono servizi di formazione, supporto per la ricerca di un lavoro e percorsi formativi, valutazione delle idee imprenditoriali ed accompagnamento al credito. I corsi di formazione coprono materie specifiche.
Le fasi di formazione hanno una durata complessiva di 30 ore, divise in moduli da 4 ore. Microfinanza e Form.Ami garantiscono inoltre (gratuitamente) a coloro che dovessero avere necessità e/o interesse, anche un supporto personalizzato di coaching e mentoring, dedicato a seguire il partecipante nelle fasi di analisi, sviluppo e validazione del proprio progetto professionale, oltre che di supporto di carriera, alla ricerca attiva di lavoro ed a corsi formativi professionalizzanti, miglioramento del proprio “personal branding”, e di sviluppo di competenze tecniche specifiche.
I percorsi di formazione e di supporto coprono i seguenti temi: Educazione Finanziaria -Educazione all’Imprenditorialità - Ricerca attiva di un lavoro - Creazione di un Curriculum Vitae - Colloquio: do’s & dont’s, simulazioni e consigli pratici - Lean Methodology: Value Proposition Canvas e Business Model Canvas - Business Plan - Fundraising - Excel.
Per informazioni: Associazione Form.Ami - Piazza Cappuccini, 15 – Tricase - Telefono: 0833 1826042 - E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 2 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 4.060 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 626casi positivi: 206 in provincia di Bari, 71 in provincia BAT, 47 in provincia di Brindisi, 169 in provincia di Foggia, 87 in provincia di Lecce, 41 in provincia di Taranto, 5 casi di residenti fuori regione.
Sono stati registrati 9 decessi: 3 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 4 in provincia di Foggia.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 567.098 test.
6.619 sono i pazienti guariti.
12.569 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 19.928, così suddivisi:
8.044 nella Provincia di Bari;
2.187 nella Provincia di Bat;
1.347 nella Provincia di Brindisi;
4.810 nella Provincia di Foggia;
1.447 nella Provincia di Lecce;
1.949 nella Provincia di Taranto;
144 attribuiti a residenti fuori regione;
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.