di Giuseppe R. PANICO
Il 2022 ci ha lasciato con tanti problemi che, traslati al 2023, sembrano anche aggravarsi. La guerra in atto e l’evoluzione della geopolitica ci stanno portando ad un mondo sempre più militarizzato e muscolare, con deciso aumento delle spese militari e sviluppo di nuove armi e tecnologie per guerre sempre più ibride e distruttive.
Nella guerra, come in ogni attività umana, prevale chi dispone di tecniche e organizzazioni migliori, avanzato addestramento del personale e cultura/motivazione/identità nazionale. Non possiamo che augurarci che quella di aggressione in Ucraina non si espanda e che subentri presto la pace.
Nella politica nazionale, abbiamo poi avuto una corposa svolta a destra con gravi contraccolpi a sinistra e riconsiderazioni, per necessità energetiche, sulla cultura ambientalista. Come anche sulla accoglienza dei migranti, spesso svilita, per nostra debolezza istituzionale e scarsa capacità di integrare, da diffusa ipocrisia ed opportunismo economico a danno di un’Italia vista sovente come mera espressione geografica con porte aperte e senza filtri per ogni tipo di arrivo.
E ‘stato anche un anno molto caldo e per Tricase comune costiero, sofferente in economia ma beneficiato da un clima favorevole e da un mare “bagnabile” per gran parte dell’anno, il cambiamento climatico porta anche a nuove considerazioni sul turismo. Ancor più se, ai beni naturali, si aggiungono i beni lasciatoci dai nostri avi, come storia e cultura, edifici ed infrastrutture (ospedale, chiese, palazzi, castelli, porti, piazze, strade costiere etc.).
Ma, come sempre, non basta vivere in pace ed avere fortuna se poi questa non è resa produttiva mediante un valido piano e una mentalità che, sulle fondamenta già esistenti, sappia innalzare solidi pilastri per il futuro. Di recente, di guerre o schermaglie, ma con armi cartacee e spuntate, ne abbiamo fatte (e perse) anche noi. Non contro i nostri simili, ma contro degrado e sfregio territoriale che nostri simili ci hanno causato. Come per il cadente panoramico rudere di circa 500 mq, ora in vendita, in cima a Punta Cannone e oggetto di brutte cronache, cattiva immagine e sconfitte legali.
Più a Sud, la piscina “poco naturale” di Marina Serra, realizzata negli anni 60 del passato millennio, continua intanto a dare un forte contributo all’immagine di Tricase, al richiamo turistico e dunque all’ economia locale. In città, l’ACAIT, grazie alla economia del tabacco, produceva, lavoro, risparmi e ricchezza, dunque anche denaro pubblico (dunque nostro) attraverso le tasse.
Denaro prelevato poi massicciamente dalla politica locale per acquisire quel complesso, lasciarlo crollare e poi cercare di recuperarlo per usi marginali e/o pretestuosi e nuovi costi di gestione. Al Porto, si osserva poi che l’ampio e basso pianoro, sul retro di Punta Cannone e sotto quel rudere ben si presterebbe, scavandolo, a realizzare una grande piscina di mare, a similitudine di quella di Marina Serra.
Un invaso poco profondo, intorno ai 2000 mq, collegabile con vie d’acqua anche con le adiacenti antiche cave, già dotato di spiaggetta interna, protetto dalla tramontana, altamente soleggiato e dunque con acqua più calda. Darebbe un grande sbocco alla attività balneare e un forte incentivo alla presenza turistica. Inoltre, come con l’ACAIT, il Comune potrebbe comprare o a far proprio quel rudere, ma per poi abbatterlo, eliminare le rovine e realizzare un ampio panoramico verde parco con affaccio sul porto e sulla sottostante nuova grande piscina di mare.
Tricase e tutto l’hinterland potrebbero così disporre di un sito costiero fra i più attrattivi del Salento che favorirebbe, grazie a maggiori presenze turistiche, anche l’albergo diffuso cittadino, ampliabile con le tante case ora inutilizzate.
Con il trasferimento poi della attuale vietata “balneazione portuale” verso la nuova ipotizzata piscina, si potenzierebbe il porto e la nautica, recependo così quanto che la stessa Commissione Europea suggeriva anni fa.
Certo sarà difficile vincere la guerra politica e cartacea, contro burocrazia, vincoli e ostilità culturali. A meno che, come per le guerre vere, non sia supportata da decisa volontà di agire, come anche da dibattito cittadino.
Dopo troppi decenni di inerzia, con un Piano Coste sostanzialmente improduttivo e un PUG ancora inesistente, forse anche noi, cittadini di oggi, vorremmo e potremmo, come già fecero i nostri avi, con meno cultura scolastica e meno social, ma con più saggezza contadina e concretezza politica, lasciare ai posteri qualcosa di nuovo, di utile e di grande. Una più bella e funzionale Tricase Porto con porto, parco e piscina, perfettamente integrati. Un invidiabile gioiello sul mare.
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Venerdì, 28 gennaio 2023
il Volantino (cartaceo), ritorna in distribuzione
sabato, 4 febbraio 2023
Venerdì, 27 gennaio 2023
COVID: ATTUALMENTE POSITIVI
Fonte Asl Lecce
ALESSANO 6
ALEZIO 2
ALLISTE 10
ANDRANO 2
ARADEO 4
ARNESANO 3
BAGNOLO DEL SALENTO 1
BOTRUGNO 2
CALIMERA 8
CAMPI SALENTINA 9
CANNOLE 4
CAPRARICA DI LECCE 1
CARMIANO 7
CARPIGNANO SALENTINO 6
CASARANO 17
CASTRI' DI LECCE 3
CASTRIGNANO DEI GRECI 2
CASTRIGNANO DEL CAPO 12
CAVALLINO 22
COLLEPASSO 9
COPERTINO 19
CORIGLIANO D'OTRANTO 8
CORSANO 3
CURSI 3
CUTROFIANO 14
DISO 1
GAGLIANO DEL CAPO 4
GALATINA 28
GALATONE 23
GALLIPOLI 10
GIUGGIANELLO 0
GIURDIGNANO 2
GUAGNANO 5
LECCE 113
LEQUILE 3
LEVERANO 19
LIZZANELLO 4
MAGLIE 9
MARTANO 9
MARTIGNANO 1
MATINO 10
MELENDUGNO 7
MELISSANO 1
MELPIGNANO 2
MIGGIANO 1
MINERVINO DI LECCE 3
MONTERONI DI LECCE 8
MONTESANO SALENTINO 0
MORCIANO DI LEUCA 6
MURO LECCESE 5
NARDO' 26
NEVIANO 6
NOCIGLIA 2
NOVOLI 6
ORTELLE 2
OTRANTO 19
PALMARIGGI 5
PARABITA 3
PATU' 0
POGGIARDO 12
PRESICCE-ACQUARICA 13
RACALE 13
RUFFANO 19
SALICE SALENTINO 12
SALVE 0
SANARICA 1
SAN CESARIO DI LECCE 3
SAN DONATO DI LECCE 8
SANNICOLA 2
SAN PIETRO IN LAMA 3
SANTA CESAREA TERME 5
SCORRANO 10
SECLI' 2
SOGLIANO CAVOUR 6
SOLETO 7
SPECCHIA 4
SPONGANO 9
SQUINZANO 6
STERNATIA 2
SUPERSANO 3
SURANO 0
SURBO 12
TAURISANO 5
TAVIANO 4
TIGGIANO 1
TREPUZZI 8
TRICASE 14
TUGLIE 3
UGENTO 14
UGGIANO LA CHIESA 4
VEGLIE 23
VERNOLE 16
ZOLLINO 1
SAN CASSIANO 2
CASTRO 0
PORTO CESAREO 9
Venerdì, 27 gennaio 2023
di Pasquale FERRARI
Tra le tante ricorrenze istituite per commemorare un qualcosa o un qualcuno, quella che senza ombra di dubbio tocca il Cuore di ognuno è il Giorno della Memoria. Istituita quale ricorrenza internazionale nel 2005 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite (in Italia era stata approvata già nel 2000, con apposita legge e in altri Paesi anche prima), nel sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto, la «Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell'Olocausto» viene celebrata ogni 27 gennaio perché in quel giorno, appunto nel 1945, le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, nel quale trovarono la morte oltre 1 milione di prigionieri, in gran parte ebrei (ma anche molte altre categorie di internati), divenuto, nell'immaginario collettivo, il simbolo universale del lager, nonché sinonimo di "fabbrica della morte".
Ogni anno sono numerose le cerimonie, gli incontri e gli eventi commemorativi e di riflessione (mostre, programmi televisivi, spettacoli, proiezioni cinematografiche), per RICORDARE le vittime della “Shoah”, termine col quale spesso si indica lo sterminio preferendolo a “Olocausto” in quanto non richiama, come quest'ultimo, l'idea di un sacrificio inevitabile, e per SENSIBILIZZARE la collettività alla Memoria e alla Solidarietà di chi ha saputo lottare e resistere con coraggio nella pagina più buia della storia dell’Umanità. Capitoli scritti con l’inchiostro dell’odio, della sopraffazione, della violenza.
Anni di imposizione dura e prepotente della volontà di alcuni, animata da sentimenti di acuta ostilità, impressi nella mente forse più della tortura dei tatuaggi, coi quali, per identificarli, venivano segnati indelebilmente i prigionieri sulla pelle. A futura Memoria.
Un ricordo sempre vivo, che tale rimarrà in eterno, non solo per il dolore di quelle ferite, a dispetto di quello che malauguratamente ha prospettato la senatrice a vita Liliana Segre, superstite e testimone attiva della Shoah italiana, non nascondendo i suoi timori e le sue amarezze. “Una come me ritiene che tra qualche anno” sulla Shoah “ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella”.
Per ricordare l’eccidio occorre sollecitare il meccanismo di immedesimazione, l’unico capace di moltiplicare all’ennesima potenza i sentimenti di indignazione nei confronti di tutte le forme di intolleranza, di razzismo, e di istigazione all’odio e alla violenza. La parola chiave è Empatia. Quando non si avranno più testimoni, che vanno scomparendo, sarà certamente più difficile celebrare. E forse, per questo, potrebbe trovare parziale giustificazione il lamento di Liliana Segre. L’imperativo, tuttavia, è trovare comunque il modo per farlo. Se saremo sempre capaci di immedesimarci con uno qualsiasi di quegli internati saremo ancora in grado di opporci alle prepotenze e alle ingiustizie, a vecchi e nuovi “nazismi”. Non solo il 27 gennaio, ma tutti i giorni di tutti gli anni dovremmo anche solo provare a sentirci come fossimo tante piccole Liliana o come la giovanissima Anna Frank e gli altri milioni di vittime, che a differenza sua in quegli inferni ci sono rimaste.
Solo così potremmo avere la certezza di riuscire a sconfessare le parole amare della senatrice a vita. Per tranquillizzare lei, noi e il mondo intero dal pericolo dell'oblio. “Nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta” è una frase con cui il poeta Ugo Foscolo cercava nei confronti della morte qualcosa di divino, pur non avendo fede religiosa. Ecco. Potremmo un giorno perdere l'intelletto, facoltà non a caso contrapposta alla sensibilità, ma non perderemo mai il Cuore. Né la sua Memoria.