di Giuseppe R. PANICO

Sono molti i fattori che possono indicare il livello di civiltà di una comunità, sia in termini di confronto con i valori sostenuti in una società libera ed avanzata, che in rapporto ad altre comunità o nazioni.

Certamente avere nelle nostre carceri, dall’inizio dell’anno, già 72 suicidi, spesso persone in attesa di giudizio e dunque possibili innocenti, non depone bene sulla qualità della nostra giustizia, penale o civile che sia. Un altro nostro esempio di ben triste attualità, sono i tantissimi incidenti sul lavoro, anche per carenze delle autorità preposte.

Altrove, può essere anche il modo di condurre una guerra di occupazione.

Se limitarla agli aspetti prettamente militari o, se in difficoltà sul campo, infierire su popolazioni, città, villaggi, fonti di energia e depositi di acqua, in vista di un inverno di gelo e fame.

Come anche il blocco di derrate alimentari verso paesi già disastrati e sovrappopolati, creando così le condizioni, per altra fame e nuovi flussi migratori. Ovviamente, ci auguriamo di non rimanere troppo colpiti anche da tali tragiche situazioni belliche e che lo “Stil Novo” del nuovo governo e, auspicabilmente, di una opposizione che sappia meno sinistrarsi e sinistrarci, ci aiuti a contenere danni, povertà e disagi.

Quasi assuefatti all’inefficienza, ormai antica, di tante nostre istituzioni, come pure al protrarsi e inferocirsi di una guerra in Europa, non possiamo fare a meno di continuare a vivere in quella fitta ragnatela di asfalto, urbana ed extraurbana, che è la rete viaria.

Non solo come utilizzatori e finanziatori (spesa pubblica e azione amministrativa per gestione e manutenzione) ma, purtroppo, anche come potenziali vittime di incidenti e, pur senza intenzioni, potenziali suicidi e/o omicidi stradali.

Migliaia di morti ogni anno e decine di migliaia di feriti e invalidi con famiglie precipitate in un istante nel dolore e nella crisi.

Quasi una guerra, anche questa, come quella in Ucraina, non dichiarata, condotta sull’asfalto, strada per strada, a volte negli incroci sotto casa.

Dovrebbe indurci ad un profondo riesame del nostro stile di guida e dei doveri degli amministratori verso una più accurata realizzazione e manutenzione della nostra ragnatela d’asfalto.

Per la guerra di aggressione in Ucraina, con tante vittime e crisi diffuse nel mondo, sbandieriamo sovente la parola “Pace”. Per la cruenta “guerra” in casa, con migliaia di vittime sull’asfalto, pur senza missili e cannoni, alleanze politico-militari e politiche aggressive, né una manifestazione né una bandierina di pace.

Solo cronaca, manifesti funebri, lacrime e…condoglianze. In ambedue le guerre sono soprattutto i giovani a cadere e quelli sull’asfalto spesso anche per aver fatto uso di droga e alcool.

Troppe auto circolano poi senza assicurazione, troppi autisti/motociclisti/ciclisti/pedoni non rispettano le più elementari norme stradali, troppa segnaletica andrebbe aggiornata, troppe manutenzioni sono trascurate e troppi incidenti ci rattristano l’esistenza.

Sulla fitta ragnatela di asfalto, i ragni della mala sorte non dormono mai, sono sempre in agguato per ghermire vite o causare danni e ferite. Aiutati dai troppi che non rispettano nemmeno lo Stop, non si degnano di mettere la freccia, guidano con il cellulare in mano, usano le strade come piste e aree di parcheggio personali e, dando con la propria targa, nome e cognome al proprio scarso senso civico.

Negli USA, anni 70. ricordo, oltre alla patente, il corso aggiuntivo, con contorno di immagini cruente, di “Defense Driving” “difendersi dai pericoli della guida” e, all’ingresso di una grande “High School” una voluminosa teca in vetro con tante scarpe di diversa foggia e colore.

Ogni scarpa rappresentava uno studente che, per triste sorte, non aveva completato gli studi, la maggior parte per incidenti stradali. Un monito per coloro che sull’asfalto volessero continuare a correre e soprattutto a vivere.

Pace in Ucraina, difficile da ottenere se chi ha iniziato la guerra non intende affatto fermarla. Più pace sull’asfalto che pur raggiungibile, in troppi sembrano disconoscere. Forse perché, assuefatti anche a questa guerra, non disdegnano di parteciparvi, spesso rimettendoci, insieme alle loro vittime, non solo una scarpa.

A breve, la terza domenica di novembre, si celebrerà la giornata delle vittime della strada, vittime che con un po’ più di civiltà, anche paesana, potremmo in gran parte risparmiarci

di Alessandro DISTANTE

Se a Sharm el-Sheikh i Capi di Stato di (quasi) tutto il mondo discutono del futuro del pianeta e delle varie emergenze tra le quali anche quella idrica, a Tricase il tema acqua è al centro non solo del dibattito cittadino ma anche dell’attività amministrativa.

Dopo il diluvio che ha portato tanti danni e tante paure, ben si può dire che l’acqua, anche da noi, è bene (o male) comune. Se in Egitto si discute degli effetti della siccità, del surriscaldamento del pianeta e del rischio di desertificazione; se otto milioni di persone muoiono di sete; se da anni gruppi di cittadini lottano contro la privatizzazione dell’acqua ricordando il referendum del 2011, a Tricase si discute di sistemi di smaltimento delle acque piovane e di allagamenti e si programmano anche interessanti ed importanti iniziative. E’ proprio il caso di dire che ogni questione globale è anche -e prima ancora- locale.

Ed è per promuovere la cultura del risparmio idrico e del diritto universale all’acqua pubblica che la Giunta municipale ha approvato un progetto per il recupero, la rigenerazione e la rifunzionalizzazione delle fontanine dell’Acquedotto Pugliese.

Sempre in tema di Acqua Bene comune, la Giunta ha approvato un progetto di fogna nera a Marina Serra per partecipare ad un Bando regionale; il Bando –manco a dirlo- si chiama “Acqua bene comune”, pur trattandosi, ovviamente, di ben altra acqua.

Con un’ultima delibera, la Giunta ha approvato la fattibilità tecnica per l’ammodernamento e l’implementazione dell’impianto di distribuzione della rete irrigua e, ancora una volta, il Bando è “Acqua Bene comune”.

Acque da bere alla fontana, acque da smaltire senza allagarsi e acque da recuperare per irrigare, ma pur sempre Acqua Bene comune.

Intanto però compriamo l’acqua in bottiglie di plastica a perdere, sprechiamo ingenti risorse idriche per le falle nelle tubazioni dell’Acquedotto, gettiamo le acque raccolte senza riutilizzarle e le acque, talvolta, diventano causa di disastrosi allagamenti; così da “Bene comune” l’acqua rimane “Male comune”.

Ed allora, che tornino a funzionare le fontanine, non solo come elementi di arredo degli angoli del nostro paese ma anche come segnali che ci facciano riabituare al valore dell’acqua e, ancor prima ed ancor di più, che ci facciano gustare la fresca bellezza del Bene comune.

Venerdì, 11 novembre 2022

Covid: attualmente positivi

Fonte Asl Lecce

ALESSANO  20

ALEZIO  10

ALLISTE 21

ANDRANO 19

ARADEO  21

ARNESANO 14

BAGNOLO DEL SALENTO 4

BOTRUGNO 8

CALIMERA 14

CAMPI SALENTINA 34

CANNOLE 8

CAPRARICA DI LECCE 5

CARMIANO 52

CARPIGNANO SALENTINO 11

CASARANO 57

CASTRI' DI LECCE 10

CASTRIGNANO DEI GRECI  9

CASTRIGNANO DEL CAPO 14

CAVALLINO 46

COLLEPASSO 19

COPERTINO 78

CORIGLIANO D'OTRANTO  11

CORSANO 32

CURSI 19

CUTROFIANO 43

DISO 5

GAGLIANO DEL CAPO 10

GALATINA 86

GALATONE 44

GALLIPOLI 32

GIUGGIANELLO 1

GIURDIGNANO  9

GUAGNANO 25

LECCE 305

LEQUILE 25

LEVERANO  54

LIZZANELLO 39

MAGLIE 42

MARTANO 21

MARTIGNANO  7

MATINO 23

MELENDUGNO 19

MELISSANO 18

MELPIGNANO 3

MIGGIANO 13

MINERVINO DI LECCE  9

MONTERONI DI LECCE 49

MONTESANO SALENTINO  7

MORCIANO DI LEUCA 16

MURO LECCESE  18

NARDO' 105

NEVIANO 21

NOCIGLIA  7

NOVOLI 29

ORTELLE 7

OTRANTO 24

PALMARIGGI 24

PARABITA 42

PATU' 10

POGGIARDO 20

PRESICCE-ACQUARICA 28

RACALE 27

RUFFANO 18

SALICE SALENTINO 45

SALVE 55

SANARICA 6

SAN CESARIO DI LECCE 30

SAN DONATO DI LECCE 16

SANNICOLA  16

SAN PIETRO IN LAMA 13

SANTA CESAREA TERME  6

SCORRANO 18

SECLI' 5

SOGLIANO CAVOUR 25

SOLETO 13

SPECCHIA 26

SPONGANO 15

SQUINZANO 48

STERNATIA 11

SUPERSANO 12

SURANO 6

SURBO 55

TAURISANO 27

TAVIANO 43

TIGGIANO 25

TREPUZZI 42

TRICASE 90

TUGLIE 12

UGENTO 40

UGGIANO LA CHIESA  4

VEGLIE 22

VERNOLE 26

ZOLLINO 2

SAN CASSIANO 14

CASTRO 8

PORTO CESAREO 13

 

il volantino torna in distribuzione

Dopo la sosta tecnica di sabato scorso - il settimanale cittadino di Tricase torna in distribuzione domani - sabato 12 novembre in versione cartacea

 

fonte Nuovo Quotidiano di Puglia

L’esito delle urne è apparso chiaro sin dalle prime fasi dello spoglio: sindaci e amministratori salentini hanno premiato ancora una volta il centrosinistra. Il presidente uscente della Provincia  di Lecce Stefano Minerva si riconferma alla guida di Palazzo dei Celestini per altri quattro anni.

Nulla da fare per il centrodestra che si presentava al voto con il candidato Michele Sperti.

Il sindaco di Miggiano ha chiuso la partita elettorale con una percentuale di consensi che nella tarda serata di ieri superava già il 60% dei consensi, attestandosi sul dato parziale di 64 a 36.

Determinanti i voti di Lecce e Gallipoli

A determinare l’esito della partita i voti di Lecce e Nardò, innanzitutto dove Minerva si è imposto per 31 voti a 25. E due astenuti. Se nel capoluogo, a fronte di una maggioranza a 21 del governo di Carlo Salvemini, il primo cittadino di Gallipoli dovrebbe aver fatto bottino pieno, esito a sorpresa a Nardò.

Nel Comune del sindaco Pippi Mellone ai quattro voti della minoranza di centrosinistra si sono sommati altri 6 consensi della maggioranza. Un risultato tutt’altro che scontato, soprattutto se rapportato al nuovo corso di destra del primo cittadino.

A fine agosto, infatti, in occasione del voto per le politiche Mellone aveva preso le distanze dal civismo progressista di centrosinistra, tornando a schierarsi nettamente a destra. Una “conversione” che a distanza due mesi non ha trovato conferma alle urne di Palazzo dei Celestini.

Come già era accaduto nel 2018, anche questa volta seppure in maniera meno netta a tirare la volata a Minerva sono stati i voti di Nardò. Sulla base del sistema del voto ponderato, infatti, un singolo consenso degli amministratori di Lecce e Nardò valeva 308 voti. Ma tant’è.

Il sindaco di Gallipoli, sostenuto dal Pd, dal centrosinistra e dall’universo delle civiche che fanno riferimento a Emiliano e agli assessori regionali Alessandro Delli Noci e Sebastiano Leo, ha fatto risultato anche nei Comuni che rientravano nella seconda e nella terza fascia di voto. A Gallipoli naturalmente.

Ma anche a Copertino, Tricase, Galatone e Trepuzzi e in numerose realtà della Grecìa Salentina e del Capo di Leuca.

Di contro Sperti - sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Regione Salento - ha fatto risultato a Maglie, patria del neo ministro Raffaele Fitto. Ma anche a Casarano e in parte a Galatina e in alcune realtà del centro e nord Salento.

Risultato che non è stato sufficiente, però, a strappare la guida della Provincia al centrosinistra. Nella terza fascia di voto - tra 5mila e 10mila votanti - la partita si è chiusa con 225 voti per Minerva e 94 per Sperti (4 schede bianche e 5 nulle). 

 

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