Meetup Cinque Stelle per Tricase

Egregio Direttore, dobbiamo nostro malgrado prendere atto delle grandi verità riferite da Bauman, quando afferma che il portato principale della “modernità liquida” dei nostri giorni sia la concezione del dibattito pubblico non come dibattito sul bene comune, bensì come momento di condivisione pubblica di problemi “privati”. Lo dimostra il tenore del recente dibattito sull’impianto di compostaggio, che si va via via focalizzando, anche per merito (o demerito) delle forze di opposizione che siedono in consiglio comunale, sull’errata localizzazione nei locali ex Adelchi, in quanto lederebbe alle attività correnti nella zona industriale e a quelle che ivi potrebbero nascere. Sia chiaro che il “risveglio” degli imprenditori va accolto come una nota positiva in un dibattito finora poco partecipato dalla società tricasina; tuttavia, sarebbe auspicabile il loro contributo in un’ottica più ampia di analisi della questione, non solo in quella riassumibile nel movente “non nel mio giardino”. Se entrassero nella questione con un approccio di maggiore responsabilità sociale, potrebbero dare grande forza alle numerose ragioni, molte delle quali portate in discussione pubblica dallo scrivente meetup da più di un anno, che giustificherebbero l’abbandono dell’attuale progetto. Riparerebbero così al ritardo col quale si sono interessati al problema. E qui veniamo a ricordare ancora una volta gli errori commessi dal sindaco, condivisi dagli amministratori dell’ARO LE/8 e dell’ATO, in questa corsa all’impianto industriale per il compostaggio. Proponemmo al sindaco, in occasione di un incontro pubblico nel lontano dicembre 2013, di farsi promotore del paradigma “rifiuti-zero” in seno all’ARO (di cui, lo ricordiamo, Tricase è comune capofila) e all’ATO, sollecitando, fra l’altro, l’avvio immediato della raccolta della frazione organica che, nelle more della realizzazione di un piano di gestione locale della stessa, sarebbe stata trasportata per il trattamento in impianti fuori provincia. Più volte ci è stato risposto che la soluzione sarebbe stata troppo onerosa, in quanto il costo di gestione per tonnellata, fra conferimento e trasporto, sarebbe lievitato in modo insostenibile. Ci siamo permessi di evidenziare, in risposta, l’inadeguatezza del ragionamento seguito per rigettare l’opzione da noi proposta, in quanto una politica rifiuti zero avrebbe da subito prodotto una riduzione delle tonnellate complessivamente avviate a trattamento, grazie al potenziamento della pratica di compostaggio domestico. Lungi dall’essere una nostra elucubrazione mentale, tali dinamiche possono essere osservate in paesi a noi vicini come Racale, che, coraggiosamente, hanno compiuto questa scelta. Questo tipo di percorso avrebbe consentito di conoscere la capacità di auto-compostaggio da parte del territorio, a partire dalle utenze domestiche per arrivare alle scuole e alle attività di ristorazione. Da questi nuovi dati sui flussi dei rifiuti sarebbe potuta partire una più razionale programmazione della loro gestione, consentendo, peraltro, la progettazione di soluzioni impiantistiche più semplici e ridotte rispetto alle quali si sarebbe potuto puntare ad una più rapida aggiudicazione dei fondi europei in scadenza, ad una più ampia occupazione di risorse umane e ad una gestione del compost meno “commerciale” e maggiormente in funzione dell’esigenza di restituzione della sostanza organica ai terreni del Salento, da tempo rilevata. Queste precisazioni erano doverose prima di qualsiasi ulteriore riflessione, che pure abbiamo elaborato, sulle più opportune modalità attraverso le quali potrebbe essere gestito il progetto portato comunque avanti senza se e senza ma dal sindaco Coppola, che ci riserviamo di condividere a breve, nella speranza che nel frattempo lo stesso non trovi compimento. A riveder le stelle.

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