di Nunzio Dell'Abate  INDENNITA’ E RISULTATO
 
La Giunta Chiuri ha deliberato le indennità di Sindaco ,Assessori e Presidente del Consiglio.
Alla misura base ha ritenuto di applicare le maggiorazioni previste dalla normativa.
Ciò ha comportato un aumento dell’11% rispetto a quelle dei precedenti amministratori.
 
La decisione ha suscitato vivace clamore in città, tra chi ha gridato allo scandalo e chi l’ha ritenuta giusta. Fondamentalmente, tra chi considera il taglio delle indennità il metro di valutazione dell’operato politico amministrativo e chi l’equo compenso per impegno tempo e responsabilità sottesi ad un incarico di governo di tal genere .
Il fronte si allarga ancora, tra chi reputa l’amministrare per il bene comune puro volontariato e quindi da espletarsi gratuitamente e chi sostiene che in tal caso solo benestanti e pensionati potrebbero cimentarsi.
 
Nello specifico parliamo di € 2.928,29 per il Sindaco,
1.610,55 per il vice, 1.317,73 per l’Assessore e di ugual cifra per il Presidente del Consiglio, al mese ed al lordo
delle ritenute Possono apparire eccessive come congrue o addirittura inadeguate. Ma quantificazione base e maggiorazioni,ove si decidesse di applicarle, sono statuite dalla legge.
Come anche l’indennità di fine mandato del Sindaco, pari ad una mensilità per ogni anno di amministrazione.
 
Ridursi o tagliarsi interamente l’indennità di carica in
favore del bilancio comunale e quindi della comunità,devolverne parte o tutta per scopi socio-assistenziali o
per altre meritorie finalità e servizi sono atti consegnati alla sensibilità di ciascun amministratore. Come accade
per qualunque individuo che decida di compiere un gesto di liberalità o di carità umana, donando somme di
danaro o prestando gratuitamente la propria attività. Può allora sindacarsi questa scelta? E soprattutto può
discendere da essa il parametro di giudizio del buon governare?
E se, invece, l’indennità fosse rapportata al risultato? Al conseguimento di finanziamenti? Alla realizzazione di
infrastrutture e servizi? All’indice della qualità della vita, dello sviluppo economico ed occupazionale, della
salvaguardia ambientale? Alla misura di contenimento e razionalizzazione dei costi generali dell’ente? Al grado di
partecipazione e trasparenza dell’azione di governo? Alla percentuale di programma elettorale attuato?
Forse sarebbe il giusto compromesso, ma occorrerebbero “cambiamenti” normativi...

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