di Alessandro Distante

La fiaba del Presepe Vivente, alla fine, diventa festa. Come per incanto, ti ritrovi san Giuseppe o Gesù bambino, il Proconsole o Erode, il fabbro e la tessitrice, la fornaia ed il soldato romano, tutti seduti uno accanto all’altro per una Cena di comunità.

E’ bella l’aria che si respira su Monte Orco ed è bella quella che si respira nella Cena, dove nessuno si prende meriti e dove tutti ringraziano tutti, consapevoli come sono che se la magia del Presepe si ripete da 38 anni è perché tutti ne sono protagonisti.

Le circa 400 persone diventano il simbolo di un mondo senza barriere; tanti bambini, tanti giovani e tanti adulti e, perché no, anche tanti anziani. Non è facile ritrovare insieme famiglie, ma lì, come su Monte Orco, la magia è proprio quella.

Tra un piatto e l’altro, le immagini della Edizione appena conclusa, la soddisfazione di essere stati, ancora una volta, visitati da tanta gente con tanto di testimonianze di chi, ogni anno e da anni, viene fino a Tricase per vivere il Natale sulla collina.

Sempre nel ricordo di chi non c’è più oppure di chi, per motivi di salute, è presente ma non di persona. Tutti felici per avere dato un contributo perché – come dice il Presidente ing. Morciano- ci sono tanti modi per dare una mano alla costruzione del Presepe.

Alla fine anche san Giuseppe, da anni muto protagonista, si lascia andare ad un ballo, felice della rassicurazione del Presidente: “Tranquillo, l’anno prossimo sarai ancora tu il nostro San Giuseppe”. Perché i personaggi a Monte Orco sono persone, tutte importanti ed anzi uniche e perciò non sostituibili.

 

 

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