di Nunzio Dell'Abate

Con una recente determina, il Responsabile del Settore dei Lavori Pubblici ha affidato ad una ditta l’incarico di provvedere, dietro il corrispettivo di € 45.000, alla manutenzione ordinaria (rattoppi e colmature di buche) di determinate vie cittadine.

Se pur non esaustiva senz’altro una buona decisione, visto il precario stato del manto stradale che, oltre ai disagi per gli utenti ed alla cattiva immagine per la Città, origina un notevole contenzioso con pesanti ripercussioni sul bilancio comunale.

Certo un po' azzardata è stata la tempistica dell’intervento, ancora in corso, alle soglie della stagione invernale e nel pieno di precipitazioni e temporali.  

Ma ciò che più ha attirato l’attenzione è stato il criterio di scelta delle strade su cui intervenire. Nella determina, difatti, si legge: “l’Amministrazione Comunale ha provveduto a segnare a questo ufficio le seguenti strade” e di seguito l’elenco.    

Si è pensato, forse gli Amministratori avranno le competenze tecniche per individuare le strade più disastrate e più insidiose per la circolazione pedonale e veicolare? Avranno redatto una relazione tecnica con i criteri seguiti e le misurazioni del caso? Niente di tutto ciò.

Basta recarsi in Ufficio e chiedere. Ci sono solo dei fogli ove è riportato a mano, ma con bella grafia, un elenco di strade, senza alcun altro dato.

Non ci vuole molta fantasia per comprendere quale sia stato il criterio selettivo usato dagli Amministratori…

Se questi sono i Cambiamenti annunciati nel modo di amministrare la cosa pubblica, vien nostalgia della Prima Repubblica!

Un buon Amministratore, nell’ottica dei principi di trasparenza efficienza e razionalità, dovrebbe determinare le risorse economiche da impiegare e l’indirizzo politico da seguire (rischiosità, maggiore frequentazione, ecc.), lasciando al funzionario comunale l’individuazione concreta delle arterie stradali su cui intervenire, con la relativa scala di priorità.  

Un buon Amministratore dovrebbe programmare, in sede di bilancio, il rifacimento integrale di quelle strade che presentano maggiori criticità e sulle quali ormai riparazioni “volanti” si rivelano inutili e dispendiosi palliativi.

Magari utilizzando, e non disperdendo in mille altri rivoli, le ingenti somme ricavate dalla T.A.S.I., dalle sanzioni amministrative per la violazione delle norme del codice della strada, dai proventi da parcheggi custoditi, dalle concessioni edilizie e dalla concessione del suolo pubblico, tutte entrate che dovrebbero avere proprio questa destinazione specifica.  

Un buon Amministratore dovrebbe adottare un regolamento comunale per scremare ed ordinare le disposizioni che si sono succedute nel tempo in materia di ripristino delle sedi stradali interessate da interventi per sottoservizi pubblici e/o privati.

E per rendere più rigida la previsione di idonee garanzie da parte di chiunque manometta il suolo pubblico e di adeguate sanzioni in danno degli inadempienti. Ma anche la predisposizione di controlli in corso d’opera e verifiche finali.

Ci sarebbe veramente tanto da fare, se si vuole Cambiare per davvero!

 

 

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