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Il Sindaco Chiuri ha presentato le dimissioni ed ora vi sono 20 giorni per ritirarle; è questa l’ipotesi che traspare, avendo il Sindaco dichiarato di voler continuare a governare con persone disponibili afare il bene di Tricase.

La chiamata è alla difesa di Tricase, minacciata da nemici interni ed esterni, assetati di potere e di ambizioni elettorali. Il gridare al nemico è un’antica tecnica difensiva.

Ma è vera? Chiuri parla di una comunità che sta camminando con impegno e sacrificio.

Ed è proprio questo il punto debole dell’analisi: quello che è maturato negli ultimi tempi è l’arretramento di un progetto di Città.

E’ quanto denunciato dal Presidente Martina e, prima di lui, dagli ex Assessori Turco e Piccinni.

Il nemico, tanto evocato dal Sindaco, rischia di trovare spazio perché trova il vuoto della politica e l’assenza di un progetto leggibile di Città: ad esempio, si chiude il centro storico e si occupa di auto via Roma; si chiede al Consiglio comunale il percorso della 275 e poi si condivide un altro progetto; si esprime pubblico apprezzamento per iniziative culturali ma poi dopo il saluto sopraggiungono sempre impegni istituzionali; si loda la comunicazione ma si sbeffeggia la stampa locale.

 

Quello che è venuto meno è proprio quello spirito di comunità in cammino, sol che si consideri che il clima di fiducia –al di là di quanto dichiarato dal Sindaco- è venuto meno addirittura all’interno della maggioranza.

A questo punto non basterebbe neppure un chiarimento interno se non vi è una svolta nello stile di fondo, altrimenti non resterebbe che rimettersi agli elettori.

Il rischio è che una conflittualità interna costringa ad andare avanti con diminuita forza ed allontani da quella pacificazione voluta da Chiuri, una pacificazione difficile ma che va perseguita nell’interesse di Tricase.

Solo così si sconfiggono i nemici veri o presunti, interni o esterni; ma per questo occorre la politica, quella vera che da qualche tempo non è dato scorgere.

A.D.

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