di Alessandro Distante

Novembre mese dei morti; Novembre mese delle olive. Vera la prima, difficile la seconda.

Il ricordo dei defunti si è “arricchito”, in questi giorni, del dibattito sul Cimitero vecchio: non è solo questione di salvaguardare un luogo dignitoso e sacro, così tutelando l’interesse dei parenti e dei titolari della cappelle, quanto quello di conciliare quell’interesse con quello degli altri se non addirittura conciliare il passato (il ricordo ed il culto dei defunti) con il futuro (il verde da far fruire alle generazioni di domani).

La raccolta delle ulive si è “impoverita”, in questi anni, colpita dal dramma della xylella: la questione non è solo quella della perdita degli alberi da parte dei proprietari e quindi dell’indennizzo, pure dovuto e necessario, e neppure solo quella dell’olio e quindi dei sapori della nostra cucina, ma anche quella di come conciliare la necessità di intervenire a tutela dei privati con l’interesse di tutti alla riqualificazione del paesaggio, di come conciliare il paesaggio tradizionale delle nostre campagne (il passato) con l’esigenza della produzione di olio da alberi immuni dal contagio (futuro) seppure molto diversi per forma e tecniche di coltivazione.

A Tricase, per fortuna, non mancano esempi che dimostrano come pubblico e privato possano coesistere: l’esperimento della adozione da parte di Ditte e Associazioni delle aiuole e di spazi comunali segna un felice e riuscito connubio tra pubblico e privato; la riapertura del parco di via Giolitti è un altro esempio di come un gruppo di cittadini sia capace di riappropriarsi di uno spazio e di renderlo bello e fruibile alla collettività; il bosco di fichi d’India è un altro tentativo di diffusione dell’iniziativa di un privato e quindi di socializzazione.

Ed allora, è ben possibile che dalle emergenze si passi alle proposte ed alla soluzione, in una sinergia tra pubblico e privato che sono facce di una stessa medaglia.

La questione è semplice ma ha a che fare con l’idea di noi e degli altri, di passato e di futuro, di incontro e di scontro e, per essere risolta, necessita di confronto o, per dirla in termini diversi, ha bisogno di politica

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