Sabato,23 maggio 2020

di Alessandro Distante

In contemporanea con il Decreto Rilancio anche il decennale progetto della strada statale 275 ha avuto un suo rilancio.Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha infatti inviato al Presidente della Provincia di Lecce ed ai Sindaci dei Comuni

interessati, ivi compreso Tricase, una Bozza di parere sul progetto generale ed ha chiesto loro di esprimere il loro assenso o dissenso entro tre giorni. Il tutto –come hanno osservato numerosi Sindaci- senza neppure poter vedere il progetto stesso.

Il ristretto termine assegnato dal Consiglio Superiore ha portato il Presidente della Provincia a chiedere una proroga del termine di almeno dieci giorni per una migliore specificazione e condivisione del voto di competenza della Provincia e dei Comuni e per coinvolgere i consigli comunali. Tuttavia lo stesso Presidente della Provincia aveva già espresso un assenso sul progetto e ciò anche a seguito di consultazione per le vie brevi dei Comuni interessati.

Anche il Sindaco di Tricase ha già espresso il suo consenso, senza avvalersi della proroga richiesta dalla maggior parte degli altri Comuni. Il progetto è quello che riguarda la prima parte della strada, nel tratto che da Melpignano giunge fino alla Zona Industriale di Tricase (23 km sui 40 complessivi), mentre per la restante parte, e cioè quella che dalla Zona Industriale di Tricase dovrà raggiungere S. Maria di Leuca, al momento non vi è nulla. Il rilancio della 275 ha sollevato non poco interesse e, come sempre, non poche polemiche.

Da un lato, ha sorpreso come si possa chiedere un atto di assenso ad un progetto così importante senza neppure far vedere il progetto stesso; un termine di tre giorni è sembrato a tutti un non senso, quasi un modo per recuperare un passaggio partecipativo senza crederci più di tanto.Dall’altro lato il primo stralcio dell’intera opera, nata per collegare meglio Maglie con Leuca, assorbe pressocchè tutte le risorse finanziarie con la logica conseguenza che il secondo tratto, e cioè quello che da Tricase dovrebbe giungere a Leuca, sembra allo stato di difficile realizzazione.

Certamente torna la questione del Capo di Leuca che viene messo in coda agli interessi nazionali. L’intervento viario certamente migliorerà le condizioni del traffico specialmente sul tratto Scorrano Montesano, superando così il nodo creato dalla zona commerciale di Surano e risolvendo la questione dell’attraversamento di Montesano, ma lascerà insoluto il problema della sicurezza del tratto fino a Leuca e che vede interessato in particolare il territorio di Tricase.

Il Sindaco Chiuri aveva individuato una soluzione che sembrava conciliare le esigenze di tutela del territorio con quelle di assicurare la realizzazione anche dell’ultimo tratto, favorendo ed aderendo alla soluzione ad Ovest e cioè un percorso che dalla Zona Industriale devia a destra verso i comuni di Specchia e Miggiano. Ma anche quella soluzione, che ha trovato il consenso di massima dei Comuni più a Sud (ma non di quelli di Specchia e di Miggiano) non convince i sostenitori dell’inutilità della strada, i quali propendono per un intervento di sola messa in sicurezza della viabilità esistente.

La 275 pone ancora una volta questioni cruciali che vanno al di là della strada stessa: conciliare il tema della viabilità con quello della sicurezza, la questione ambientale con quella dello sviluppo del territorio, la realizzazione di un’opera pubblica ritenuta di importanza strategica con l’effettiva condivisione con il territorio.

Ed ancora: la centralità del Capo di Leuca e la ricerca di una unità su un progetto condiviso.

Nel momento in cui prende corpo la realizzazione dell’opera fino alla Zona Industriale e poi chissà se e chissà quando si farà l’ultimo tratto, emerge, ancora una volta, una visione di un’Italia che dal Nord scende al Sud, mentre il Sud del Sud rimane sempre in coda. Nessuno si è mai chiesto perchè non si è mai pensato, fin dall’inizio, alla realizzazione dell’opera da Leuca a Maglie e non viceversa.

La coincidenza della ripresa della 275 con il Decreto Rilancio dopo la pandemia pone un’ulteriore questione che è poi la questione di fondo: senza scomodare teorie keynesiane o di politica economica, il rilancio di un territorio o più in generale dell’Italia passa attraverso la realizzazione di interventi viari in una fase di costretta evoluzione verso forme di lavoro che annullano o riducono gli spostamenti e quindi l’esigenza di viabilità? Un bel tema, indubbiamente politico quando la politica tornerà a fare il suo mestiere.

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