A me piace il nuovo muro in pietra che, alternandosi a tratti protetti da ringhiera, si affaccia sul porto. Consente al passeggero, sia esso a piedi oppure in auto, di ammirare, al di là, il mare verde, spettacolo unico per un porto. Avevo espresso qualche dubbio sull’originaria previsione di ringhiere in acciaio inox ma era solo una prima idea, come mi ha spiegato l’ing. Vito Ferramosca, progettista e direttore dei lavori. Ora ai tratti di muro si alternano delle robuste ringhiere in ghisa che danno il senso di protezione e di solidità. Molto apprezzabile anche il basolato che ha sostituito il vecchio pavimento asfaltato. Non c’è che dire: Tricase Porto è pronta ad iniziare la stagione estiva con un nuovo look. Certo si può sperare che questa svolta all’insegna del bello continui e coinvolga anche la piazzetta oggi sopraelevata che sta al di là della strada. Trattasi di uno spazio pubblico che potrebbe divenire un tutt’uno con la strada e quindi costituire una sorta di salotto che si affaccia sul porto. Qualcuno sta lavorando su quest’idea e chissà? Quello che mi sembra, a questo punto, interessante è la chiusura al traffico quanto meno della parte del muretto antistante l’isola dove vi sono il bar e il negozio di alimentari. La chiusura al traffico consentirebbe un uso più intenso del tratto di strada, che potrebbe vedere stazionare e passeggiare giovani e meno giovani, bambini ed anziani, senza la paura di rimanere vittime di macchine e moto. Certo c’è il problema del passaggio dei mezzi pesanti e soprattutto dei pulman, ma forse dovremmo accettare anche qualche scomodità pur di liberare al passeggio il lungomare di Tricase Porto. I lavori realizzati sono una piccola parte (circa 250 mila euro) di un più complessivo intervento (circa 850 mila) che porterà ad una completa riqualificazione anche della parte sottostante; proseguono infatti i lavori per il recupero delle casette dei pescatori e per la sistemazione del molo. Il muretto è stato rifatto grazie ai fondi PAC messi a disposizione del Ministero dei Beni Culturali. Quando, per la prima volta, su questo giornale parlai dei lavori del muretto, usai provocatoriamente l’immagine di una Tricase che non sta più ferma sul muretto, definito del pianto, ma che accetta di camminare e, dico oggi, di guardare al di là del muro. Ovviamente sto andando oltre quello che un nuovo muro può concretamente rappresentare, ma è un’immagine di una Tricase che è in movimento; un muretto, non più luogo statico ma luogo di esplorazione che faccia allargare lo sguardo e faccia sganciare l’ancora verso nuovi lidi e nuovi sogni.

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