di Gian Paolo ZIPPO

L’avvio, in ambito Agenda 2030, di un iter volto al coinvolgimento della cittadinanza, non può che essere accolto con favore.

Ciò deve costituire, però, il vero cambio di passo verso una programmazione strategica. Le aziende di successo, le economie vincenti sono tali perché anticipano i tempi, non li ricorrono.

Quindi: programmazione come cultura politica e come metodo di governance!

Dall’avviso pubblico emanato dal Comune e dalle dichiarazioni rilasciate a seguire, emergono alcuni elementi che non vanno sottovalutati, anzi vanno sviluppati e messi a regime:

  1. valorizzazione della partecipazione dei cittadini alla vita della Città;
  2. necessità di una visione partecipata e a lungo periodo;
  3. costituzione di tavoli tematici e coinvolgimento delle professionalità universitarie del territorio;
  4. collegamento con Enti territoriali e coinvolgimento di associazioni locali;
  5.  approvazione di un DUP (Documento Unico di Programmazione) in linea con gli obiettivi strategici.

Su quest’ultimo punto vorrei soffermarmi per sottolinearne l’importanza in termini di effettiva realizzazione degli obiettivi che l’amministrazione comunale si pone a livello politico.

Con Delibera N. 95 del 10/05/2021, infatti, è stato approvato il DUP per il periodo 2021-2023, andando a colmare quel gap che nella sostanza impediva di poter realisticamente cominciare a parlare di obiettivi a medio e lungo periodo, nell’ottica di una programmazione strategica che potesse a sua volta includere anche gli obiettivi (o parte di essi) di Agenda 2030.

Finalmente il DUP è stato liberato dai limiti insiti nella versione predisposta dal Commissario, senz’altro valida dal punto di vista amministrativo, ma priva di qualsiasi contenuto politico, per cui lo strumento ora nelle mani dell’Amministrazione Comunale rappresenta il punto di partenza per una programmazione politica funzionale all’attuazione del mandato di programma e degli obiettivi strategici. Sul suo contenuto la cittadinanza si può confrontare con l’Amministrazione Comunale in merito al raggiungimento o meno degli obiettivi stessi.

Ben vengano, allora, l’apertura di tavoli partecipati, l’istituzione di forum tematici, le manifestazioni di interesse richieste ad associazioni e cittadini, ma una cosa deve essere chiara: questo deve essere il metodo di lavoro per il futuro e non solo per Agenda 2030.

Se il metodo viene fatto proprio, condiviso, partecipato ed opportunamente comunicato alla cittadinanza diventa esso stesso la chiave del successo, per cui l’invito che sento di fare in questo particolare momento storico è duplice:

  •  uno verso l’Amministrazione comunale, affinché lo strumento della programmazione e della partecipazione condivisa diventi strutturale (sempre a titolo di esempio si veda: https://www.comune.martinafranca.ta.it/pagina1316_stati-generali-delleconomia.html);
  •  uno verso la cittadinanza tutta (nelle sue varie espressioni private, sociali ed economiche), affinché approfitti di queste situazioni per avviare un processo propositivo, costruttivo e soprattutto collaborativo “super partes”.

Chiudo questo mio intervento, richiamando - con le parole che il Direttore di questa testata ha usato nello spazio “Focus sul Comune” dello scorso numero – l’appello ad una “partecipazione non motivata da obiettivi personali, di gruppo o di categoria, ma con il solo intento di apportare il proprio bagaglio di esperienza e sensibilità da affiancare a quella degli altri”.

Ora più che mai serve una forte sinergia tra macchina amministrativa, volontà politica e collaborazione della cittadinanza attiva, in grado da fungere da volano per far emergere tutte le professionalità e le competenze necessarie allo sviluppo economico, sociale e culturale di Tricase.

 

 

 

 

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