E’ caduta una quercia nel Bosco di Tricase delle Vallonee: è questa la notizia della settimana. Un albero secolare si è adagiato al suolo mostrando le difficoltà di radicamento.

L’albero ora giace e gli esperti escludono che si possa rimettere in piedi; crescerà non più in verticale ma in orizzontale, quasi un malato per sempre costretto a letto.

L’albero caduto sembra una metafora di un’idea forte di sviluppo nel segno della salvaguardia ma anche della valorizzazione della bellezza.

Per troppi anni e da troppi anni l’Ente Parco che prende il nome Otranto-S.M. di Leuca-Bosco di Tricase e che deve gestire il Parco sembra pur esso condannato a crescere in orizzontale, giustamente attento alla salvaguardia dell’esistente, con interventi preventivi e repressivi, ma senza sviluppare una crescita in verticale.

La crescita in orizzontale ha così portato a percepire il Parco più come un ulteriore appesantimento di procedimenti già complessi con sovrapposizioni a pareri delle Autorità paesaggistiche piuttosto che come fattore di valorizzazione e di piacevole fruizione.

Il Parco, previsto da una Legge regionale del 1997 ed istituito nel 2006, ha adottato il Piano soltanto nel 2019, un Piano non ancora approvato. Un procedimento lunghissimo, ancora senza radici; non vorremmo che finisse come la quercia vallonea: una crescita in orizzontale, umiliante per questo nobile albero e di nessuna utilità per chi cercava riparo sotto le sue ampie chiome

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