IO DORMO,

MA IL MIO CUORE VEGLIA

Lettera di presentazione del Convegno Formativo

Gentilissimi operatori sanitari, Carissimi amici,

in occasione del XIII anniversario dell’inaugurazione di Casa di Betania – Hospice (20.09.2008-20.09.2021) è stato organizzato un convegno formativo dal titolo: Io dormo, ma il mio cuore veglia (Ct 5,2) finalizzato alla promozione delle Cure Palliative come scelta di dignità nel fine vita dei pazienti e alla formazione degli operatori sanitari.

Il titolo del convegno è tratto dal Libro del Cantico dei Cantici ed è stato scelto come immagine eloquente delle attività clinico-professionali che si svolgono nel nostro Hospice.

Nello specifico esso rimanda alla condizione del paziente nella fase di dolore totale per il quale si rende necessaria la sedazione farmacologica. Ma soprattutto indica quello che potremmo definire la regola d’oro del “Panico”: la cura integrale della persona umana dal suo concepimento fino al termine della sua vita fisica/biologica nella convinzione che «la medicina e le cure terapeutiche hanno di mira non solo il bene e la salute del corpo, ma la persona come tale che, nel corpo, è colpita dal male. La malattia e la sofferenza, infatti, non sono esperienze che riguardano soltanto il sostrato fisico dell’uomo, ma l’uomo nella sua interezza e nella sua unità somatico-spirituale. È noto del resto come talora la malattia che si manifesta nel corpo abbia la sua origine e la sua vera causa nei recessi della psiche umana» (cfr. Giovanni Paolo II, Dolentium Hominum n. 2).

Inoltre il titolo, tratto da un libro biblico altamente significativo per la tradizione ebraico-cristiana, rimanda alla logica dell’amore dentro la quale si svolge l’attività di servizio professionale degli operatori sanitari del nostro nosocomio.

L’amore è l’unica norma che consente il riconoscimento dell’altro, percepito sempre come dono prezioso che consente di sperimentare, seppur nella fatica quotidiana, come le relazioni di cura e il servizio reso alla persona umana producano quel bene comune duraturo, armonioso e completo che consente a tutti di vivere insieme. Nel rispetto riconosciuto delle diversità di ciascuno che si integrano nella comunione all’appartenenza al genere umano, l’unico in natura capace di crescere aderendo ad uno stile di vita nuovo pronto sempre all’impegno della solidarietà.

«Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero» (IL,29) così recita l’Instrumentum Laboris che prepara la 49a Settimana Sociale dei cattolici italiani dal titolo suggestivo e programmatico: «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso».

Un’affermazione che ciascuno di noi testimonia ogni giorno attraverso il lavoro collaborativo, di equipe, al quale dobbiamo l’efficienza dei nostri reparti. Lo stile collaborativo ed il rispetto delle diverse professionalità, l’amicizia e la familiarità, l’impegno di servizio, la cura degli ammalati, la disponibilità, il dialogo con i familiari, l’attenzione educativa nei confronti dei giovani allievi, l’affiancamento dei nuovi assunti sono (parafrasando uno scritto di don Tonino Bello) come un marchio di fabbrica un "MADEINPANICO" che ci identifica e ci permette di essere riconosciuti ed apprezzati.

Certo non mancano difficoltà o criticità, ma a volte è necessario relativizzare in vista della finalità che ci proponiamo: la cura della persona umana e la restituzione della dignità compromessa dalla malattia, soprattutto nella sua fase terminale.

Queste idee sono alla base del Convegno Formativo che vi proponiamo e si esplicano attraverso la duplice finalità, come abbiamo avuto modo di dire, di promozione e formazione.

Il Convegno si aprirà con l’indirizzo di saluto del nostro Vescovo Sua Ecc. Mons. Vito Angiuli a cui seguirà la presentazione della Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede: Samaritanus Bonus sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, pubblicata lo scorso 22.09.2020 La cura, scrive la Congregazione, «non può ridursi al prendersi cura del malato in una prospettiva medica o psicologica», ma deve estendersi all’«avere cura di tutta la persona». A questa presentazione introduttiva seguiranno le relazioni scientifiche. Seppur non è facile distinguere la promozione o la conoscenza dalla formazione tout court, (come potete verificare personalmente dal programma annesso), le relazioni del Dr. Tamburini, della Dr.ssa Rosafio, della Dr.ssa Merico e della Dr.ssa Nescis hanno un taglio prettamente formativo; mentre quelle della Dr.ssa De Nuccio, dell’OSS Assalve e del Dr. Lochi vogliono offrire principalmente il racconto di una testimonianza.

Ma ripetiamo e ricordiamo che tutto è formazione ed ogni buona ed efficace formazione passa attraverso il racconto dell’esperienza personale e l’impegno di chi ha a cuore il proprio lavoro.

Sicure di farvi cosa gradita e certi della vostra presenza porgiamo distinti saluti augurando buon lavoro.

Le Suore Marcelline

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