di Alessandro DISTANTE

E’ passato quasi un anno dall’insediamento della Amministrazione votata dai cittadini ma il clima che si respira non è più di ottimistiche speranze.

La eterogeneità della coalizione che ha sostenuto De Donno ha da subito perso quella unità che l’aveva portata al successo elettorale.

Alcuni esempi: il fondatore della Lista più suffragata, Dario Martina, già presidente del Consiglio, non ha trovato spazio nell’Esecutivo; un altro grande sostenitore, come Nunzio Dell’Abate, ha preso le distanze dall’Amministrazione fino al gesto clamoroso (vedi pag. 2) di cancellarsi dall’Albo degli avvocati di fiducia del Comune; lo stesso Partito Democratico (vedi pag. 5) ha di recente preso posizione contro il Sindaco seppure per un fatto lontano dalle questioni amministrative locali; alcuni Consiglieri di maggioranza non mancano di evidenziare distinguo ed avanzare riserve.

Divisioni e confusioni sono emerse su alcune vicende specifiche come il campo sportivo di Depressa, la revoca della cittadinanza a Mussolini, il supermercato in Zona Lama, i servizi di Polizia Municipale, la mancata valorizzazione del personale del vertice burocratico-amministrativo fino a mobilità verso altri Comuni e messa in aspettativa.

Quello che genera più preoccupazione è il silenzio che caratterizza la Maggioranza a partire dal Sindaco, come se il non dire sia meglio del dire, come se il comunicare non sia essenziale per la trasparenza dell’amministrare e come se la fiducia dei cittadini non sia un obiettivo da guadagnare ogni giorno.

 

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