di Caterina Scarascia

Inutile nascondercelo.
Il manifesto dell’Amministrazione Comunale in cui si annuncia la prossima estumulazione di tutte le salme dell’antico Cimitero di Tricase ha lasciato perplessi tanti di noi, credo molti di più di quelli che hanno espresso pubblicamente la propria opinione. C’è una parte di verità in tutte le diverse posizioni, ma un dato è certo: duole il cuore al solo pensiero che ciò accada, al solo pensiero che la memoria individuale e collettiva venga violata e che un luogo sacro nella storia e, soprattutto, nella percezione di una comunità scompaia o, quanto meno, cambi configurazione così, da un giorno all’altro, senza che la città ne abbia discusso. Mi rendo perfettamente conto che non ha senso alcuno polemizzare, né è questo il mio obiettivo, ha senso, invece, parlarne democraticamente e cercare qualche soluzione, magari tutti insieme. Chiedo al Sindaco: è possibile, tecnicamente, derogare al bando rispetto all’obbligo dell’impresa di traslare tutte le salme sepolte nel vecchio cimitero? È possibile tentare la strada di una rimodulazione dei tempi e delle modalità di tale obbligo? In questo i revisori dei conti sono spesso capaci di soluzioni funzionali, lungimiranti e perfettamente legali. Servirebbe a prendere tempo e ad avviare intanto una soluzione a più voci. Penso ad un ulteriore incontro con i proprietari delle cappelle private pericolanti e con le Confraternite, per sottoscrivere un accordo di programma preciso, nero su bianco, con i relativi impegni di tutte le parti coinvolte, inclusa ovviamente anche l’Amministrazione. Peraltro mi domando: ma le Confraternite hanno sentito la base? Hanno a loro volta tentato, con i parenti dei defunti, un incontro per risolvere la questione, anche e soprattutto rispetto agli oneri della manutenzione delle cappelle pubbliche? Non so che tipo di convenzioni vi siano in merito, ma di certo si possono tentare più strade, quando l’intento, reale, è quello di risolvere i problemi. E qui il problema è cercare di non estumulare alcuna salma! Il Sindaco scrive che si traslano i resti mortali, ma non si distruggono le tombe, soprattutto quelle di maggior pregio storico o architettonico. Non credo sia questa la questione. Quando lì ci sono i propri cari, vi è l’inconscio, forte, intimo desiderio di lasciarli davvero riposare in pace, di farli dormire per sempre fra quelle pietre, dalle più nobili alle più povere, in cui l’affetto e la pietà li hanno per la prima volta deposti. Va bene un’area monumentale curata e che funga da giardino pubblico, ma perché non trasformare in tal senso il Cimitero senza disseppellire i nostri morti? Di certo quel luogo non può rimanere nello stato attuale, abbandonato, sporco, fatiscente in più parti. No, questo no! Ma è anche per questo che dobbiamo dare prova di essere una comunità civile ed attenta, pronta ad unirsi per risolvere tale questione. Mi auguro che il costituendo Comitato promosso dalla locale sezione di Società di Storia Patria per la Puglia si muova in tal senso e che tutti noi non rifiuteremo di dare il nostro piccolo, individuale contributo, senza chiudere il dialogo ed il confronto con nessuno. Il cimitero vecchio, addossato all’antica chiesetta di Sant’Antonio, ha bisogno di noi e noi abbiamo bisogno dei nostri cari morti.

in Distribuzione