Inutile nascondercelo.
Il manifesto dell’Amministrazione
Comunale in cui si annuncia la prossima
estumulazione di tutte le salme
dell’antico Cimitero di Tricase ha lasciato
perplessi tanti di noi, credo molti
di più di quelli che hanno espresso
pubblicamente la propria opinione.
C’è una parte di verità in tutte le diverse
posizioni, ma un dato è certo:
duole il cuore al solo pensiero che
ciò accada, al solo pensiero che la
memoria individuale e collettiva venga
violata e che un luogo sacro nella
storia e, soprattutto, nella percezione
di una comunità scompaia o, quanto
meno, cambi configurazione così, da
un giorno all’altro, senza che la città
ne abbia discusso.
Mi rendo perfettamente conto che
non ha senso alcuno polemizzare, né è questo
il mio obiettivo, ha senso, invece, parlarne democraticamente
e cercare qualche soluzione,
magari tutti insieme.
Chiedo al Sindaco: è possibile, tecnicamente,
derogare al bando rispetto all’obbligo dell’impresa
di traslare tutte le salme sepolte nel vecchio
cimitero? È possibile tentare la strada di
una rimodulazione dei tempi e delle modalità
di tale obbligo? In questo i revisori dei conti
sono spesso capaci di soluzioni funzionali, lungimiranti
e perfettamente legali. Servirebbe a
prendere tempo e ad avviare intanto una soluzione
a più voci.
Penso ad un ulteriore incontro con i proprietari
delle cappelle private pericolanti e con le
Confraternite, per sottoscrivere un accordo di
programma preciso, nero su bianco, con i relativi
impegni di tutte le parti coinvolte, inclusa
ovviamente anche l’Amministrazione.
Peraltro mi domando: ma le Confraternite
hanno sentito la base? Hanno a loro volta
tentato, con i parenti dei defunti, un incontro
per risolvere la questione, anche e soprattutto
rispetto agli oneri della manutenzione delle
cappelle pubbliche? Non so che tipo di convenzioni
vi siano in merito, ma di certo si possono
tentare più strade, quando l’intento, reale, è
quello di risolvere i problemi.
E qui il problema è cercare di non estumulare
alcuna salma!
Il Sindaco scrive che si traslano i resti mortali,
ma non si distruggono le tombe, soprattutto
quelle di maggior pregio storico o architettonico.
Non credo sia questa la questione.
Quando lì ci sono i propri cari, vi è l’inconscio,
forte, intimo desiderio di lasciarli davvero riposare
in pace, di farli dormire per sempre fra
quelle pietre, dalle più nobili alle più povere,
in cui l’affetto e la pietà li hanno per la prima
volta deposti.
Va bene un’area monumentale curata e che
funga da giardino pubblico, ma perché non
trasformare in tal senso il Cimitero senza disseppellire
i nostri morti?
Di certo quel luogo non può rimanere nello
stato attuale, abbandonato, sporco, fatiscente
in più parti.
No, questo no! Ma è anche per questo che
dobbiamo dare prova di essere una comunità
civile ed attenta, pronta ad unirsi per risolvere
tale questione.
Mi auguro che il costituendo Comitato promosso
dalla locale sezione di Società di Storia
Patria per la Puglia si muova in tal senso e che
tutti noi non rifiuteremo di dare il nostro piccolo,
individuale contributo, senza chiudere il
dialogo ed il confronto con nessuno.
Il cimitero vecchio, addossato all’antica chiesetta
di Sant’Antonio, ha bisogno di noi e noi
abbiamo bisogno dei nostri cari morti.