di Alessandro DISTANTE

La capacità attrattiva data dalla bellezza del territorio è messa a dura prova non solo dalla xylella, ma anche dal fallimento di politiche di salvaguardia che stentano a giungere a maturazione. Se si pensa, per esempio, al Piano del Parco Otranto-Tricase-Leuca ancora non approvato (ma solo adottato nel 2019 dopo 13 anni dalla Legge istitutiva) con la conseguenza che vigono norme che privilegiano la salvaguardia e la conservazione senza alcuna valorizzazione della fascia costiera e di buona parte dell’entroterra. Un fallimento che in questi giorni è stato molto efficacemente descritto da un bell’articolo di Lorenzo Zito su Il Gallo con le querce del Bosco delle Vallonee cadute e giacenti sul terreno.

E pensare che l’Ente Parco è il soggetto al quale il Bosco era stato affidato e presso il Parco, ente istituzionalmente deputato alla cura e protezione delle bellezze del territorio, operano da anni esperti che, tuttavia, non sono riusciti ad evitare il peggio e guardano impotenti la morte del Bosco.

Sempre in questi giorni è venuta alla cronaca un’altra “incompiuta”: la Regione Puglia nel 2002 pensò ad un Osservatorio Regionale sul Turismo; l’idea, pienamente condivisibile, era di creare un organismo “ai fini di una puntuale conoscenza dei mercati della domanda turistica e di una costante informazione agli enti e agli operatori turistici”. Purtroppo ci sono voluti ben otto anni (dal 2002, anno di approvazione della Legge, al 2020) per costituire l’Osservatorio che, da allora, si è riunito poche volte e soltanto per aggiornare i nominativi dei suoi componenti.

In questi anni si è fatto un gran parlare di navigator e di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro; anche lì, grandi speranze e grandi progettualità ma anche grandi impegni finanziari che più che risolvere il problema del lavoro giovanile hanno creato il problema di sistemare e non licenziare i navigator.

Sono alcuni esempi sul come le buone intenzioni ed i grandi progetti, talvolta, rimangano tali senza poi tradursi in un effettivo sostegno al territorio e alle fasce più deboli quali sono i giovani in cerca di occupazione.

In questi giorni si è svolto a Tricase, come in altri Comuni del Capo di Leuca, un grosso convegno itinerante articolato su più piani e su più fronti con il coinvolgimento di numerosi soggetti pubblici e privati. Incontri per parlare del lavoro che c’è e superare il luogo comune del lavoro che non c’è.

I dati relativi all’anno 2022 parlano, per la provincia di Lecce, di una disoccupazione giovanile (età 25-34 anni) pari al 22,1% (16,5% uomini e 29,5% donne).

L’auspicio è che l’impegno finanziario (circa 90.000 euro di fondi regionali di provenienza comunitaria) non serva solo ad assicurare, momentaneamente, un ritorno per gli organizzatori ma che si traduca in un investimento utile al futuro del territorio e, soprattutto, dei giovani.

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