di Alessandro DISTANTE

Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica e, per tradizione, a Roma, su via dei Fori Imperiali, si svolge la parata con le Forze armate che sfilano al cospetto dei vertici dello Stato.

Per questo, il 2 giugno passa anche come Festa delle Forze Armate. Eppure, sarebbe bello che da quest’anno la parata fosse (anche) delle Forze Disarmate. Troppo forte è il dolore per quello che di orribile sta accadendo a Gaza e per quello che di crudele sta accadendo ormai da troppo anni in Ucraina.

E’ vero: le nostre Forze Armate sono a presidio dello Stato e vengono impiegate solo per interventi di difesa e non certo di aggressione e questo è garantito dalla nostra Costituzione, ma è altrettanto vero che, nel giorno della Festa della Repubblica, dovrebbero trovare spazio anche Forze che, pur esse, difendono lo Stato dai conflitti interni. Per dirla con il nuovo Papa, le forze che favoriscono una pace disarmata e disarmante.

Sarebbe veramente disarmante se a Roma sfilasse l’esercito dei volontari, quelli che, senza colpo ferire, leniscono le ferite delle tante povertà, vecchie e nuove, che sono alla base di tante conflittualità quotidiane che, talvolta, si traducono in tragedie.

Sarebbe una bella dimostrazione che la difesa della Patria, come ha detto la Corte Costituzionale, è “ben suscettibile di adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato”.

La sfilata delle Forze Disarmate sarebbe disarmante perché ci costringerebbe a considerare che la Repubblica non si difende solo da nemici esterni ma anche dai “nemici” interni, da quei nemici creati dall’ingiustizia sociale ed economica, da quegli ostacoli che lo Stato repubblicano è chiamato a rimuovere e a sconfiggere con la forza disarmata della solidarietà. Viva il 2 giugno; viva la Repubblica disarmata e disarmante!

 

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