di Giuseppe R.Panico  Parlare di bimbi e della loro formazione è parlare di futuro e dunque dei nostri doveri nel porre i cittadini di domani in grado di interfacciarsi con il mondo che ci circonda. Negli eleganti ambienti dell’hotel Callistos, ha avuto luogo, nel pomeriggio di sabato 27 febbraio, una interessante ed affollata conferenza. Si è parlato di bilinguismo, ovvero dell’apprendimento infantile di nuove lingue e delle più recenti ricerche che hanno dimostrato come taleapprendimento, in particolare l’inglese, quale lingua oggi più diffusa nel mondo, facilita notevolmente anche lo sviluppo cognitivo, sociale e culturale. Le statistichepurtroppo ci dicono che, nellaconoscenza della lingua di Shakespeare,siamo piuttosto arretrati e questo, oltre a limitare fortemente l’inserimento nel mondo del lavoro, condiziona anche lo sviluppo del modo di pensare e di agire. In tanti giovani (e non solo)già manca una più approfondita conoscenza della educazione civica (formazione del cittadino), della geografia ( conoscenza del mondo), dell’economia ( motore universale delle tante attività umane) e della storia delle religioni (conoscenza degli altri popoli e della loro storia e cultura), edèanche ridotta la possibilità di integrarsi, attraverso la conoscenza linguistica, in un mondo sempre più multiculturale, multilingue, complesso e interconnesso. Colpa di una scuola tardiva nell’ adeguarsi al mondo attuale? Colpa dello scarso uso di internet che tanto veicola anche la lingua inglese? Colpa della TV restia a trasmettere (come in altri paesi) film e programmi in inglese e relativi sottotitoli? Colpa delle famiglie chetroppodelegano alla scuola ed alle altrui responsabilità la formazione dei propri ragazzi,interessandosi più al voto formale che alla preparazione sostanziale? Con il crollo delle nascite, di ragazzi ne abbiamo pochi e con una qualità formativa, come tante statistiche evidenziano, poco adeguata alleesigenze del mondo del lavoro e della comunicazione. Aumentano dunquedisoccupazione e povertà, non di rado facilitate da una cultura familiare che tende ad investire nella proprietà (case, terreni etc) e nei consumi immediati piuttosto che nella formazione dei propri figli. Figli che, se meglio preparati, avranno poi maggiore possibilità di successo anche economico.Riusciremo a cambiare il nostro Sud? Bisogna volerlo. Certo non come la Turchia che negli anni 20 del secolo scorso impose l’alfabeto latino per meglio occidentalizzare la sua popolazione e favorirne lo sviluppo economico o come la Corea del Sud che da paese profondamente agricolo è oggi, grazie a programmi scolastici decisamente avanzati (e forzati) e insegnanti ben preparati e motivati il paese moderno che è oggi. Ma è sicuramente importantela formazione iniziale dei ragazzini, abituandoli a coltivare e parlare fluentemente altre lingue e, attraverso queste, aprendo loro una strada maestra verso un più spiccato processo cognitivo e verso orizzonti che non si limitino alla lingua di Dante o al dialetto paesano.Lo ha chiaramente illustrato, in tale conferenza e in collegamento Skype da Edimburgo,la Prof.ssa Antonella Sorace, direttrice, presso l’università di Edimburgo, del programma “BilinguismMatters” (oggetto di recente anche di un simposio a Washington della “American Association for the Advancement of Science”) e il Prof. Ezio del Gottardo, ricercatore in Metodologie Didattiche presso l’Università del Salento.Agli articolati interventi moderati dalla Prof.ssa Patrizia Scarascia, direttrice del Centro Educativo Keystone, aperto ora a Tiggiano in via De Gasperi, e alle domande del pubblico, è seguita una breve allocuzione del nostro Sindaco, Ing. Antonio Coppola, con apprezzamenti per tale pregevole iniziativa imprenditoriale e culturale. E se l’apprendimento infantile delle lingue porta vantaggi formativi così rilevanti e cruciali per un miglioresviluppoculturale e caratteriale, è anche dimostrato che tali vantaggi continuano con l’età e rallentano l’invecchiamento cerebrale.Quando sonoa Milano, è un piacevole compitoaccompagnare inipoti ai corsi supplementari di inglese con insegnanti madrelingua. Eun piacevole ascolto quello dei figli che parlano inglese e in inglese fanno conferenze, lezioni, convegni e pubblicazioni. Sono piacevoli i ricordi delle molteplici e rilevantiattività del mio passato rese possibili grazie ad una pur tardiva conoscenza delle lingue. Vederedunque oggi aprire sul nostro territorio una nuova e così avanzata attività linguistica per ragazzini, ovvero per i cittadini bilingue di domani,non può che fare altro piacere.Nella lingua di Dante non resta che dare a tutto il personale Keystone, ai bimbi che lo frequenteranno ed ai rispettivi genitoriun caloroso Buona Fortuna ein quella di Shakespeare il più sincero Good Luck.

 

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