Gentile Direttore, 
colgo l’occasione che mi viene concessa per formulare una mia proposta all’amministrazione comunale attuale e a quelle che verranno. Tale proposta è frutto di una riflessione scaturita dalla lettura dell’articolo pubblicato nei giorni scorsi dall’Avv. Pietro Quinto sulla Gazzetta del Mezzogiorno, riguardante le novità introdotte dalla nuova normativa in materia di appalti, entrata in vigore il 19 Aprile 2016. La mia attenzione si è concentrata in particolare sulla nuova formulazione degli articoli 189, 190 e 191 del decreto legislativo n. 50 del 2016. In particolare il primo comma dell’articolo 189 stabilisce che “le aree riservate al verde pubblico urbano e gli immobili di origine rurale, riservati alle attività collettive sociali e culturali di quartiere, con esclusione degli immobili ad uso scolastico e sportivo, ceduti al comune nell’ambito delle convenzioni  e delle norme previste negli strumenti urbanistici attuativi, comunque denominati, possono essere affidati in gestione, per quanto concerne la manutenzione, con diritto di prelazione ai cittadini residenti nei comprensori oggetto delle suddette convenzioni e su cui insistono i suddetti beni o aree, nel rispetto dei principi di non discriminazione, trasparenza e parità di trattamento……per la realizzazione di opere di interesse locale, gruppi di cittadini organizzati possono formulare all’ente locale territoriale competente proposte operative di pronta realizzabilità…indicando costi e mezzi di finanziamento, senza oneri per l’ente medesimo”. Ancora, proseguendo nella lettura, l’art. 190 nuova formulazione, sotto la voce “Baratto amministrativo”, già oggetto di un atto di indirizzo da parte dell’attuale giunta comunale per ora rimasto inattuato, ribadisce che “gli enti territoriali definiscono con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di contratti di partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli e associati, purché individuati in relazione ad un preciso ambito territoriale. I contratti possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze o strade, ovvero la loro valorizzazione mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati. In relazione alla tipologia di interventi, gli enti territoriali individuano riduzioni o esenzioni di tributi corrispondenti al tipo di attività svolta dal privato o dalla associazione ovvero comunque utili alla comunità di riferimento in un’ottica di recupero del valore sociale della partecipazione dei cittadini alla stessa”.  Sempre nell’ambito della partecipazione attiva del cittadino alla vita sociale, un’importanza particolare assume, a mio avviso, il nuovo articolo 191, secondo il quale “il bando di gara può prevedere a titolo di corrispettivo, totale o parziale, il trasferimento all’affidatario della proprietà di beni immobili appartenenti all’amministrazione aggiudicatrice, già indicati nel programma triennale per i lavori o nell’avviso di preinformazione per i servizi e le forniture e che non assolvono più, secondo motivata valutazione della amministrazione aggiudicatrice o dell’ente aggiudicatore, funzioni di pubblico interesse”.
In buona sostanza e per semplificare, il legislatore attuale, con questa riforma, oltre a  farsi interprete di una diffusa esigenza avvertita ormai da tanti cittadini, desiderosi di dare il proprio contributo alla cura degli spazi comuni in cambio di una minima riduzione delle tasse, cerca di rispondere anche alle difficoltà che hanno molti enti pubblici nella dismissione, obbligatoria per legge, di beni immobili di proprietà, che rappresentano un costo importante e ormai insostenibile per le casse comunali, alle prese con trasferimenti statali e regionali sempre in diminuzione. A ben vedere, si tratta di un’occasione unica e irripetibile da cogliere al volo, per il bene delle casse comunali, per la crescita culturale della nostra collettività e per il grande valore educativo che tale iniziativa avrebbe soprattutto sulle nuove generazioni. Contribuire alla conservazione, alla tutela e alla salvaguardia degli spazi comuni deve essere un obiettivo di tutti, nessuno escluso. Un impegno concreto in questa direzione potrebbe far crescere nella collettività quel sentimento di appartenenza e di collaborazione che sembra ormai andato perduto, in una quotidianità in cui le beghe politiche e il criticismo sterile e fine a se stesso la fanno da padrone.

Grazie per la disponibilità
Guglielmo CASAMASSIMA

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