di Alessandro DISTANTE
Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica e, per tradizione, a Roma, su via dei Fori Imperiali, si svolge la parata con le Forze armate che sfilano al cospetto dei vertici dello Stato.
Per questo, il 2 giugno passa anche come Festa delle Forze Armate. Eppure, sarebbe bello che da quest’anno la parata fosse (anche) delle Forze Disarmate. Troppo forte è il dolore per quello che di orribile sta accadendo a Gaza e per quello che di crudele sta accadendo ormai da troppo anni in Ucraina.
E’ vero: le nostre Forze Armate sono a presidio dello Stato e vengono impiegate solo per interventi di difesa e non certo di aggressione e questo è garantito dalla nostra Costituzione, ma è altrettanto vero che, nel giorno della Festa della Repubblica, dovrebbero trovare spazio anche Forze che, pur esse, difendono lo Stato dai conflitti interni. Per dirla con il nuovo Papa, le forze che favoriscono una pace disarmata e disarmante.
Sarebbe veramente disarmante se a Roma sfilasse l’esercito dei volontari, quelli che, senza colpo ferire, leniscono le ferite delle tante povertà, vecchie e nuove, che sono alla base di tante conflittualità quotidiane che, talvolta, si traducono in tragedie.
Sarebbe una bella dimostrazione che la difesa della Patria, come ha detto la Corte Costituzionale, è “ben suscettibile di adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato”.
La sfilata delle Forze Disarmate sarebbe disarmante perché ci costringerebbe a considerare che la Repubblica non si difende solo da nemici esterni ma anche dai “nemici” interni, da quei nemici creati dall’ingiustizia sociale ed economica, da quegli ostacoli che lo Stato repubblicano è chiamato a rimuovere e a sconfiggere con la forza disarmata della solidarietà. Viva il 2 giugno; viva la Repubblica disarmata e disarmante!
Dal 15 maggio al 15 giugno di ogni anno Tiggiano diventa centro internazionale della musica grazie alla realizzazione di MUSICARTE Festival & Competition. L’organizzazione è dell’Associazione di Alta Cultura Musicale “W. A. Mozart” – APS diretta dal M° Giovanni Calabrese.
Musicarte sta acquisendo negli anni una valenza internazionale di tutto rispetto. Ogni anno giungono a Tiggiano musicisti da diverse parti del mondo per partecipare alla competizione che distribuisce decine di concerti in svariate sale in Europa e negli USA. Ciò dà la possibilità a moltissimi giovani di avere delle opportunità lavorative importanti ed al contempo un’ampia visibilità internazionale.
Il concorso è aperto a musicisti frequentanti le scuole private e le scuole pubbliche. Tra queste ultime è importante segnalare il Liceo musicale “N. Colajanni” di Enna i cui alunni negli anni passati si sono distinti per particolari meriti artistici ed hanno ricevuto importanti riconoscimenti da parte delle giurie tra cui la possibilità di realizzare un tour di concerti nel Sud Salento. Detto tour sarà realizzato tra il 26 e il 28 maggio 2025 dall’orchestra e dal coro della scuola oltre che dai solisti che rappresentano le eccellenze dell’Istituto: Luigi Costa (chitarra), Marilena Di Vincenzo (canto), Francesco Marotta (clarinetto) e Mastrosimone Salvatore (pianoforte).
La realizzazione del tour è stata possibile grazie alla caparbietà ed all’insostituibile lavoro di coordinamento della referente Prof.ssa Giovanna Fussone e dei docenti Luigi Botte, Gianmario Baleno, Katia Giuffrida. Il primo concerto sarà il 26.05 presso l’auditorium dell’IISS “G. Salvemini” di Alessano. Un grazie particolare alla DS prof.ssa Chiara Vantaggiato che ha accolto con grande entusiasmo e disponibilità la possibilità di ospitare un’ importante tappa di Musicarte Festival & Competion 2025.
Il tour del “Colajanni” si dipanerà nei più bei castelli del Salento e prevede anche uno scambio musicale con la locale orchestra di fiati ARTISTICA INCLUSIONE di Tiggiano.
Info: 3478022725
di Alessandro DISTANTE
Meritano di essere portate all’attenzione dell’opinione pubblica tre deliberazioni della Giunta Municipale.
La prima (n. 104 del 17 aprile) ha ad oggetto il restauro e la valorizzazione della statua e colonna di Sant’Andrea a Caprarica. L’intervento è a spese di privati.
Il gesto è di pura liberalità e la statua rimarrà di uso pubblico. L’iniziativa si configura come intervento su un’opera pubblica ma, questa volta, per iniziativa e a spese del privato. Non è questa una bella notizia? Il merito è della associazione Anny De Francesco unitamente alla Famiglia Longo/Pispero che presenterà un progetto allo Sportello Unico Edilizia e, rispettando i principi dell’appalto pubblico, affiderà i lavori attraverso un procedimento concorrenziale. L’intervento verrà effettuato dopo aver acquisito il parere della Soprintendenza Al termine dei lavori verrà collocata una targa in memoria di Giuseppe Longo e questo per espressa volontà di chi restaurerà la statua.
La seconda deliberazione (n. 117 del 9 maggio) riguarda una iniziativa di orientamento dei giovani alla scelta del dopo diploma. L’obiettivo è di aiutare i giovani a fare scelte consapevoli tra percorsi di formazione universitaria e inserimento nella vita produttiva e sociale. Da qui l’idea di organizzare un incontro, individuando una sala, attrezzata allo scopo, idonea ad accogliere tutti gli studenti maturandi. Una bella iniziativa anche questa.
L’ultima deliberazione (n. 115 del 30 aprile) è quella relativa alla cerimonia di intitolazione della Biblioteca comunale a Giuseppe Codacci Pisanelli, “uno dei padri della Costituzione italiana che si battè per l’istituzione dell’Università di Lecce”.
La Giunta ricorda che l’on.le Codacci Pisanelli riuscì a far rientrare la Biblioteca di Tricase nel piano sperimentale c.d. “Piano di Lettura” promosso nel 1962 dal Ministero della Pubblica Istruzione. In quel modo i “posti di prestito” vennero trasformati in biblioteche autonome allo scopo di promuovere la lettura e la diffusione del libro.
Sono tre deliberazioni che sono accomunate dall’occuparsi di cultura, sia essa relativa alla tradizione religiosa, oppure alle scelte di studio o di lavoro oppure, ancora, alla lettura; tutte hanno in verità un altro filo comune che è lo scambio tra pubblico e privato, una indicazione quanto mai necessaria e coerente con il fondamentale principio di partecipazione che è alla base di ogni vita democratica.
di Alessandro DISTANTE
Si accavallano le notizie sulle prossime amministrative. Manca ancora un anno ed è giusto e da salutare con favore che si cominci a lavorare e a parlare di possibili candidature.
Un requisito fondamentale è che i candidati, tutti, nessuno escluso, siano appassionati della Città e del bene comune. Anche a livello della politica nazionale è emerso, con evidenza, che un “politico” incarna meglio il rapporto con i cittadini, riuscendo ad entrare maggiormente in sintonia.
Nel corso degli ultimi anni era invalsa, stanti le difficili maggioranze parlamentari, l’abitudine di affidarsi ad un esterno, a personalità di grande spessore culturale e, soprattutto, economico-finanziarie (basti pensare a Monti e a Draghi) e, tuttavia, nel corso del loro mandato e neppure dopo, hanno saputo creare quella empatia che costituisce un ingrediente importante di ogni attività politica.
Da qui la necessità di recuperare una presenza di persone con la passione politica.
Ciò vale anche per i giovani che pure partecipano, anche a Tricase, alle competizioni elettorali e giungono a ricoprire posizioni all’interno dell’esecutivo oppure del consiglio comunale. Ottima realtà. Ma, anche qui, è necessario che non siano “improvvisati” e ciò sia nel senso –come si è detto sopra- che abbiano dimostrato una certa passione per la politica che, poi, è passione per il bene comune, sia che siano stati in qualche modo introdotti alle “questioni” del funzionamento del Palazzo. Peccato che non si sia dato corso a quell’iniziativa lanciata dal Sindaco De Donno in campagna elettorale con il coinvolgimento di docenti dell’Università del Salento di formazione civica e politica. Vi è stata un’iniziativa simile, promossa da una Associazione giovanile, ma è mancata una iniziativa di soggetti istituzionali aperta a tutti i giovani.
Di tempo, per fortuna, ce ne è davanti. E pertanto è necessario allargare il dibattito, andando anche oltre ai nomi dei candidati a sindaco, per interrogare la Città e per fare in modo che i cittadini conoscano progetti e magari suggeriscano anche soluzioni.
Il Volantino cercherà di fare la sua parte.
In questo senso abbiamo deciso di fare delle interviste a chi si propone oppure a chi rappresenta partiti, gruppi e movimenti che stanno elaborando programmi e candidature per le prossime elezioni.
Sarà un modo per allargare la partecipazione e contribuire alla crescita della democrazia.
Vi pare poco?
di Alessandro DISTANTE
La tempesta d’acqua e di terra che ha trasformato il mare nostro in mare rosso ha dato i suoi frutti: finalmente una comunicazione, sul social targato Città di Tricase, da parte del sindaco De Donno.
Persona certamente dotata di innate capacità comunicative, ha deciso di rompere gli indugi e di parlare ai suoi cittadini che, sconvolti se non inviperiti, non avevano mancato di far girare immagini ed esprimere netti giudizi di condanna per le opere che stanno interessando le Marine.
De Donno ha così spiegato quanto accaduto a Tricase Porto e, soprattutto, illustrato le ragioni e le finalità degli interventi, assicurando, in aggiunta, alcune varianti resesi necessarie per evitare il ripetersi di episodi che hanno fatto arrossare le acque ed arrossire…
La comunicazione è il primo passo, assolutamente necessario, in ogni sistema democratico, ed è tanto più utile quanto più è aderente ai fatti, senza infingimenti. Riconoscere che vi erano dubbi e timori sulla bontà della soluzione tecnica approvata dallo stesso Comune, è segnale di onestà intellettuale prima che politica. Il deficit di comunicazione/informazione ha caratterizzato la vita amministrativa, tanto è vero che anche per altri interventi (viabilità, lavori del basolato, piazze ecc.) non poche sono state le critiche di cittadini e gruppi, più o meno organizzati, che hanno denunciato un agire non preceduto da adeguata informazione.
L’informazione è essenziale ma non basta; la democrazia ha bisogno, per essere tale, della partecipazione e del confronto, anche conflittuale, per giungere, consapevolmente, alla adozione delle migliori scelte per il bene comune. Su questo rimane un grosso deficit.
Le promesse della campagna elettorale di forme nuove, ma regolamentate, di partecipazione, sono rimaste solo promesse. I famosi Tavoli della partecipazione non sono mai stati apparecchiati.
Ma il defit del confronto non può essere ascritto al solo Sindaco e alla sua compagine governativa, quanto anche a soggetti, istituzionali e non, che in una società con tanti corpi intermedi, ben possono o, meglio, devono svolgere questo compito.
Tanto per essere chiari: le associazioni sembrano ormai soltanto impegnate a gestire propri progetti e, possibilmente, a conseguire miseri finanziamenti; i partiti e movimenti, più o meno elitari se non addirittura personali, si risvegliano in occasione degli appuntamenti elettorali. La democrazia, in questo modo, si riduce al solo voto, peraltro sempre meno partecipato, e chi viene eletto finisce per ritenere che, siccome eletto, ha carta bianca, dovendo dar conto ai cittadini soltanto alla scadenza del mandato in occasione della propria ricandidatura.
Ma un sistema del genere non è certo un sistema democratico.
Ed allora ben venga la comunicazione e l’informazione, ma non basta. Occorre un passaggio ulteriore e necessario: la partecipazione, se si vuole che alle urne si vada con scienza e coscienza e non in sempre di meno e sempre guidati da personali conoscenze e/o convenienze