di Alfredo Codacci Pisanelli
Caro Direttore,
ho letto con attenzione e interesse l’articolo di Alfredo De Giuseppe che riguarda, tra l’altro, la mia breve esperienza quale Sindaco della nostra Tricase. Quanto scritto è tutto vero, ma – se posso – incompleto.
A febbraio del 1988 mio Padre, Giuseppe Codacci-Pisanelli, che aveva 74 anni, si è improvvisamente sentito male e – dopo una brevissima agonia – è morto.In primavera si sarebbero svolte le elezioni amministrative nel Comune di Tricase e alcuni sostenitori di mio Padre avevano preso contatto con la nostra famiglia suggerendo la candidatura a Consigliere Comunale di uno dei figli o figlie di Giuseppe.
Non ero interessato anche perché non ho mai avuto alcuna simpatia per i “democristiani” e ho sempre criticato mio Padre per la sua appartenenza a quel gruppo politico che profanava il nome e la croce di Cristo. Apprezzavo Maritaine che diceva: “Demo-cretienne cest’a dire demi-cretienne” (demo-cristiani vuol dire mezzi-cristiani)”.
Mio Padre, gran sofista, diceva che la croce della DC non era quella di Cristo, ma quella dei crociati! Eppure su consiglio della mia famiglia ho deciso che dovevo candidarmi.
I “Capi” della DC non hanno apprezzato la mia improvvisa accettazione: mi avevano depennato, e hanno reinserito “al volo” il nome CODACCI sbagliando anche l’ordine alfabetico: mi hanno messo dopo Giuseppe COLAZZO, mio amico, che è l’unico che mi ha veramente e con lealtà sostenuto e anche, quando ci voleva, criticato.
I “Capi” della DC, che facevano riferimento ai deputati Quarta e Leccisi, non mi hanno mai apprezzato, e mi impedivano di avere il palco per tenere comizi elettorali.
Tenevo i miei “mini comizi” dal camion di un amico costruttore: aveva improvvisato un impianto di amplificazione e buttava giù gli spalti. Io parlavo e la gente – per quel che potevo percepire – gradiva. Sentivo un particolare affetto da parte dei miei concittadini tricasini ai quali delle faide di partito non interessava assolutamente nulla.Inaspettatamente sono stato il primo degli eletti.
Si è riunita la direzione della DC per un commento al voto ed è stato affermato che “i voti di Codacci non contano perché è stato votato dalle donne” (sic!!!). Ho replicato che non capivo se si rendevano conto della idiozia che avevano detto: “Quando anche fosse vero, volete dire che il voto delle donne non conta?”.
Oltre a Quarta e Leccisi c’era un terzo soggetto che andava emergendo: era il Presidente della Regione Puglia Salvatore Fitto (per gli amici “Totò”), che mi ha chiesto di accettare la candidatura a Sindaco.
Gli ho fatto presente che – con tutto il rispetto per la sua richiesta – quella candidatura era un “non senso”. La nostra Tricase è al centro di tutti i miei pensieri ed affetti, ma non ne conoscevo l’organizzazione, le necessità, le istituzioni, a cominciare dalle scuole.
Come potevo fare il Sindaco? Il Presidente mi ha ribadito la richiesta di accettare la candidatura a Sindaco dicendomi “Non preoccuparti!”. Ho accettato per la sua insistenza e simpatia: pochi giorni dopo il Presidente è morto in un tragico incidente stradale. Volevo andarmene, ma c’era il grande problema della scelta del mio successore.
Alla fine, per farmi fuori, i “Capi” DC mi hanno levato l’indennità di Sindaco, che io passavo direttamente all’ALITALIA per pagare i biglietti Roma-Brindisi e viceversa. Non ho mai utilizzato l’auto di servizio per andare all’aeroporto; l’”Autista del Sindaco”, nonché mio caro amico, Fernando Rosafio potrà confermare.
Mi sono dimesso. Il resto è notorio e fedelmente riportato dall’articolo di De Giuseppe. A Piazza dei Cappuccini era apparso un “murales” che mi aveva commosso: “Alfredo, eppure ti volevamo bene!”. Una curiosità: al nuovo sindaco, eletto al mio posto, l’indennità di carica” è stata immediatamente ripristinata ….
L’articolo dell’Amico (e omonimo!) Alfredo De Giuseppe passa ad altre vicende, che riguardano lavori “pubblici” attualmente in corso al Porto di Tricase su un manufatto “comunale” adibito a caffè-bar, che sarebbe oggetto di ampliamenti con fondi non si sa se pubblici o privati, che stimoleranno gli “intrattenimenti musicali” (alias “schiamazzi”) notturni nella piazzetta del Porto.
Noi che passiamo le vacanze a Tricase Porto chiediamo solo di poter dormire di notte. E’ TROPPO?!?
Con affetto,Alfredo
di Antonio De Donno
Tricase è una città meravigliosa.Ognuno di noi in cuor suo custodisce e manifesta in ogni dove l’orgoglio di essere cittadino di Tricase.
Per la sua storia, le bellezze architettoniche, quelle naturalistiche, gli illustri personaggi della storia passata e recente, i tanti tricasini che in ogni dove si fanno apprezzare a livelli altissimi ed alimentano le recensioni positive sul nostro paese, l’Ospedale Cardinale Panico con le sue eccellenze, i tanti ricordi di un passato importante che ha travalicato i confini più ambiti, nell’economia come nello sport, nell’arte come nella politica.
Ma soprattutto il comune sentire che più ci lega a questa terra è un senso di tranquillità e pace sociale che non ci farebbe cambiare il nostro paese con nessun altro luogo del mondo, caratteristica oggi rara nel nostro Salento, tipica di un lembo ben definito e minimale della provincia in cui forze negative e degenerate non hanno mai preso piede.
E non parlo solo di criminalità organizzata, qui mai radicata grazie ad eccezionali anticorpi socio- culturali ed ad un efficiente lavoro delle forze dell’ordine, ma anche di quella “sottocultura” socio-imprenditoriale che ha fatto della scaltrezza la propria caratteristica principale e che a Tricase non si è mai affermata e non ha mai attratto molti.
Perchè, nonostante le difficoltà occupazionali che ci accomunano in molti casi al resto della penisola salentina ed a sporadici eventi di ben note piaghe sociali, qui si vive bene.
A Tricase noi genitori possiamo ancora permetterci di crescere i nostri figli liberi di muoversi per la città già dalla tenera età, controllati dagli occhi vigili e responsabili di tutti, forgiati dagli Oratori,dalle associazioni, da una comunità in larghissima parte sana e responsabile.
Certo, molti sogni sono rimasti nel cassetto, si è diradata quella consapevolezza di collettività protagonista che ha fatto della Tricase del passato uno dei punti nodali della politica e dell’economia provinciale e non solo.
Ma il terreno per la rinascita è rimasto fertile, perché etica, rispetto, senso del dovere e della misura sono rimasti nell’humus “familiare” della nostra comunità, hanno colmato le nostre stesse manchevolezze ed arginato le “pretese” altrui.
E la politica, proprio perché espressione di questi valori diffusi, se esce fuori dal seminato deve trovare la forza al proprio interno di auto-rigenerarsi, o è meglio che lasci il passo. A Tricase non sono necessarie aule di tribunale per dirimere offese o presunte tali.
Chi si propone alla gestione della cosa pubblica sa bene di poter essere oggetto di attenzioni, riflessioni o critiche da parte di un paese intero e non solo, ed anche quando le stesse dovessero sfiorare, raggiungere o oltrepassare il consentito, la saggezza e la pazienza necessarie per “rappresentare” Tricase dovrebbero essere doti personali e collettive imprescindibili.
Perché solo gratitudine va riservata a chi narra la vita di tutti senza un fine recondito ma solo per quel senso di attenzione e responsabilità verso concittadini e posteri che, grazie al lavoro di pochi,potranno conservare nelle proprie menti e nei propri cuori i frammenti di una comunità in cammino, scanditi nei rotocalchi quotidiani, e farsi anche in molti casi anche recenti un idea ben precisa da quale parte stia il giusto e da quale altra invece l'erronea e ingrata interpretazione di un ruolo.....
Ecco perché Tricase non è e non sarà mai il paese delle “ingerenze esterne” che condizionano la vita amministrativa, e deve tendere a diventare il paese di chi ritiene che la critica o l’allusione, benchè ardita, non sarà mai intesa come un offesa personale e collettiva da dirimere nelle aule di qualsivoglia tribunale, ma come un incitamento a far meglio e a non ingenerare dubbi di alcun.
E così come questo paese tollera atteggiamenti di chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica incomprensibili ai molti, e che stridono con il bene comune, così mi auguro che la Giunta riveda la decisione di querelare il Quotidiano di Lecce e il nostro giornalista.
Auspico che il buon senso sia la prima soluzione da intraprendere, e dove basterebbe una semplice rettifica ci si accontenti e non si vada oltre, dimostrando che alle grandi responsabilità di cui si è stati investiti corrispondono doti di saggezza, mitezza e buon senso.
Tricase è sempre stata città ospitale e generosa, e chi amministra ha il dovere di seminare nella propria comunità spirito di condivisione e collaborazione, serenità e pace sociale, ingredienti necessari per avere stabilità istituzionale e sociale e realizzare un patto intergenerazionale che realizzi un futuro da pensare e realizzare insieme, donne e uomini, giovani e anziani uniti per una Tricase migliore.
Tricase, 1 febbraio 2020
Lascia Palazzo Gallone?
di Nunzio Dell'Abate
In ogni dove, e non solo a Tricase, il nostro Primo Cittadino dichiara apertamente che si candiderà alle Regionali di maggio prossimo con Forza Italia e che dovrà quindi dimettersi da Sindaco. Se così sarà, vuol dire che ha trovato la “scusa” per scappare dal governo della città, consapevole chenon fa per lui.
E ci sta, sebbene ciò comporti il commissariamento del Comune e l’azzeramento dei due consiglieri provinciali in carica.
Se è l’ennesimo tira e molla come lo è stato per le sue recenti dimissioni poi ritirate, è un irresponsabile perché in questo limbo la macchina politico-amministrativa perde del tutto entusiasmo e funzionalità.
Ma è ancor più irresponsabile se scientemente si dimettesse dopo il 4 febbraio.
Difatti, se le dimissioni del Sindaco si perfezionano entro il 24 febbraio si andrà al voto per le amministrative quest’anno in un periodo compreso tra il 15 aprile ed il 15 giugno, diversamente nello stesso periodo ma l’anno venturo (cfr. legge 7.6.91 n.182 art 2).
Ora, visto che le dimissioni diventano efficacidecorsi 20 giorni, Chiuri dovrà dimettersi al massimo il 4 febbraio, altrimenti “regalerà” alla comunità di Tricase oltre un anno di CommissarioPrefettizio.
I Sindaci di Racale e Cutrofiano, quest’ultimo con scadenza naturale 2021 ed entrambi al secondo mandato consecutivo, si sonocorrettamente dimessi pochi giorni addietro.
Dalla irresponsabilità si passa invece alla pura follia se il malcelato fine di questa tempistica è quello diconsentirgli di ricandidarsi nuovamente a sindaco l’anno prossimo.
Il Comandante Antonio Buccoliero,
candidato alla carica di Consigliere regionale?
di Pino Greco
“Sono tantissimi Salentini a chiedermi la candidatura e il ritorno in campo.
Tutti hanno apprezzato il mio impegno di sostanza e non prettamente ideologico.
La politica ha bisogno di impegno concreto sui temi sostanziali che impattano con il territorio e con i suoi abitanti.
Ho ruoli di primo piano nell’Arma come massimo rappresentante di tutti i Carabinieri d’Italia ( Presidente del Cocer) oltre che di Responsabilità presso il Comando Legione Carabinieri di Abruzzo e Molise.
Valuto con attenzione la possibilità di una mia candidatura anche per rappresentare gli interessi di Tricase e del Capo di Leuca, territorio che ho imparato ad amare e rispettare”.
TRICASE - GALATINA:
UN PAREGGIO DEDICATO ALL'AMICO EROS STAIANO
di Mino De Iaco
Domenica 2 Febbraio alle ore 15 sono scese in campo allo Stadio San Vito, Tricase e Galatina. Partita valida per la 4° giornata di ritorno del campionato di 1° categoria.
Il Tricase veniva da 2 pareggi contro Latiano e Cedas Brindisi, mentre il Galatina aveva perso in casa con il Latiano, sconfitta che era costato il posto all'allenatore dei bianconeri Contaldo, ex giocatore del Tricase e autore del memorabile gol (11 maggio 1997) nello spareggio contro il Nardò, che valse la storica promozione in C2.
Partita dal risvolto particolare, infatti Lunedì 27 Gennaio, il calciatore del Galatina ed ex del Tricase, Eros Staiano, era stato coinvolto in un terribile incidente stradale, fortunatamente poi il giovedì seguente sono giunte notizie più confortanti dall'ospedale in cui attualmente è ancora ricoverato.
Le 2 tifoserie non hanno fatto mancare striscioni di incoraggiamento per il ragazzo. Riguardo la partita, il Tricase aveva trovato subito il vantaggio al 3° minuto su azione da calcio d'angolo, il capitano Davide Urso era stato bravo ad anticipare tutti e di testa aveva insaccato alle spalle del portiere.
Ma la reazione del Galatina non si è fatta attendere. Infatti al 27° del primo tempo l'attaccante Gabrieli ristabiliva la parità sempre su azione da corner.
Nella ripresa ci si aspettava un Tricase alla ricerca della vittoria, ma sono gli ospiti a rendersi più pericolosi, reclamando anche un rigore su cui l'arbitro generosamente sorvola.
Finisce 1 a 1. Un pareggio che allontana il Tricase dal primo posto della classifica ma che mantiene i rossoblu in piena lotta per i paly off.
Ora il Tricase osserverà una giornata di riposo. Si riprende il 16 Febbraio sempre in casa contro la Virtus Lecce.
Il dopo partita con Michele Dell’Abate ( Presidente onorario ) e mister
Politi del Galatina
Dell’Abate: “Va bene così, paghiamo il fatto che siamo partiti in ritardo. Paghiamo il fatto che a dicembre sono arrivati nuovi atleti che ancora non sono amalgamati al 100%. Stiamo programmando belle cose per il futuro”
Politi del Galatina : “Un pareggio giusto, non era facile recuperare dopo il vantaggio del Tricase. Siamo stati bravi in un campo non in buone condizioni per le due squadre,quindi una gara dove si sapeva che si poteva risolvere soltanto su palle inattive”
Il dott. Vittorio Raeli,vista la delibera del Consiglio di Presidenza della Corte dei
Conti, è stato nominato dal Consiglio dei Ministri Presidente della Sezione con funzioni di Procuratore della Regione Basilicata
Al dott.Raeli le congratulazioni da parte del Direttore e della Redazione de Il Volantino che si fregia di averlo avuto un tempo anche redattore e, talvolta, anche ospite, sicuri che saprà portare alto il nome della nostra Città e proseguire nel suo lavoro al servizio della Giustizia