La Redazione
L’8 marzo è la giornata della Donna
Si è fatto un gran parlare in questi ultimi tempi di donne e soprattutto di violenza ai loro danni
Sono temi che non possono essere dimenticati l’8 marzo che,come molte ricordano,non è una festa ma una giornata…
Tanti auguri a tutte le Donne
di Antonio Lia
Caro Direttore,
ho letto su vari giornali che tutti cercano di discolparsi della responsabilità per questo triste avvenimento che si è abbattuto su Tricase perché non si tratta solo del crollo di un edificio ma dell’ACAIT, della storia esaltante e dolorosa perchè ha causato la morte di 5 persone che combattevano per non perdere il lavoro, di un monumento alla crescita, al progresso che vedeva coinvolto tutto il Capo di Leuca, da un luogo che da più di 100 anni era simbolo della capacità di stare insieme, di consorziarsi, di fare rete come si usa dire oggi. Voglio ricordare che l’ACAIT non sta a cuore solo ai cittadini di Tricase ma a tutto il Capo di Leuca. In quell’ opificio hanno trovato lavoro cittadine e cittadini di tutti i paesi del Territorio che, grazie all’ACAIT, hanno potuto soddisfare le loro esigenze familiari. L’ACAIT sta a cuore anche a noi di Specchia che sentiamo il dolore, per quanto è accaduto, allo stesso modo delle Cittadine e Cittadini di Tricase, perché Specchia negli anni ’50 era ACAIT, a Specchia il Consorzio aveva fatto costruire il Magazzino “Palummaru”. Di Specchia è stato il primo Presidente dell’ACAIT, il Conte Domenico Bartolomeo Risolo.
La verità, niente di più sovversivo. Diciamola: senza puntare il dito contro nessuno.
Quando al Comune di Tricase venne eletto il dottor Antonio Musarò si aprì finalmente un dialogo con il GAL. Ero Presidente di quella struttura che doveva, al momento della sua Istituzione, essere localizzata a Leuca; siccome ho guardato sempre a Tricase come Città a capo di un’area vasta, quella del Capo di Leuca, con il Consiglio di Amministrazione decidemmo che la sede del GAL doveva essere a Tricase. La prima sede del GAL furono proprio gli Uffici dell’ACAIT, poi fittammo alcune abitazioni e poi con l’aiuto di Emanuele Chiuri fummo ospitati al piano terra di Palazzo Gallone dove il GAL ha ancora la sua sede.
Il Sindaco Musarò credeva nel GAL e a quello che avremmo potuto fare insieme.
Il Sindaco di Specchia, per essere stato tra i primi ad aderire alla FilmCommission, aveva un posto in Assemblea. La FilmCommission, tra le tante vulcaniche iniziative, doveva localizzare 2 Cineporto, uno a Bari e l’altro era previsto a Lecce; in Assemblea riuscì a far comprendere la necessità di guardare alle periferie spiegando che dopo Lecce ci sono altri cento Comuni e che Leuca dista da Lecce ben 80 Km che sarebbe stato opportuno avvicinarsi verso i Comuni del Capo di Leuca e istituire il 2° Cineporto a Tricase. Chiesi, per questo, un sopralluogo e il Direttore Generale Maselli si disse disponibile; parlai della mia proposta al Sindaco di Tricase e gli suggerii che per il Cineporto potevano essere messi a disposizione alcuni locali dell’ACAIT; il Sindaco si disse disponibile. Fissai un appuntamento con Maselli a Tricase presso il Municipio dove il Sindaco ci aspettava; insieme andammo all’ACAIT, visitammo tutto il complesso e Maselli si dimostrò entusiasta del recupero di parte dell’opificio. Mentre ci avviavamo all’uscita, entrammo nella nursery e a Maselli spiegammo che quello era l’asilo nido aziendale; l’ACAIT aveva creato una struttura prima che una legge nazionale o regionale lo prevedesse. Maselli restò attratto e rapito nello scoprire che, nell’estremo sud del Mezzogiorno d’Italia, un’Azienda fosse così all’avanguardia nei servizi all’infanzia e chiese al Sindaco se poteva prendere una sediolina dei bambini per portarla a Bari in modo che in Assemblea avrebbe potuto dire la sua impressione positiva del sopralluogo, mostrare e raccontare quel che aveva saputo sul Consorzio. Il giorno successivo un articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno parlava di furto all’ACAIT: “hanno rubato una sediolina della vecchia nursery”. Il dottor Maselli mi telefonò incazzatissimo dicendomi che per i Cineporto tutto restava come prima con le sedi di Bari e Lecce: “mi avete fatto passare per un ladro, scordatevi il Cineporto”.
Il Ministero dell’Industria, dopo la chiusura del Ministero della Cassa per il Mezzogiorno, divenne depositario delle risorse economiche, circa 100 Miliardi; con quei denari potevano essere recuperati edifici ormai dismessi. Ancora una volta pensai all’ACAIT; parlai con il Sindaco di Tricase della mia idea e trovai il dottor Musarò ancora una volta disponibile. D’accordo con il Sindaco invitai a Tricase l’Assessore Regionale all’Agricoltura Enzo Russo con il quale ci recammo al Consorzio, lo visitammo tutto. Russo restò colpito dall’edificio e si disse disponibile ad avanzare una proposta: i soldi ci sono, disse; possiamo benissimo accedere ai fondi ex Cassa per il Mezzogiorno perché le Regioni possono presentare proposte e questa mi sembra un’idea eccellente. L’Assessore Russo dopo poco tempo fu sostituito all’Assessorato con altro Consigliere Regionale con il quale non riuscimmo mai a parlare e procedere sull’idea di recupero dell’ACAIT.
Con l’Architetto Prof. Paolo Caputo docente al Politecnico di Milano, vecchia famiglia tricasina trapiantata a Napoli, ci siamo recati decine di volte a vedere dall’esterno il complesso ACAIT; abbiamo un poco anche fantasticato su quello che poteva essere realizzato; decidemmo di parlare con il Sindaco Musarò e il Professore Caputo gli spiegò alcune sue idee; Musarò si disse disponibile, poi si sciolse il Consiglio Comunale ed il Prefetto nominò il dott. Aprea Commissario. I rapporti con il GAL e l’Architetto Caputo continuarono; presentammo, dopo averlo depositato al Comune (lavoro offerto al Comune di Tricase gratuitamente da Caputo), nella Sala del Trono il progetto per la riqualificazione del Complesso ACAIT: fummo quasi derisi e beffeggiati da alcune persone che avevano rivestito cariche pubbliche e da altri che le hanno rivestite dopo, tanto che il professore Caputo, amareggiato che la sua Tricase si era comportata in quel modo di fronte ad una offerta gratuita di un progetto che avrebbe potuto salvare e mettere in sicurezza e funzione l’ACAIT, andò via e non ha voluto in seguito più parlare di quell’argomento.
Il GAL nel 2011 aveva nel suo portafoglio più di 2 milioni di Euro da spendere nei Comuni che facevano parte della Società, incontrai i Sindaci per spiegare che, dividendo tra tutti i Comuni quella somma, non avremmo raggiunto nessun obiettivo per il territorio; se invece avessimo speso quella somma per un progetto che vedeva tutti i Comuni convolti e protagonisti avremmo realizzato un progetto che avrebbe dato risposte a tutto il territorio; i Sindaci si dissero d’accordo. L’idea, condivisa dal Commissario, era quella di ristrutturare buona parte dell’ACAIT, quella crollata era inclusa, fare nell’ACAIT la sede del GAL, creare un ambiente per un grande cervello elettronico da collegare con i Comuni aderenti al GAL, realizzare una galleria per promuovere i prodotti dell’Agricoltura e dell’Artigianato con una esposizione che durava tutto l’anno. Era previsto il recupero del frantoio oleario e il suo funzionamento con molitura ma che avrebbe potuto ospitare i turisti in degustazioni e farne un punto di commercio del prezioso alimento.
Andò via il Commissario e si tennero le nuove elezioni amministrative; fu eletto il nuovo Sindaco, si interruppe il dialogo che il Sindaco Musarò aveva avviato e si interruppero i rapporti con l’Assessore Regionale all’Agricoltura.
L’ACAIT ora è proprio incazzata per tanta trascuratezza, per tanto abbandono; così ha deciso pian piano di autodistruggersi. Ha già cominciato. Vogliamo fermarla mettendo in modo tutte le nostre forze e le nostre idee? Senza però demagogie ma con spirito di servizio per ridare vita a questo complesso pregnante di storia dell’intero territorio? Lo dobbiamo, sono sicuro che con molti saremo pronti a ricominciare.
Undici milioni e mezzo saranno gli investimenti sulle opere pubbliche previste dal Comune di Tricase per l’anno in corso.
E’ questo uno dei punti del Programma annuale approvato dalla Giunta Comunale il 15 febbraio.
Alla spesa si farà fronte con fondi comunali per 56 mila euro, con mutui della Cassa Depositi e Prestiti per circa 470 mila euro; circa 10 milioni deriveranno da entrate aventi destinazione vincolata per legge (Fondi comunitari, Contributi regionali e provinciali) ed euro 420.000 con fondi interreg Italia-Grecia assegnati allo IAMB per l’esecuzione dell’intervento “Ampliamento del centro esistente di formazione e divulgazione avamposto mare”.
PALAZZO GALLONE
Alcuni interventi riguarderanno Palazzo Gallone: sono previsti lavori di restauro e consolidamento dei paramenti murari delle facciate esterne e la valorizzazione della Sala del Trono e dell’ala sud est e sud ovest del primo piano. L’intervento di urgenza si è reso necessario stante le copiose infiltrazioni dovute alle recenti piogge all’interno della struttura muraria della facciata prospiciente piazza don Tonino Bello e Vico Vincenti. L’intervento riguarda il ripristino del sistema di scolo delle acque meteoriche, l’eliminazione delle essenze vegetali infestanti, il consolidamento statico di elementi lapidei distaccati e la risarcitura dei giunti.
PISCINA DI MARINA SERRA
Con un finanziamento di un milione e mezzo, rinvenienti da Fondi comunitari, nel quarto trimestre dell’anno saranno avviati i lavori per la messa in sicurezza e mitigazione del rischio geomorfologico del sito denominato Piscina in Marina Serra. In particolare i lavori interesseranno la ricostruzione delle parti interessate da fenomeni di dissoluzione ed erosione e dove sono presenti gli anfratti si interverrà riempiendo le fratture con resine; il tutto rinforzato con reti metalliche in acciaio inox colorate.
BIBLIOTECA DI VIA MICETTI
Altri lavori per circa un milione di euro, ancora una volta con Fondi comunitari, interesseranno la Biblioteca di via Micetti. Oggetto dell’intervento saranno il recupero del piano seminterrato ed altri lavori per rendere fruibile l’intero immobile anche con la realizzazione di un impianto ascensore che possa servire ogni piano; il tutto per realizzare nuove esperienze: scambio di libri, esperienze ludiche applicate alla lettura, storie narrate, sceneggiatura disegnata, abbattimento delle barriere percettive culturali, religiose e di genere.
CAMPO PALLAVOLO E BASKET
Con fondi comunali, nazionali e comunitari si dovranno trovare 200.000 euro per lavori di sistemazione aree esterne e adeguamento alle norme di sicurezza del campo coperto di pallavolo e basket.
EDIFICI SCOLASTICI
E poi interventi sugli edifici scolastici da quello di via Apulia, ai solai della scuola elementare di via Roberto Caputo, alla scuola primaria e dell’infanzia di Lucugnano.
PARCO CITTADINO
Ed infine lavori di sistemazione del Parco cittadino in zona Lama (2° lotto) e di completamento per la messa in esercizio della rete irrigua per il riutilizzo delle acque reflue depurate, affinate e sterilizzate.
STRADE E PIAZZE
Dopo l’Estate anche lavori sulle strade comunali con la sistemazione di tre Piazze cittadine: Piazza Castello dei Trane nel rione di Tutino mediante la realizzazione della nuova pavimentazione in pietra calcarea locale, arredo urbano e rifacimento della pubblica illuminazione; Slargo antistante la Chiesa di San Nicola nel rione di Sant’Eufemia ove è presente un ipogeo, mediante la demolizione della esistente copertura dell’ipogeo e la realizzazione della nuova pavimentazione in pietra calcarea locale dell’area di pertinenza dell’ipogeo stesso e della chiesetta; Piazza Principessa mediante la sistemazione della parte adiacente la via Thaon de Revel con la realizzazione degli spazi a verde e la sistemazione dell’arredo urbano.
di Giuseppe R. Panico Strano paese quello dove tutto sembra andare contro un possibile sviluppo economico-imprenditoriale. Scarsa cultura? Burocrazia? Politica? Forse è colpa di ciò che noi siamo stati e continuiamo ad essere col perdurare di una mentalità antica e dominante, restia a cambiamenti ed innovazioni o proposte che non sorgano dal cerchio magico politico o politicante, poco propenso a ragionare in termini di bene comune e costo/efficacia. Strano paese quello dove la cittadinanza sembra esclusa o escludersi da una più attiva partecipazione democratica, atta a valutare meglio come vengono spesi i propri quattrini o quali siano, per le scelte di rilievo, i vantaggi/svantaggi delle varie opzioni.
Strano paese quello in cui, a fronte di scelte o progetti rivelatosi sbagliati o incurie disastrose, gli unici, a pagare in quattrini e sottosviluppo sono i cittadini. In quel paese non esiste infatti né una procedura di “recall” che consenta ai cittadini di licenziare in tronco i mal-eletti o i mal-facenti o poco-facenti, né per una “class action” contro i colpevoli o per costituirsi in giudizio come parte civile. Strano paese quello ove coloro che hanno avuto nella vita maggior fortuna o bravura, come cultura, economia, esperienze, si ritraggono nel comodo egoismo ed inerzia del proprio guscio. Ben lontani dunque da quel “giving back” (restituire), anche in termini di pensiero/opinione/dibattiti, la loro matura e affidabile esperienza e contribuire al progresso locale.
Strano paese quello ove anche le grandi scelte per il futuro non vengono prima approfondite e verbalizzate nelle commissioni comunali, o fatte oggetto di referendum comunale, ma lasciate al dominio antidemocratico e non di rado fallace del “pensiero unico”. Strano paese quello ove l’ecologia degenera in ideologia politica e ben poco si attua per uno sviluppo sostenibile che comprenda anche economia e benessere, senza i quali scappa ogni investimento e ogni nostro ragazzo.
Strano paese è quello ove si fa un grosso mutuo per mettere sulle strade tanto nuovo asfalto e poi, pur senza neve e ghiaccio o transito di carri armati e cavalli ferrati, le sole piogge del primo inverno se lo portano tutto via, lasciandoci buche per strada e buchi in bilancio. In tal paese si è fatto un Piano Coste senza che mai la commissione turismo comunale si sia riunita per discuterne norme, suggerimenti e alternative se non quelle di qualche sdraia ed ombrellone a pagamento. Piove troppo e a catinelle. “Governo ladro” o “inefficiente” si urla vedendo l’ACAIT che va giù a puntate perché pure mal puntellato.
E se in paese è anche l’acqua dolce a toglierci le speranze, a Marina Serra fu l’acqua salata a spazzar via, e per ben due volte, le costose e improvvide passerelle in legno fronte-mare. A mezza strada fra costa e mare sono invece le acque reflue a farci tanto soffrire con la loro, ormai decennale, telenovela dalle tante puntate tecniche, economiche e giudiziarie. Per la triste telenovela ACAIT non possiamo non ricordare quella puntata a palazzo Gallone di circa sette anni fa.
Un bel progetto del GAL per trasferire i propri uffici con risanamento a proprie spese di parte dell’ACAIT e restituzione alla cittadinanza degli attuali pregevoli uffici in piazza Pisanelli. Nella sala del trono, rintronano ancora le sinistre e stridule voci di chi così vivacemente si oppose al progetto. Avrebbe consentito anche di trasferire a Palazzo Gallone la biblioteca comunale e non in una scuola più periferica, costosamente risanata ed ora meno frequentata. In piazza Pisanelli avrebbe rivitalizzato e acculturato il centro ed il salotto della città; lo avrebbe reso un elegante e più frequentato Centro Civico. Privato ora anche, con procedura quasi forzosa, delle Associazioni d’Arma, rimane sempre più deserto. E tornando verso il mare, alla sua economia e benessere per la prossima estate non potremo che avere un p
orto ancora mummificato nella sua difficile e pericolosa convivenza di nautica e balneazione e dal mancato potenziamento con nuove attività economiche e sociali (scuola di vela, supporto ai diversamente abili, sostegno ai nuovi corsi nautici presso l’Istituto professionale). I locali furono destinati ad altri scopi. Nel porticciolo di Marina Serra la nautica (come da Piano Coste) non sarà più consentita e trenta posti-barca verranno così soppressi. Eppure la stessa Commissione Europea, in un suo importantissimo e articolato “working document” del marzo 2017 non fa altro che riconoscere la grande importanza della nautica sotto gli aspetti economici, professionali e sociali, culturali ed ambientali e dunque anche per il lavoro dei nostri giovani neodiplomati. Si dice spesso che il futuro non può che derivare dalle scelte del nostro passato, come anche dalla consapevolezza del nostro presente e dall’avere visione di insieme, lungimiranza e capacità di realizzare.
Chissà se queste tre “magie” vorranno arrivare prima di Natale. Ecologia, ambientalismo e musei se degenerano in una cappa che tutto protegge, tutto conserva, tutto mummifica, di tutto si appropria, ostacolano altre economie e benessere. Il rischio è quello di diventare un periferico museo delle cere, che, senza una struttura economica propria o senza i soliti finanziamenti di uno Stato inefficiente e già in grave crisi, perde interesse e visitatori. Quello strano paese-museo chiude e poi la cera si squaglia.