Tricase - Venerdì, 27 settembre 2024

La Chiesa di S. Angelo ha quattro secoli. Un incontro pubblico per ricordare l’evento. Era il 1624 quando fu terminata la costruzione della chiesa di S. Michele Arcangelo. Si legge l’anno sull’epigrafe che il committente, Cesare Gallone, figlio del barone di Tricase Alessandro, fece fissare sul prospetto della chiesa costruita a sue spese.

È una delle chiese dell’epoca barocca più belle del Salento, anche perché si discosta dalle altre per la delicatezza e la sobrietà delle linee architettoniche e dell’ornato che la avvicinano al gusto rinascimentale. Nel 2022 la chiesa è stata interessata da lavori di restauro sulle facciate, nell’ambito degli interventi programmati dalla Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca.

Per ricordare l’evento si terrà un incontro questa sera  alle ore 20.00, presso la Chiesa di S. Angelo.

Relazionerà, con parole e con immagini, l’esperto e studioso, arch. Vincenzo Peluso, co-autore della Guida di Tricase e Frazioni, edita da Congedo, e di altre importanti pubblicazioni; interverranno il parroco, don Gianluigi Marzo, direttore dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali e il sindaco Antonio De Donno. La cittadinanza è invitata.

Proseguono, tra le polemiche, i lavori nel Centro storico. Se i commercianti fanno sentire la loro voce, lamentandosi per la difficoltà per i potenziali clienti di raggiungere i loro negozi, il Sindaco De Donno rassicura che i lavori termineranno a fine ottobre e che tutto è stato concordato con i commercianti.

Dal canto loro i Consiglieri di opposizione si muovono organizzando un incontro pubblico sulla questione ma, a quell’incontro, non partecipa nessuno dei diretti interessati, con l’unica eccezione di un commerciante che ascolta, da lontano, quello che si dice.

Un quadro che mette in evidenza problemi che vanno ben al di là della questione dei tempi del ribasolamento e che deve servire da “sveglia” sul futuro del Centro e di Tricase.

Forse, per esempio, è il caso di cominciare a discutere e a confrontarsi, da subito, su come si pensa il Centro storico. Se qualcuno, già adesso, si preoccupa di una possibile chiusura al traffico, c’è invece chi se lo augura; se c’è chi spinge per un incremento dei locali di intrattenimento, c’è invece chi teme una trasformazione in un luogo animato solo di sera e vuoto durante il giorno; se c’è chi è favorevole al decentramento degli Uffici verso l’Acait, c’è invece chi teme la desertificazione del centro della Città; se c’è chi propende per una mobilità essenzialmente pedonale non manca chi, pur essendo d‘accordo, pone la questione parcheggi. Le sfaccettature della questione Centro storico potrebbero continuare, non ultima quella di un utilizzo dei palazzi e della case esistenti da trasformare, secondo alcuni, in un albergo diffuso e chi, al contrario, teme che questo contribuisca a svuotare il centro, salvo ad essere rianimato nei mesi estivi.

Insomma una serie di questioni che vanno molto al di là del ribasolamento; un’opera, quest’ultima, che deve servire da lezione per evitare che ciascuno tiri acqua al suo mulino, perdendo di vista l’obiettivo finale. E’ il momento, forse, di discutere del futuro del Centro storico e del futuro di Tricase. La questione Centro storico non è l’unica; basti pensare al dibattito e allo scontro sui lavori della Piazza Sant’Andrea a Caprarica oppure alla questione ampliamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Panico che porterà ad una modifica della fisionomia dell’intera zona, quella di maggiore afflusso per chi viene da fuori.

Ed allora: aspettare che si facciano i lavori per poi lamentarsi oppure conoscere e discutere prima e condividere scelte così importanti?

A.D.

di Giuseppe R. PANICO

Ancora una volta l’estate ormai passata è stata “nobilitata”, almeno a Tricase Porto, da quel maestoso rudere di villa/albergo da cartolina che campeggia su punta cannone. Ormai quasi un simbolo, malgrado la Giustizia si sia mossa, della tanta inerzia nel valorizzare le Marine. Passano gli anni, passano i decenni, passano pure i mezzi secoli ma, per le marine, continuiamo ad essere, fra fiumi di parole, vuoti dibattiti e promesse elettorali … “cusì”. 

Restii al cambiamento, quasi come quel rudere al suo abbattimento, comune costiero ma poco marittimo e ancor meno turistico, pur avendo un bel mare, circa 9 km di costa, torri costiere, due porti, molte grotte e incantevoli panorami. Quest’anno anche più cartelli del solito, ma non certo per descrivere, in loco, le nostre bellezze naturali o quello che i nostri nonni, confidando anche in nipoti con maggior senso civico/ imprenditoriale/turistico, ci hanno benevolmente lasciato, ma per mettere, un po’ ovunque su costa e litoranea veti e divieti.

Ne abbiamo a colori verdeggianti, come quelli che qua e là indicano l’elevata pericolosità (sarà vero?) di tanta nostra costa (PG2/PG3); in bianco e nero per indicare ovunque, ai tanti porcellini e porcelloni con sembianze umane, che la costa non è una pubblica discarica ma una fonte di benessere collettivo e sviluppo economico. Poi abbiamo pure quelli che, nei pochi punti, di più facile accesso al mare, almeno per i tanti poco avvezzi alla perigliosa scogliera e alle spumose onde, ci avvisano che la balneazione è vietata, come alla spiaggetta di Tricase Porto e al porticciolo di Marina Serra. E non certo per le scarse condizioni igieniche dovute, in alcune ore, al super affollamento di bagnanti e loro “reflui” e scarso ricambio d’acqua. La lunga estate così calda e con l’acqua del mare più calda e gradevole, ha spinto anche le popolazioni dei comuni limitrofi ad affollare le nostre… “piscine”.

La decisione poi di devolvere circa mille euro al giorno delle nostre tasche al trasporto pubblico e gratuito alle nostre due marine ha, ancor più, incentivato la corsa al mare. Non per lunghe e salutari nuotate, ma per affollarsi, rimanendo in piedi, in tali acque basse e sicure ed a volte malsane.

Una corsa al mare anche con innumerevoli auto che, intasando ogni strada ed anfratto e, “sorvolando” su altri veti e divieti da codice della strada, hanno, con le tante multe, portato “benessere” economico al Comune e alle casse dei nostri solerti vigili. Un’estate, dunque, non certo favorita da acque e servizi da “bandiera blu”, come altre località vicine, ma da una frequentazione balneare di ben limitate pretese e modeste risorse economiche, poco attrattiva per turisti e bagnanti che, appena più esigenti, si dirigono altrove. D’altro canto, se il nostro Piano Coste, dopo ormai cinque anni, non ha prodotto né uno Stabilimento Balneare, né una Spiaggia Libera con Servizi, né nuovi parcheggi e servizi, sperare in un turismo costiero/balneare di maggiore livello economico, rimane utopia. 

Abbiamo, almeno in gran parte, superato il vecchio detto “ mare vidi e fusci, caverna vidi e trasi (il mare guardalo e poi scappa perché pericoloso, la caverna guarda  e poi entra e riparati ), ma duole leggere, su un ben nota e diffusa testata economica, quale Il Sole 24 ore, che a Tricase, “nel Salento più selvaggio”, “nessuno si industri a costruire un hotel” e che a Tricase Porto ci si fa il bagno (pur fra tanta scogliera bassa e utilizzabile) fra i divieti di balneazione. In passato, sul Volantino, si era già evidenziato come la perdurante carenza di servizi, qualità e programmazione anche costiera, avesse già portato Tricase, fra i comuni costieri salentini, ad avere il minore valore degli immobili privati.

Se non vogliamo continuare ad essere “cusì”, anche per un approccio conservativo/museale/ambientalistico, diventato spesso una scusante per coltivare inerzie, ritardi e rinvii, forse non ci resta che riascoltare Mario Draghi in sede europea. Ovvero l’urgenza di un nuovo slancio che permetta di superare gli attuali freni strutturali e, per noi, anche costieri e programmatici ed avviare una Nuova Ricostruzione Cittadina.

Nella consapevolezza che siamo già, dopo la Grecia, il Paese con minor sviluppo in Europa, con la popolazione, rispetto al Nord, con un reddito nettamente inferiore e, a Tricase, sempre più numerosa nell’avvalersi di contributi pubblici e mense Caritas. Forse una “Tavola Rotonda”, fra i tanti poteri (Comune, Provincia, Parco, C.P, Sovrintendenza etc.), con diritto di veto e divieto ma anche col dovere di venire a capo di antiche carenze, sarebbe già un buon avvio per l’estate e per il turismo che verrà.

di Alfredo Sanapo 
 
 
 
 ROUND 
Un gancio più forte del solito, sferrato dalla campionessa olimpica algerina Imane Khelif (naturalmente donna, ma con alto tasso di testosterone) alla pugile italiana Angela Carini, le provoca un dolore al naso tale da causarne il ritiro e consentirle di nascondere la palese inferiorità tecnica (?). Per giustificare la sua azione, l'azzurra invoca i valori della giustizia (sportiva), della priorità data alla salute rispetto alla competizione e della famiglia (scusandosi col padre per non aver combattuto). Mentre polemiche sterili si sprecano sul fatto sportivo e la politica nazionale pasce pur di non parlare dei problemi reali del paese, mi chiedo se il tempo sperperato sarebbe potuto essere magari impiegato per parlare di emergenze locali con effetti globali. Infatti, a distanza di poche ore a cavallo dell'evento, si verificano incendi abbastanza gravi a Miggiano, a Specchia, sulla litoranea tra Tricase Porto e Marina di Andrano e presso la tangenziale di Tricase. Gli eventi distruttori di alberi e vegetazioni, involontari (cicche di sigarette e cocci di vetro) o volontari (piromani), si sommano agli interventi di riqualificazione degli spazi dei nostri Comuni, da anni ormai quasi tutti nemici giurati del verde tra espianti coatti, abbattimenti indiscriminati e capitozzature barbare. Ma evidentemente nelle discussioni i diritti civili e la giustizia sportiva (meglio paganti in termini di consenso) divengono priorità e d'incanto sparisce il clamore che dovrebbe suscitare l'incalzare dei roghi.
 
 ROUND 
Quando, sulla scorta dell'assist a latere dell'incontro di pugilato, tanti si affannano a catalogare le varie classi di sessualità (maschi, femmine, transessuali, transgender, intersessuali, etc.), spesso confondendo tra patologie, stati naturali e interventi ormonali volontari, qualcun altro (io?) si documenta per comprendere a quale classe di rifiuti appartengano quelli derivanti dallo spazzamento di piazze e strade. Costui scopre che fanno parte dei rifiuti urbani e sono associati a quelli provenienti dallo svuotamento dei cestini portarifiuti. E si chiede, alla luce della stagione di tolleranza-zero inaugurata qualche mese fa da questa amministrazione, se alcuni Tricasini non debbano essere altrettanto fiscali nei confronti del pagamento integrale della TARI visto che l'attività di spazzamento non avviene in modo uniforme in tutto il centro abitato.
 
 ROUND 
Nel frattempo, si viene a conoscenza che l'arte della finzione pare appartenga all'indole della nostra portacolori della boxe (napoletana proprio come la famosa sceneggiata): nel 2022 ai mondiali di Istanbul la boxeur si ritirava contro la turca Surmeneli simulando una storta alla caviglia. Guardo la solerzia nell'inventare scuse per motivare le proprie mancanze e penso ad alcune giunte locali che si preoccupano di abbattere alberi come soluzione per assicurare l'incolumità delle persone; di organizzare servizi navetta a favore di persone con esigenze particolari per eventi musicali, senza prevedere che qualcuno tra essi avrebbe potuto anticipare il ritorno prima dell'orario stabilito; di presenziare all'incontro su un libro illustrato di satira (peraltro molto apprezzabile) rivolto ad un passato politico che non tornerà mai più, pur di non conversare delle impellenze presenti.
 
VERDETTO 
Comunque sia, un match di boxe va disputato indipendentemente dal riconoscimento della propria inferiorità e dalla paura per la propria incolumità, soprattutto perché c'è chi ha pagato il biglietto per vederlo: a meno che non si applichino dei rimborsi o vi siano altri motivi incontrastabili. Allo stesso modo, se si interviene per risistemare strade e piazze e i lavori non vengono consegnati nei periodi stabiliti, non si possono addurre scuse o spiegazioni poco chiare al cittadino in eterno: il caso delle vie Mons. Ingletti, Tempio e San Demetrio, ad esempio, vivacchia tra rimpallo di responsabilità Comune/AQP/Soprintendenza, il cambio in itinere di ditte appaltatrici e la difficoltà di reperire basolatori.
Pertanto, chiedo all'arbitro non solo di fare avvenire l'incontro in maniera corretta, ma di farlo anche terminare nei tempi stabiliti e decretare il vincitore secondo il verdetto ritenuto più giusto dalla giuria. E la giuria migliore è il popolo che deve essere adeguatamente informato della verità sulla situazione della propria Città in modo da poter essere messo nelle condizioni migliori di decidere, al momento opportuno, se confermare o meno questa giunta.
 
N.B.. Quanto scritto si riferisce al periodo di qualche giorno a ridosso dell'incontro (?) di pugilato Khelif-Carini valevole come eliminatoria dei Giochi Olimpici Parigi 2024. Perciò, al lettore è richiesto un leggero sforzo di memoria. Grazie

Oggi, lunedì 23 settembre – ore 20 nel Castello di Tutino  

Con la fine dell’estate e l’avvicinarsi dell’inverno è ormai consuetudine ritrovarsi a festeggiare “L’equinozio d’autunno” nel Castello di Tutino   

Così succede da 13 anni e così avverrà il prossimo lunedì 23 settembre, tra riflessioni, musica e uno sguardo alla luna. Ogni anno l'Associazione "La Culonna" assegna anche un premio ad una personalità che si sia distinta nel campo artistico e sociale.

Quindi negli anni sono già stati premiati, tra gli altri, Graziano Gala, Ercolino Morciano, Alfredo De Giuseppe e Pasquale Santoro. Quest’anno il Premio vola oltre i confini cittadini e viene conferito a Sergio Blasi, già sindaco di Melpignano, nonché tra i fondatori e animatori principali de “La Notte de la Taranta”.

“Il Volantino”, così come “Mondo Radio” e altri media social saranno presenti all’evento del 23 settembre, che si avvarrà anche di alcuni momenti originali in musica di Alessia Agosto e Stefano Scuro.

in Distribuzione