Clean Up Tricase nasce da un gruppo di amici che, stanchi di vedere sporcizia e incivilta' dappertutto, hanno deciso di unire le proprie forze per raggiungere un obiettivo: "far crescere la cultura della bellezza del pulito".
Battaglia titanica, ma non per questo impossibile. Non siamo nati per sostituirci a nessuno, ne' agli operatori ecologici e tantomeno alle ditte che dovrebbero fare manutenzione del verde. Siamo nati per sensibilizzare. Quanto sia importante il discorso del degrado ambientale e come esso puo' interagire con altri settori della vita di un luogo lo capiamo se facciamo delle semplici riflessioni.
Quando si visita una citta' la cosa che salta subito all'occhio sono gli ingressi che dovrebbero sempre essere impeccabili. E noi di Clean Up Tricase e Arci Lecce, anche in vista delle feste Natalizie che richiamano a Tricase migliaia di visitatori abbiamo deciso di partire proprio da li' per cambiare il modo di vedere le cose per far vedere che anche il bello e' cultura.
La seconda cosa, che si nota quando si visita una città, al di là dei monumenti più importanti, delle piazze, dei musei o delle chiese, è la pulizia delle strade e dei luoghi pubblici in generale. Una città pulita, insomma, rappresenta il primo biglietto da visita sia per il turista sia per chi ci lavora sia per chi ci vive.
Avere rispetto degli altri e di ciò che è nostro in quanto appartenente alla collettività e' una condizione basilare se si vogliono raggiungere gli standard di altri paesi (vedi Svizzera e tutto il nord Europa) e, soprattutto, rappresenta il motore che muove una citta' verso una condizione di assenza di degrado. Siamo sempre piu' abituati alla sporcizia tanto da non provarne piu' il disgusto.
Recuperare il gusto della bellezza del pulito e' percio' il nostro principale obiettivo, e lo stiamo facendo di settimana in settimana trasformando luoghi imbruttitti dall'incivilta' in qualcosa di bello.
Mozziconi gettati per terra, escrementi dei cani lasciati ovunque, sui marciapiedi e nei giardini, cartacce e sporcizia varia lasciata cadere per terra, incuria nella suddivisione della raccolta differenziata, bottiglie di birra e lattine vuote lasciate in giro a fare bella mostra di sé, rifiuti ingombranti e pericolosi, spesso abbandonati in zone isolate come fuori città (pur essendo gratuito il ritiro presso il domicilio) sono cattive abitudini che bisogna cambiare, combattendole anche attraverso delle sanzioni, ma soprattutto investendo sui bambini e sui giovani che saranno gli adulti di domani, e che lo potranno insegnare a loro volta ai propri figli. Immaginate solo per un attimo se in casa gettassimo tutto cio' che consumiamo.
Saremmo capaci di viverci per quanto tempo? Noi ci siamo messi in gioco e ci sporchiamo le mani per tenere pulita la nostra citta'.
Voi che fate giocate con noi? Coraggio!
#cleanuptricase #pulitoépiúbello
di Ercole Morciano
Pubblicato il libro di Salvatore Coppola sulla prima guerra mondiale
Cento anni fa, precisamente i giorni 2 e 3 del gennaio 1918, non erano ancora passate del tutto le feste. Giorni tristi e amari erano stati quelli di Natale e Capodanno, vissuti anche dalle famiglie di Tricase, per la terza volta trascorsi con la patria in guerra.
Tristi per le famiglie in lutto, dovuto alla morte in guerra dei propri cari; amari, per quelle in cui vi erano famigliari al fronte, feriti o in prima linea a combattere; penosi per tutti perché gli stenti erano ormai diventati insopportabili. Proprio in quei giorni, tra Capodanno e l’Epifania scoppiò a Tricase un’altra rivolta delle donne.
L’altra si era avuta nel 1905, il 2 gennaio, con lo sciopero di circa 900 tabacchine per chiedere l’abolizione del cottimo e l’aumento della paga giornaliera fissato a £.0.35, il più basso della provincia. Partita da Tricase, la protesta avrebbe infiammato tutta la Terra d’Otranto per la durata di un intero anno.
La protesta delle donne di Tricase del gennaio 1918, da me raccontato con tutti i particolari sul “Volantino” n.37/ 2015, è descritta, insieme con le altre, sul recente libro dello storico Salvatore Coppola, già docente nei licei classici di Maglie e di Madrid, noto a Tricase per gli studi sulla storia della nostra città da lui pubblicati. Pane e Pace è il titolo del libro di Coppola edito per le edizioni Giorgiani.
Nel panorama della storiografia sulla “grande guerra” l’opera si colloca su una particolare prospettiva d’indagine: il rapporto tra le donne e il conflitto. Sono numerose le pubblicazioni sulle donne che, specie al nord, sostituirono gli uomini partiti al fronte nelle industrie, nei lavori pesanti, nelle attività agricole, nei trasporti.
La preziosità dell’opera di Salvatore Coppola sta nell’aver tirato fuori dagli archivi le storie di tante donne che, assenti perché in guerra i mariti o i figli, mentre si fanno carico del lavoro in campagna e nei tabacchifici di Terra d’Otranto, difendono con forza il loro diritto ad avere quel poco che lo stato ha promesso e chiedono inoltre la pace, subendo denunce e prigioni.
Chiedono che sia data la razione di pane quotidiano (sempre più ridotta), che il pane sia commestibile e non procuri malattie, che le famiglie aventi soldati al fronte ricevano il sussidio in tempo utile, che la distribuzione del pane sia fatta senza imbrogli, che le autorità si oppongano alla speculazione e all’accaparramento del grano e della farina.
A questi giusti diritti, gridati dalle donne durante le manifestazioni e descritti da Salvatore Coppola come registrati negli atti di pubblica sicurezza o giudiziari, si aggiunge spesso un’altra richiesta, questa più preoccupante per le autorità del tempo, che la vedono come una sfida o, peggio, un’azione disfattista: “vogliamo la pace, fate tornare i nostri mariti dal fronte, non vogliamo i sussidi vogliamo i nostri uomini”.
Di questo grande movimento spontaneo, che interessò le tre provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, Salvatore Coppola ha studiato le cause, il carattere, gli obiettivi, la reazione delle classi dirigenti e dell’apparato statale con le misure sempre più repressive, specialmente dopo la disfatta di Caporetto, e infine gli effetti anche sul lungo periodo.
La parte più corposa del volume comprende la descrizione analitica di tutte le proteste, a partire dal 1917. Le prime, nel mese di marzo, riguardano i centri di San Donato, Ceglie, Grottaglie, Presicce e Ostuni. L’ultima protesta ebbe luogo il 9 luglio 2018 a Sogliano Cavour.
Di ogni manifestazione Salvatore Coppola dà la descrizione dei fatti, i nomi delle donne e degli altri denunciati, degli altri protagonisti della vicenda (politici, amministratori, forze dell’ordine), dei difensori (ricorre spesso il nome de noto avvocato penalista tricasino Antonio Dell’Abate), gli esiti del processo e le altre notizie del caso. Le fonti citate nelle note sono quelle archivistiche classiche (Archivio Centrale dello Stato e Archivio di Stato di Lecce e di Taranto) e gli organi di stampa provinciali.
La presentazione del prof. Mario Spedicato, la prefazione del prof. Giuseppe Caramuscio, l’indice dei nomi e la parte fotografica completano un volume che ha il pregio di delineare un segmento di storia salentina in cui le donne sono state le protagoniste e hanno saputo affrontare una pesante realtà con dignità e coraggio.
di Pino Greco
Entro il tre febbraio 2018 bisogna attrezzarsi per evitare sanzioni o addirittura la chiusura dell’attività. Di cosa parliamo? Di sicurezza sui luoghi di lavoro. Una delle ultime leggi regionali in materia di riduzione delle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas radon in ambiente confinato.
La legge regionale n° 30 del 3 novembre 2016, e s.m.i. ha fissato, sia per gli edifici esistenti che per le nuove costruzioni i livelli limite di riferimento, misurati con un valore medio di concentrazione su un periodo annuale suddiviso in due semestri, in particolare:
a) per gli edifici destinati all'istruzione, compresi gli asili nido e le scuole materne, il livello limite di riferimento per concentrazione di attività di gas radon in ambiente chiuso, e in tutti i locali dell'immobile interessato, non può superare i 300 Bq/mc, misurato con strumentazione passiva;
b) per gli edifici non destinati all'istruzione, e aperti al pubblico il livello limite di riferimento per concentrazione di attività di gas radon in ambiente chiuso, e in tutti i locali dell'immobile interessato, non può superare 300 Bq/mc, misurato con strumentazione passiva.
I titolari/esercenti delle suddette strutture, devono provvedere, ad avviare le misurazioni sul livello di concentrazione di attività del gas radon da svolgere su base annuale suddiviso in due distinti semestri (primavera-estate e autunno-inverno) e a trasmettere gli esiti entro un mese dalla conclusione del rilevamento al comune interessato e ad ARPA Puglia. In caso di mancata trasmissione delle misurazioni entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il comune deve provvedere ad intimare con ordinanza la trasmissione delle misurazioni svolte, concedendo un termine non superiore a trenta giorni, la cui eventuale e infruttuosa scadenza comporta la sospensione per dettato di legge della certificazione di agibilità.
GAS RADON – GENERALITÀ
Il radon è un gas radioattivo di origine naturale, è incolore, inodore e insapore ed è prodotto dal decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dall’uranio, presente nelle rocce, nel suolo nelle acque e nei materiali da costruzione come cementi, laterizi, graniti o tufi. Essendo un gas, il radon fuoriesce dalle porosità e dalle crepe del terreno e da detti materiali da costruzione e, in misura generalmente minore, dall’acqua. Oltre che dai materiali da costruzione, il radon può penetrare nelle abitazioni anche attraverso fessure, giunti di connessione, canalizzazioni degli impianti idraulici, elettrici e di scarico. Una volta esalato si disperde rapidamente in atmosfera, al contrario si accumula facilmente negli ambienti chiusi. In Puglia la presenza di radon all’interno degli edifici è dovuta principalmente al sottosuolo, e in parte ai materiali da costruzione e all’acqua. Il fenomeno del carsismo influisce sensibilmente sul processo di esalazione del radon attraverso la formazione di una rete sotterranea di diffusione del radon che, trasportato dall’acqua e dai gas, può percorrere anche grandi distanze per essere poi liberato all’esterno grazie alla presenza di numerose faglie presenti nelle rocce calcaree
ESPOSIZIONE AL RADON - EFFETTI SULLA SALUTE
Il principale danno per la salute legato all’esposizione al radon, è un aumento statisticamente significativo del rischio di tumore polmonare. A livello mondiale, il radon è considerato il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi ed è stato valutato che il 50% circa dell’esposizione media delle persone a radiazioni ionizzanti è dovuto al radon. Trasportato all’interno dell’apparato respiratorio, il radon, raggiunge i polmoni, dove decade emettendo radiazioni dannose per i tessuti.
Quindi l’inalazione del radon comporta il rischio di tumore ai polmoni e ai bronchi a causa dell’energia rilasciata in questa regione dalle radiazioni emesse durante il processo di decadimento. Il rischio aumenta al crescere della concentrazione e del tempo che si trascorre in presenza di elevate concentrazioni di radon. Esiste, inoltre, una stretta relazione tra gli effetti di fumo e radon, tanto che un fumatore rischia circa 15 volte di più rispetto a un non fumatore esposto alla stessa concentrazione.
In Italia l'esposizione al radon è responsabile (secondo la stima del 2010 dell'Istituto Superiore di Sanità) di circa 3.200 casi di tumore polmonare all’anno, in Europa se ne contano circa 20.000 casi all’anno. In termini percentuali ciò rappresenta circa il 10% di tutti i decessi per tumore polmonare in Italia. Questa percentuale varia da Regione a Regione da 4% a 16%, in relazione ai livelli medi di concentrazione di radon.
La misura della concentrazione di radon presente all’interno di un ambiente confinato permette di valutare l’esposizione e dunque il rischio associato alla permanenza all’interno dell’ambiente considerato. La valutazione del rischio ha lo scopo di stabilire la necessità di intraprendere o meno eventuali interventi di bonifica. Fermo restando che l'eliminazione completa non è possibile, esistono però azioni di rimedio efficaci e controllate, attraverso cui è possibile ridurre la concentrazione a livelli accettabili.
Avamposto MARE - Porto Museo di Tricase
Sabato, 20 gennaio 2018 ore 19:00
L’aumento crescente della popolazione e delle attività svolte lungo la costa sta generando inevitabili mutamenti nei delicati equilibri degli ecosistemi marini e costieri. L'alterazione e la scomparsa di importanti habitat, con la successiva perdita di biodiversità e servizi ecosistemici, determina un bilancio negativo non solo di tipo ambientale ma anche socio-economico, con un complessivo impoverimento del capitale territoriale a disposizione delle generazioni future.
L’OASI BLU, potrebbe rappresentare la soluzione a questo problema.
Tricase, vuole continuare ad affrontare il problema condividendo e sperimentando la possibile soluzione con i vicini transfrontalieri di Albania e Montenegro, sempre investendo in cultura e natura con il Porto Museo di Tricase. Come?
Lo spiegherà il Dott. Massimo Zuccaro, del Ciheam Bari, nel corso dell'appuntamento che si terrà sabato 20 gennaio, alle 19, sempre presso l'Avamposto MARE.