Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 3 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.270 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 105 casi, così suddivisi:

41 nella Provincia di Bari;

3 nella Provincia Bat;

10 nella Provincia di Brindisi;

25 nella Provincia di Foggia;

6 nella Provincia di Lecce;

15 nella Provincia di Taranto;

6 fuori regione

(1 caso non attribuito ieri è stato attribuito oggi alla relativa provincia di appartenenza).

Sono stati registrati oggi 20 decessi: 11 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Brindisi, 1 in provincia Bat.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 17.924 test.

Sono 65 i pazienti guariti.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.182 così divisi:

741 nella Provincia di Bari;

129 nella Provincia di Bat;

218 nella Provincia di Brindisi;

527 nella Provincia di Foggia;

359 nella Provincia di Lecce;

178 nella Provincia di Taranto;

26 attribuiti a residenti fuori regione;

4 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 3/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/BollettinoEpid2020040

Tricase,3 aprile 2020

PARTITO DEMOCRATICO – Circolo di Tricase

Emergenza covid-19, il PD di Tricase alle autorità:

“Chiediamo certezza delle misure, non si diano false speranze ai cittadini

«Abbiamo aderito al progetto dell’associazione Uniti per la Vita e Tricase sarà il primo Comune del Salento (in Puglia lo fa per ora solo Bari) a mettere a disposizione,gratuitamente, il test precoce».

Con queste parole il sindaco Chiuri ha informato la cittadinanza di aver contattato il dott. Mauro Minelli per mettere a disposizione di forze dell’Ordine, medici di Famiglia, operatori ecologici, dipendenti dei supermercati ed attività commerciali aperte al pubblico i c.d. “test precoci”.

La comunicazione, avvenuta con un post sui social, è stata ripresa dagli organi di stampa, raggiungendo tutti i cittadini di Tricase e non solo.

Da quel momento, tante sono state le chiamate per chiedere informazioni circa tempi e modalità per accedere al “test precoce”, presentato dal Sindaco come “l’opportunità di mettere in sicurezza quei lavoratori del mio Comune che operano nei settori di pubblica utilità”.

Richieste legittime, cui però non siamo in grado di dare risposta.

Questo perché non vi è uniformità di informazione e comunicazione circa l’attendibilità dei risultati del test precoce per la diagnosi da infezione da Sars-CoV-2.

Già in data 16 marzo 2020,infatti, la responsabile del laboratorio di epidemiologia molecolare e sanità pubblica del Policlinico di Bari (il centro di riferimento per la rete di analisi per il coronavirus), Maria Chironna, affermava che «la ricerca indiretta o sierologica (ancora in fase di validazione scientifica) consentirebbe di effettuare la diagnosi solo più tardivamente. Pertanto i test sierologici “rapidi” non sono assolutamente validati per la diagnosi da infezione da Sars-CoV-2 e possono essere utilizzati unicamente ai fini di ricerca».

Ribadendo poi la centralità del tampone, aggiungeva l’invito ad «attenersi a quanto stabilito dal ministero della Salute e dall’Iss per quanto riguarda l’accertamento diagnostico per COVID-19 che deve essere fatto solo dai laboratori della rete regionale».

In data 20 marzo 2020, poi, il Comitato tecnico scientifico di Federfarma (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani) affermava che «l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA nel tampone rino-faringeo» e che «si conferma che non esiste alcun test basato sull’dentificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi rapida di contagio virale o di COVID-19».

Alla luce di quanto riportato, dunque, il Circolo del Partito Democratico chiede al Sindaco di Tricase Carlo Chiuri e alle autorità competenti informazioni certificate circa l’utilizzo dei c.d. “test precoci”.

In un periodo d’emergenza come quello che stiamo vivendo, è fondamentale che la scienza e la politica collaborino al fine di dare informazioni e indicazioni certe ai cittadini, non provocando in questi ultimi false speranze.

In attesa di precisazioni doverose da parte degli organi preposti e da parte del Sindaco Chiuri che per primo ha informato i cittadini di tutto questo, l’unico invito che sentiamo di fare alla cittadinanza è quello di restare in casa e di attenersi alle indicazioni ufficiali.

Tricase,3 aprile 2020

di Vincenzo E.Chiuri

La ringrazio per gli attestati di stima che mi ha rivolto e che ricambio, non avendo mai avuto difficoltà a riconoscere l'impegno Suo e della Sua Redazione nel panorama sociale e politico della nostra Comunità,tanto da citare Suoi scritti pubblicamente, nel corso di alcune sedute consiliari, prescindendo dalle divergenze espresse (spesso in maniera brusca) anche dal massimo rappresentante della Maggioranza alla quale appartengo.

Altresì, non posso non riconoscere l'ospitalità che Il Volantino ha riservato in passato ai miei scritti.

In quest'ultimo caso, però, non ho ritenuto di dover coinvolgere il Suo giornale, dal momento che il mio scritto non era rivolto esclusivamente all'articolo pubblicato nel numero del14 marzo; bensì riguardava più ampie riflessioni su quanto accaduto in ambito politico cittadino nelle ultime settimane, riferendomi sia ad articoli che a post sui social.

Qualora avessi voluto rispondere solo all'articolo, non avrei avuto problemi ad inviare la risposta alla Sua Redazione.

Anzi, ricordando il primo scritto inviatoLe, in cui facevo riferimento “al sottile confine tra bias e a diritto di cronaca”, devo riconoscere che stavolta il preconcetto (il bias) l'ho posto io.

Ho posto il confirmation bias (pregiudizio di conferma), col quale si tende a confermare un'ipotesi considerando solo le prove a favore e scartando aprioristicamente quelle contrarie.

Nello specifico, la stima che nutro nei Suoi confronti ed il riconoscere nei Suoi scritti un atteggiamento equilibrato mi ha fatto escludere (aprioristicamente, appunto) la possibilità che l'articolo fosse frutto della Sua penna.

Oltre al fatto che, nella sezione PoliTric a Sua firma, vi era una disamina sulla situazione politica locale, sulla mancanza di certezze e spirito di squadra.

Così come si faceva la conta dei Consiglieri di Maggioranza e di Minoranza, con la posizione “sospesa” della Consigliera Sodero. Ragion per cui, un ulteriore articolo che affrontava lo stesso argomento sembrava pleonastico (seppur parlando di Consiglio e potendo essere l'assenza della firma indicativa del pensiero della Redazione).

A meno che, appunto, non fosse stato scritto da altri e quindi pubblicato, erroneamente senza firma e con un titolo di dubbio gusto (secondo me), visto che il 14/03 le dimensioni del problema erano visibili anche ai non addetti ai lavori.

A quanto pare,ho sbagliato,ne prendo atto!Ma non cambia la sostanza delle riflessioni.

Non ho intenzione di dare una ulteriore ricostruzione dell'accaduto, avendoci già pensato Lei ed il Presidente del Consiglio. Lascio ai lettori delle varie testate il compito di farsi una propria idea e trarre le proprie conclusioni.

Ne saranno sicuramente capaci.Mi permetto solo di invitarLa – per completezza di informazione – a farsi leggere per intero il messaggio del quale mi sono fatto latore a nome della Maggioranza (e che ha anche ricevuto risposta affermativa scritta da due componenti della Minoranza). Le dico solo che – da poco social e poco avvezzo agli hashtag quale sono – si concludeva con un “antico” sursum corda!
La invito a trovare il “velato avvertimento” che avrebbe dovuto “intimorire” il Presidente nelle sue scelte.

Delle quali egli è “coraggiosamente” convinto; ragion per cui il Consiglio si sarebbe potuto insediare, al di là di ogni opportunità (ognuno ha diritto di avere la sua) e delle prescrizioni normative vigenti allepoca del messaggio (DPCM del 04/03, 08/03 e 09/03/2020).
Anzi, spero di non essere stato io l'intimidatore che ha fatto sì che la convocazione della Conferenza dei Capigruppo (emessa il 10/03 per l'11/03) venisse da lui repentinamente revocata, dovendosi limitare a “sentire i Capigruppo”.

Giacché, stante il ragionamento seguito per il Consiglio, devo arguire che la convocazione della Capigruppo fosse altrettanto opportunamente, tecnicamente e normativamente lecita.

Inoltre, in questo caso specifico, egli aveva tutte le prerogative previste dal TUEL per convocare la Conferenza dei Capigruppo, a differenza della necessità di confrontarsi con gli stessi al fine di convocare il Consiglio Comunale.

Per cui, delle due l’una: o le riunioni del Consiglio e della Capigruppo si potevano tenere; oppure non era opportuno farlo. A meno che, appunto, non sia stato io l’intimidatore…Se così è stato, mi dolgo!
Quanto alle ordinanze sindacali, non mi addentro ulteriormente in discorsi per addetti ai lavori.Noto che, spesso, limitazioni poste dai Sindaci sono state recepite da versioni aggiornate dei DPCM. Ciò perché è possibile che le Amministrazioni locali abbiano “meglio il polso della situazione, riguardo scenari di possibile formazione di focolai epidemici sul proprio territorio”.
Concludo sollevandomi con Lei ad un piano un pò più elevato della contingenza attuale ed accogliendo l'invito al confronto e approfondire queste tematiche appena superata l'emergenza.
Ma, oltre queste, ce ne saranno altre che si potranno approfondire, tra le quali, ad esempio, le conseguenze sociali e psicologiche che rischiano di esplodere durante e dopo l'emergenza.
Basti pensare al suicidio di un infermiera di Monza alla notizia di essere COVID-positiva, per il timore di aver infettato altre persone (proprio lei che aveva come mission la cura delle persone!); oppure il suicidio del Ministro delle Finanze dell'Assia, in Germania, assillato dalla continua avanzata del virus e dalle sue conseguenze economiche, con l'angoscia di capire come poter andare incontro alle necessità della popolazione sul fronte degli aiuti finanziari in previsione di una nuova crisi economica.
Come vede, di lavoro da fare ne abbiamo tanto!

Giovedi,2 aprile 2020

Confermate fino al 13 aprile tutte le misure

AUTOCERTIFICAZIONE

Resta in vigore l'ultimo modulo da compilare.

L’ultimo modello di autocertificazione necessario per uscire di casa chiede ai cittadini di non essere positivi al coronavirus né di essere sottoposti alla quarantena. Non solo si chiede di essere a conoscenza delle misure di contenimento, ma anche delle ordinanze prese dalle regione dove si vive in materia di virus. Nell’autocertificazione si devono inserire i motivi per i quali si esce: lavoro, salute, urgente assistenza ai congiunti o minori.

SPOSTAMENTI

Divieto di trasferirsi in un altro Comune

Rimane vietato a tutte le persone di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Questo significa che non sarà possibile - specie in prossimità delle festività pasquali - lasciare la propria abitazione per trasferirsi nelle seconde case. Al mare o in montagna. Continueranno i blocchi delle forze dell’ordine e della polizia municipale.

LE SANZIONI

Multe da 400 a tremila euro per chi viola i divieti

​La multa per chi viola le regole anti-contagio salirà da un minimo di 400 a un massimo di 3.000 euro. Per quanto riguarda spostamenti non necessari con veicoli, la sanzione sarà aumentata fino a un terzo ma non ci sarà il fermo amministrativo del veicolo, solo le multe. Entro 60 giorni è ammesso il pagamento in misura ridotta di 400 euro e, in caso di pagamento entro 30 giorni, la sanzione viene decurtata del 30%: 280 euro. L’attestazione di pagamento dovrà poi essere portato negli uffici della Questura.

I NEGOZI

Aperture ok per alimentari, edicole e farmacie

Come nel precedente Dpcm rimangono aperte edicole, farmacie e attività che vendono generi alimentari. Aperti anche tabaccai, benzinai, meccanici e ferramenta. Continuano a essere sospesi bar, ristoranti, discoteche. Ma anche tutti i negozi che forniscono servizi alle persone: dai centri estetici ai barbieri.

Le attività professionali potranno andare avanti. Stop a manifestazioni ed eventi pubblici. Compresi funerali e matrimo

PARCHI E VILLE

Cancelli sempre chiusi, niente attività all'aperto

Confermata anche la chiusura di parchi pubblici e ville comunali. Le aree verdi che non sono recintabili saranno presidiate. Dunque le attività sportive all’aperto sono proibite, eccetto le corse nei pressi dell’abitazione.

L’uso della bicicletta non è vietato, ma solo se serve ad andare al lavoro o a fare la spesa. Inoltre si può utilizzare la bici per fare attività motoria ma sempre nelle vicinanze di casa.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 2 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.345 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 131 casi, così suddivisi:

45 nella Provincia di Bari;

10 nella Provincia Bat;

17 nella Provincia di Brindisi;

12 nella Provincia di Foggia;

32 nella Provincia di Lecce;

15 nella Provincia di Taranto;

Sono stati registrati oggi 15 decessi: 8 in provincia di Bari, 1 in provincia Bat, 2 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 16.654 test.

Salgono a 65 i pazienti guariti.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.077 così divisi:

700 nella Provincia di Bari;

126 nella Provincia di Bat;

208 nella Provincia di Brindisi;

502 nella Provincia di Foggia;

353 nella Provincia di Lecce;

163 nella Provincia di Taranto;

20 attribuiti a residenti fuori regione;

5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 2/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/BollettinoEpid20200402

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