Cambiamenti Estivi

di Nunzio Dell’Abate

Per l’estate tricasina l’Amministrazione Chiuri ha speso circa 70.000 euro, interamente a carico del bilancio comunale.

 

70 MILA EURO…

 

SUL PROSSIMO NUMERO TUTTI I DETTAGLI

DEI COSTI PER OGNI SINGOLO EVENTO

 

DELL’ESTATE TRICASINA

 

Nella somma sono compresi i costi accessori per la gestione dei servizi palchi, transenne, bagni pubblici e piani di sicurezza, e per la SIAE.

A parte, ma ad oggi non ancora quantificabili, ci sono i consumi -sicuramente non di poco conto- per la fornitura di energia elettrica e per lo straordinario effettuato dal personale comunale impiegato.

Tali risorse sono state distribuite fra le associazioni, le attività commerciali ed i privati che hanno ideato ed organizzato lodevoli eventi, rappresentazioni, premi e mostre.

Ora, non intendo entrare nel merito dei criteri e delle modalità con cui sono state assegnate queste somme, né sul pregio delle singole iniziative.

Piuttosto vorrei comprendere quale sia il filo conduttore delle politiche culturali di questa Amministrazione, il tratto identitario che si vuol dare alla Città perché si contraddistingua da tutte le altre e con cui venga veicolata nel tempo e nello spazio.

Quel quid simbolo di appartenenza a Tricase e risorsa saliente per la promozione del territorio e delle sue eccellenze.

Proprio come accade in Comuni vicini, si pensi al “Mercatino del Gusto” di Maglie, alla “Notte Verde” di Castiglione, per non parlare della “Notte della Taranta”.

Iniziative che crescono a dismisura d’occhio e costituiscono ormai una ricchezza in ogni senso per le rispettive comunità che ci credono e ci mettono del proprio.

Iniziative che, nelle più variegate forme ed esperienze, vivono nel corso di tutto l’anno ed anche fuori dai confini comunali.

Iniziative che il più delle volte sfociano in Fondazioni o in altre forme giuridiche in grado di intercettare misure di finanziamento e sponsorizzazioni considerevoli, non pesando più sul bilancio comunale.

Percorsi che certamente chiedono impegno, creatività e passione, ma che alla lunga pagano.

LA PASSIONE DI EDUCARE E LA FOLLIA DI SOGNARE

di Ercole Morciano

Due sono i messaggi inviati da mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S.M. di Leuca, per l’inizio dell’anno scolastico: uno agli studenti e l’altro agli educatori (presidi, docenti e genitori).

Con gli studenti egli vuole «intavolare un dialogo fraterno» nello stile tenuto da papa Francesco a Roma, nel Circo Massimo, lo scorso 11 agosto. Un dialogo sui problemi delle giovani generazioni che parta dall’ascolto delle domande dei giovani e si svolga nella reciproca franchezza . Realistica, in premessa, l’analisi del vescovo ugentino sulla condizione dei giovani d’oggi secondo gli analisti più accreditati.

Egli, citando i nomi degli studiosi, ne riassume le posizioni con immagini di grande effetto, evocative di gravi difficoltà: giovani “nomadi”, “lattanti psichici”, “sdraiati”, “muti”, “nati liquidi”, “ammalati di nichilismo”. Ne esce un quadro «sconfortante», scrive il vescovo, poi continua chiedendosi «ma le cose stanno proprio cosi?». Senza minimizzare la complessità del fenomeno «che richiede una presa di coscienza di tutti, giovani e adulti», il vescovo Vito propone ai giovani di essere e diventare sempre di più «cercatori curiosi e sognatori folli».

Presa dai discorsi di Steve Jobs, il cofondatore di Apple, e di papa Francesco, «due figure differenti ma accomunate dal fatto che la loro vita e le loro parole contengono messaggi significativi ed efficaci», l’espressione invita a «non perdere la curiosità, l’ambizione di cambiare il mondo con un pizzico di sana follia – non nel senso dello sballo ma di «andare controcorrente», verso una «meravigliosa avventura… facendo tesoro anche degli insuccessi e di scelte che potrebbero sembrare sbagliate, ma che poi si rivelano apportatrici di novità».

L’invito di sognare in grande, rivolto da papa Francesco, viene riproposto ai nostri giovani studenti dal vescovo Vito: «i sogni grandi includono, coinvolgono e per restare tali hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un infinito che soffia dentro e si dilata».

Bella la conclusione del messaggio, con la strofa di una recente canzone di Renato Zero, che invita a non abbandonare i sogni e dare loro forza e consistenza.

Altrettanto ricca di spunti concreti, la lettera del vescovo Vito agli educatori. Premesso il rafforzamento dell’alleanza educativa tra scuola, famiglia e comunità ecclesiale, egli si sofferma sui cambiamenti in atto. Considerati dei veri «terremoti» anche per le istituzioni educative, essi richiedono discernimento e «saper stare nel cambiamento mantenendo saldi alcuni punti di riferimento come bussola» per orientarsi.

Di fronte a tre cambiamenti epocali: passaggio “dalla comunità alla identità”, dalla “collettività alla connettività” e dalla “disoccupazione all’esubero” e ad un «mondo “liquido” e in fuga» –concetti tutti ben argomentati nel testo – il vescovo adopera per l’educazione l’immagine del parto che porta con sé un carico di sofferenze ma è generatore di vita e di gioia.

Educare pertanto è “un’arte difficile” ma è anche “un’arte possibile” ed è un’arte “generativa” in quanto «processo vitale, uno stimolo a creare qualcosa di nuovo, di buono e di bello».

In questa prospettiva il primo compito dell’educatore è «mettersi in ascolto dei giovani»; l’ascolto, poi, deve «essere sostenuto dall’accompagnamento», dal farsi compagno di viaggio; segue il «sapiente discernimento» in cui l’educatore con passione pedagogica «deve saper trovare la chiave giusta per entrare nello scrigno della interiorità confusa e disorientata dei giovani per aiutarli ad entrare nell’intimità più profonda» allo scopo di scoprire se stessi e maturare fino alla capacità di fare scelte pienamente libere e responsabili.

Infine, scrive il vescovo, servono “testimoni credibili”: «il vero educatore parla per diretta esperienza e insegna con verità ciò che ha vissuto personalmente». Mons. Angiuli conclude la lettera con una preghiera di protezione e promozione di tutti gli studenti nella scuola e nella vita e di aiuto alla comunità ecclesiale affinché dia «un valido contributo alla costruzione della civiltà e dell’amore».

L’invito nostro è per la lettura integrale dei due messaggi da parte dei destinatari: solo così si potrà pienamente apprezzare la profondità di pensiero, la concretezza dei propositi, unitamente alla delicatezza pastorale del cuore che li ha pensati e donati.

Le due lettere sono disponibili nelle scuole e sul sito: www.diocesiugento.org

Giudice di Pace nel caos. Avvocati dai carabinieri:

“ Manca il cancelliere”. Il sindaco Carlo Chiuri “ costretto” immediatamente a porre rimedio.

E’ accaduto lo scorso lunedì 10 settembre. Diversi Avvocati non hanno potuto depositare i propri atti presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Tricase ed espletare la normale attività professionale a causa della nota mancanza del Cancelliere, Fernando Melcarne,dipendente del Comune di Tiggiano, figura indispensabile per il funzionamento dell’ufficio di giudiziario, perchè in pensione.

Esasperati, si sono recati presso la locale Stazione dei Carabinieri per denunziare il disservizio.

Dopo un po' i militari hanno raggiunto l’Ufficio Giudiziario per i dovuti accertamenti. Intorno alle ore 13:00 la fumata bianca: Chiuri e la sua Giunta, informati dell’accaduto, hanno deliberato seduta stante di assegnare all’Ufficio del Giudice di Pace nelle vesti di Cancelliere l’Economo del Comune Rag. Giuseppe Surano.

Ora, secondo il Gruppo Consiliare Misto, con Nunzio Dell’Abate e Vito Zocco gli interrogativi sono tanti:

“Era proprio necessario che intervenissero i Carabinieri perché Chiuri si attivasse fattivamente?

Si doveva proprio compromettere l’immagine di una Città come Tricase?

Perché non si è dato ascolto e riscontro alle innumerevoli sollecitazioni che da mesi il nostro Gruppo Consiliare ha formulato all’attenzione del Primo Cittadino?

Siamo certi, poi, che la scelta frettolosamente assunta sia la più opportuna?

Perché si sottrae alla macchina amministrativa l’unità che ricopriva da anni e proficuamente la figura di Economo comunale, piuttosto che attingere dall’intasato settore dei Servizi Sociali ove sono presenti fra gli altri ben 4 dipendenti di superiore fascia D, una delle quali proveniente di recente per mobilità dal Tribunale di Lecce e quindi istruita in ambito giudiziario?

Personale certamente in sovrannumero per la tipologia delle mansioni demandate, visto che ormai progettazione, programmazione e conseguente distribuzione di risorse nel settore servizi sociali si decidono nell’Ambito Territoriale di Gagliano e quindi a livello comunale residua la sola fase esecutiva.

Perché il Sindaco non ha aperto un tavolo di confronto, magari coinvolgendo la sesta Commissione Consiliare competente in materia di personale, per individuare la soluzione più adeguata?

Tutto questo è l’ennesimo frutto della navigazione a vista di piena autosufficienza, ma di pari incompetenza, con cui Chiuri sta amministrando la Città di Tricase

 

 

Il 23 settembre la comunità cittadina di Ruffano (Lecce), in collaborazione con l’associazione Mondo Charge, scende in pista in favore dei malati rari organizzando il primo evento “Rally Therapy” a sostegno dei bambini con disabilità per promuoverne l’inclusione.

L’evento Rally Therapy si terrà il 23 settembre 2018 dalle 9.00 alle 19.00 presso la “Pista San Marco” nella zona industriale di Ruffano, con il Patrocinio del comune di Ruffano, la Proloco, il partenariato nell'ambito di Casarano e la Scuderia Salento Motori. L’attività consisterà in una “parata non competitiva” a velocità moderata, per garantire sicurezza e nello stesso tempo divertimento e spensieratezza.

Questo evento di volontariato, unico nel suo genere, organizzato con la collaborazione di associazioni amiche e sponsor del territorio, consisterà nel far salire su auto da rally i bambini e i ragazzi con sindrome CHARGE e in generale le persone con disabilità, con il coinvolgimento di fratelli o amici al fine di promuovere l’abbattimento del pregiudizio sulla diversità e promuovere l’inclusione, facendo vivere a tutti un’esperienza di unione e di complicità oltre le barriere.

L’intero ricavato dell’evento sarà devoluto a Mondo CHARGE, prima associazione italiana dedicata alla Sindrome CHARGE.

Fanno parte dell’ambito territoriale di Ruffano diversi bambini affetti da questa patologia rara e molto invalidante, l’intento dell’associazione è seguirli nel loro percorso di vita, spesso costellato di complicazioni e sofferenze ma nello stesso tempo di grandi vittorie.

Sei le caratteristiche primarie riassunte nell’acronimo CHARGE: difetto della struttura oculare (coloboma), difetti cardiaci, atresia delle cavità nasali, ritardo della crescita e/o dello sviluppo e genitali e orecchie anomali con possibile sordità.

“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.” E’ questa frase di A. Einstein ispirazione dell’intero evento e base dei principi fondanti dell’associazione Mondo CHARGE.

Vi aspettiamo numerosi!

LABORATORIO DI CO-PROGETTAZIONE

PER LA VALORIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO DI TRICASE

di Maria Antonietta Martella
Associazione La Culonna Tutino

Il nostro punto di vista:
Riguardo alla encomiabile iniziativa dell'amministrazione di interrogare i cittadini e le associazioni sul progetto di riqualificazione del centro storico, l'associazione La Culonna non può fare a meno di manifestare delle riserve sul suo coinvolgimento.


Si chiede che venga chiarito di quale centro storico si tratta, dato che Tricase gode il privilegio di avere ben cinque centri storici di tutto rispetto, ma poiché si parla al singolare, si presume sia il Centro del centro di Tricase, il solo del resto preso da sempre in considerazione.

Infatti mentre i centri storici periferici sono ormai a memoria d'uomo abbandonati al loro destino (salvo sporadiche eccezioni per le due frazioni), il centro storico più centrale e' oggetto di attenzione e di, sia pure spesso grossolane, iniziative tese al miglioramento dell'immagine. Beninteso che ciò sia lodevole, resta l'amarezza di constatare continuamente l'abbandono e il disinteresse, anche solo a livello di buona volontà, per quanto riguarda le periferie.

Ne sia un esempio il rifacimento della piazza don Tonino Bello, pensata, progettata e realizzata in tempo record anche in assenza di finanziamento ad hoc, mentre per piazza Castello dei Trani sono trascorsi tre anni con tutto il finanziamento e il progetto approvato dalla sovrintendenza, senza contare i simposi tenuti per trattare l’argomento con entrambe le amministrazioni:ma Tutino può aspettare e, caso mai si facesse qualcosa, deve anche accontentarsi delle briciole.

Qui, come nelle altre periferie, dominano rigogliose piu' che mai le erbacce, che non si tolgono neanche dietro regolare richiesta da parte dei cittadini o delle associazioni in vista di eventi che pure richiamano un gran numero di forestieri.

E poco ci si cura dell'impressione che si offre perché semplicemente, al di là del Centro del centro, pare si sia fuori dalle competenze dell'amministrazione. Questo, detto solo per chiarire la posizione della nostra Associazione che, lungi dal disinteressarsi rispetto ad ogni progetto teso al miglioramento dell'immagine, dei servizi e della fruizione in genere del territorio, sente tanto amaro in bocca e vorrebbe vedere un minimo di attenzione e di impegno verso parti del territorio comunale che non sono da meno per interesse storico, culturale e, comunque, sono vissute da cittadini non di serie B, dato che pagano le tasse allo stesso modo degli altri.

Saremo molto attivi e daremo il nostro modesto contributo in termini di suggerimenti, di competenze tecniche e di informazioni storiche (che bisogna tenere sempre presenti quando si opera su un territorio storicamente importante), quando ci sarà la sincera volontà, fuori dalle campagne elettorali, di interessarsi di tutti i centri storici (al plurale) che dovrebbero rientrare tutti in un unico progetto globale e fare sistema.

in Distribuzione