di Alessandro Distante Il sorriso e la mitezza di Mons. Luigi Martella, vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi, sono stati ricordati nella sua terra di Depressa in una cerimonia svoltasi giovedì 6 luglio, a due anni dalla sua prematura scomparsa.Nel piazzale dell’Oratorio parrocchiale si è radunata la sua famiglia, quella dei suoi parenti e quella della sua comunità cittadina.

foto di Teo Fotografo d'arte

A guidare il raduno, il Vescovo di Ugento mons. Vito Angiuli che ha presieduto la Messa e poi il presidente della Pro Loco dott. Adolfo Rizzo che ha presentato un libro di testimonianze raccolte dal pro nipote di Mons. Martella, il dott. Antonio Ciardo.

Il sorriso e la mitezza sono così divenuti, all’improvviso ma naturalmente, non solo il titolo del libro ma anche i veri protagonisti della serata. Erano gli ingredienti dell’incontro, era quello che si vedeva nell’incrocio di sguardi, nella serenità dei volti dei presenti ed era quello che si respirava nell’atmosfera calma di una campagna rischiarata dalla luna.

Un Pastore mite –ha detto il prof. Hervé Cavallera- ma capace di andare contro corrente, un uomo di Chiesa che ha vissuto la sua vita con ferma dolcezza non rifuggendo dal prendere posizione e così mantenere dritta la barra di comando della sua Chiesa.

Una figura che si ricorda per il sorriso che divenne suo segno distintivo e che era stato nutrito, nella sua vita, dall’affetto della sua famiglia e da quello della sua Depressa.

Un sorriso capace di creare rapporti con le persone perché una delle caratteristiche della sua attività pastorale -come ha sottolineato il vescovo Angiuli nella sua omelia- è stata la profonda conoscenza dell’altro, del suo prossimo.

Una persona mite, portata, per scelta, a non suscitare clamori o polemiche ma che ha preferito assumere su di sé preoccupazioni e sofferenze fino alla donazione totale, avvenuta in solitudine all’inizio dell’Estate di due anni fa, dopo che negli ultimi mesi era stato bersaglio di ingiuste polemiche.

Un sorriso ed una mitezza come frutto di una intima unione con Cristo come ha ricordato il suo segretario personale: un appuntamento quotidiano speciale ogni sera a pregare in ginocchio davanti al Santissimo.

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio e beati i miti perché erediteranno la terra.

La Sua scelta di tornare nella sua Depressa, senza clamori e pomposità, ma a Depressa dove le relazioni personali sono profonde e durano nel tempo, accompagnate dal sorriso e dalla mitezza. Il libro di testimonianze del Vescovo nel suo vissuto quotidiano è solo l’inizio di un cammino che vuole rafforzare quel ricordo comune che –come ha ricordato il Vescovo- non potrà prescindere dalla conoscenza degli scritti di Mons. Martella, studioso ed esperto di Teologia Morale con alcune importanti pubblicazioni su temi di scottante attualità quale, tra tutti, quello della famiglia. Un cammino tutto da percorrere, ma da compiere sotto la guida del sorriso e della mitezza di don Gino intorno al quale si è stretta la Sua famiglia di sangue, di paese e di Chiesa.

 

 

 

 

in Distribuzione