di Alessandro Distante

TACCUINO ELETTORALE

Plance tristi e melanconiche attendono di essere riempite di immagini, di colori e di slogan.

Intanto sono libere e bianche.

Poco da comunicare e forse pochi motivi per farsi vedere.

Del resto il sistema elettorale non attribuisce particolare peso ai candidati non essendoci neppure le preferenze.

Il resto lo fa un collegio grande a dismisura con candidati, per lo più, che poco hanno a che vedere con il territorio.

Ed allora perché stampare ed affiggere manifesti?

E poi chi li legge? Chi, camminando per strada, si ferma a leggere gli slogan e a vedere i volti dei candidati?

Siamo in inverno. Oltre ai comizi in piazza viene meno anche la comunicazione con i manifesti.

La comunicazione viaggia su altri binari: televisioni e social.

Continua il processo di spersonalizzazione e di separazione tra candidati ed elettori o, forse, tra le Istituzioni ed i cittadini

 

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