Sabato 1 dicembre, alle ore 18,30, presso le Scuderie di Palazzo Gallone a Tricase, l’Associazione Dialoghi e Reti, con il patrocinio della Città di Tricase, presenta il volume

Il viaggio di Tricás (Youcanprint, Tricase 2018) di Giovanni Cavallera.

All’introduzione di Cosimo Musio, Presidente dell’Associazione e all’intervento del Sindaco Carlo Chiuri seguirà il dialogo con l’autore a cura del noto giornalista Tonio Tondo della «Gazzetta del Mezzogiorno». Sicuramente ciò costituirà un momento di non piccolo interesse per i Tricasini che vedranno riemergere da un remoto passato delle vicende poco conosciute della loro storia come in genere della storia del Salento.

Infatti, al di là del suo impianto narrativo che costituisce una lettura piacevole,

Il viaggio di Tricás sviluppa effettivamente una tesi rivoluzionaria per una comunità (quella di Tricase) da secoli abituata a considerare il nome della propria città derivata dalla fusione di tre (o più) casali.

La tesi dell’origine di Tricase come riunione di tre casali, tesi avanzata tra il XVI e il XVII da Marciano, Tasselli e Micetti (in un periodo storico che aveva rimosso quello medievale) e culminata nell’Ottocento con la proposta di uno stemma civico da Amato Amati, viene a cadere di fronte all’evidenziare come il nome di Tricase sia ben più antico di quanto si crede e trova la sua origine nel mondo bizantino a cui l’attuale provincia di Lecce per secoli appartenne.

Così nella seconda parte del volume il prof. Cavallera mostra, con precisione storica, i rimandi culturali e filologici che rendono la sua tesi sostanzialmente convincente, fissando l’origine di Tricase ben mille anni fa, ai tempi della ribellione a Bisanzio del barese Melo, e collocando la fondazione della città all’interno di una operazione di valorizzazione del territorio da parte dell’esercito bizantino.

Pertanto, in un sapiente intreccio di realtà e fantasia (questo è in fondo il volume) la città di Tricase recupera non solo un passato storico dimenticato, matrova un glorioso momento fondativo che la distingue da un freddo anonimato.

Giovanni Cavallera, del resto, è riconosciuto scientificamente, in campo nazionale e internazionale, come un esperto di storia bizantina, sulla quale ha pubblicato diversi saggi scientifici e nel libro. 

Il viaggio di Tricás si mostra anche abile narratore, sì che il testo manifesta appunto una lettura scorrevole pur nella cura dei particolari, mentre consente il recupero di un passato glorioso, che ha lasciato numerose tracce in terra d’Otranto.

Non a caso la presenza di Bisanzio nel Salento durò ben cinque secoli e di essa rimangono diverse cripte e chiese a Carpignano, Casarano, Cutrofiano, Otranto, Miggiano, Nociglia, nella stessa Tricase (Sant’Eufemia), ecc.

Il tema dell’avventura di Demetrio Tricás nel Salento ove viene fondata in suo onore una città che sarà sede di principato e darà illustri figli alla storia della Penisola appare collegato ad antiche tradizioni, contribuendo a favorire la valorizzazione della nostra terra e al tempo stesso ulteriormente avviando ad una puntuale ricostruzione storica non sempre adeguatamente sviluppata.

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