di Alessandro Distante

Il dibattito cittadino di questi ultimi anni ha avuto spesso al centro la spinosa questione dei marciapiedi di via Roma. Troppo larghi e troppo poco spazio per le auto: carreggiata stretta e pochi posti auto.

Fu un’idea dell’Amministrazione Coppola che, per quell’intervento, si attirò tante critiche quasi di più dell’altra grande scelta di quella Amministrazione, come fu quella dell’acquisto dell’ACAIT.

Eppure via Roma è diventata un luogo dove sono sorti importanti negozi e dove una famiglia o, quanto meno, una coppia, magari con passeggino, possono camminare tranquillamente.

Ma dall’altra parte molti si sono lamentati per la ristrettezza della carreggiata stradale, e, soprattutto, per la impossibilità di parcheggiare.

E’ sempre più spesso capitato che le auto hanno conquistato pezzi di marciapiede, dapprima negli stalli di sosta e poi su fino a salire sul marciapiedi.

La Città ha spesso giustificato questi piccoli abusi e prepotenze per la necessità di avere comodi e molti posti auto.

Ora la svolta: l’Amministrazione Chiuri ha deciso di intervenire su via Roma: il marciapiede verrà ristretto e la carreggiata stradale allargata.

Nella battaglia tra chi voleva passeggiare e chi voleva parcheggiare è ora giunta la decisione.

La motivazione è che in questo modo si porrà rimedio agli errori nella costruzione dei marciapiedi che, peraltro, sono di ostacolo ai disabili. Da qui la decisione di intervenire.

Il progetto di restringimento del marciapiede tuttavia rischia di mettere in crisi un’idea di Città dove le automobili lasciano lo spazio ai pedoni e dove i posti per passeggiare prevalgono su quelli sui quali marciare.

La scelta di ridurre il marciapiede potrebbe addirittura apparire come un “premio” per chi, in questi anni, ha abusato degli spazi occupandoli.

Se le scelte di chi amministra devono spingere verso la crescita della qualità della vita ed avere anche una funzione per così dire educativa, ci si deve chiedere se questa scelta sia in linea e sia coerente con l’apprezzabile progetto di chiusura del centro astorico o, quanto meno, di un accesso limitato e controllato.

Se è vero che il problema dei parcheggi effettivamente esiste e che andrebbe affrontato con urgenza, non si può pensare di risolverlo assicurando il parcheggio dove si vuole magari proprio davanti al negozio dove si vuole comprare.

 

 

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