Verso le Regionali: cominciamo dai soldi spesi

Se è vero come è vero che dal 2004 al 2014 la disoccupazione in Puglia è passata dal 15,3% al 21,5% e se è vero come è vero che la disoccupazione giovanile, sempre in Puglia, è salita dal 29,9% al 44,9%, allora il tema del lavoro diviene centrale nel dibattito in vista delle regionali. Proprio partendo dal tema del lavoro, o meglio della disoccupazione, v’è da chiedersi quale sia stata l’azione della Regione, anche nella gestione dei fondi messi a disposizione dalla Unione Europea. La quantità dei soldi effettivamente spesi ha registrato un incremento positivo, ma il punto non può essere questo. Se, ciò nonostante, la disoccupazione è aumentata, occorre chiedersi quale sia stata la qualità dei progetti finanziati. Quando si parla di risorse comunitarie gestite dalla Regione e si intende verificarne la qualità, il discorso si allarga immediatamente ai progetti regionali rivolti essenzialmente alla promozione di attività di micro imprenditorialità ma anche a quelli di carattere socio culturale finalizzati a prevenire e superare specifiche situazioni di marginalità. Il pensiero corre immediatamente a Bollenti Spiriti che, insieme a Ritorno al Futuro, ha segnato una modalità indubbiamente innovativa e coinvolgente con una valorizzazione di idee originali e partite dal basso. Limitando l’approfondimento alle iniziative che hanno visto protagonista il nostro Comune, una menzione merita, tra i progetti sociali, Telestreet. Sul totale di € 648.487,04 (di cui € 583.487,04 di fondi della Regione ed il resto a carico dei Comuni di Tricase e Castrignano del Capo), poco più della metà è servito per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione degli edifici (come via Micetti), una quota è servita per la gestione (per circa € 125.000 tra buste paga e compensi vari) ed il resto per arredi, attrezzature, pubblicità ed oneri vari. Cuore dell’iniziativa il Laboratorio Urbano Giovanile all’interno di un progetto che mira alla “rivitalizzazione e rigenerazione socio economica delle aree più periferiche dei due Comuni, con l’obiettivo di invertire il flusso di popolazione e risorse «periferia-centro»” con uno sforzo formativo “indirizzato soprattutto ai giovani disagiati”. Eppure, nella serata di presentazione in Piazzetta Dell’Abate dell’attività di avvio alla musica e al canto, ho incontrato un giovane, certamente disagiato, della 167 di Tricase; era spettatore dell’evento ma non ne era protagonista. Gli ho chiesto se lavorasse e mi ha risposto che lavora quando trova la giornata, come ha fatto sempre suo padre: “quando trova la giornata”! (vale a dire: in nero, sottopagato e senza contributi). Ed ancora: la sede del Laboratorio doveva essere in due immobili di proprietà dello IACP in via Costantino zona 167; per ragioni non previste, la sede è stata spostata in via Micetti, altro che periferia! Un altro intervento, sempre con fondi pubblici provenienti dalla Regione, è Liquilab. Riandare indietro nel tempo con i canti, le storie, i mestieri e persino i giochi, siano essi delle noci oppure dei patruddi, è certamente opera meritoria, provocatrice di nostalgici e commoventi ricordi. È vero che non si può costruire il futuro senza conoscere il passato, ma se ci si limita solo a guardare indietro non si rischia di dimenticare quello che ci sta attorno e non vedere in prospettiva? E poi: siamo proprio sicuri che per ricordare il passato sia necessario impegnare soldi pubblici? Questo Settimanale, ad esempio, ha raccolto tante testimonianze dei tempi che furono senza alcuna spesa pubblica ma solo grazie all’impegno di una persona (articoli di Salvatore Errico poi utilizzati da Liquilab). E siamo sicuri che quelle iniziative portano ad una crescita del territorio anche in termini economici? È vero: “non di solo PIL vivrà l’uomo”, ma qui si tratta di priorità e di qualità della spesa pubblica in un contesto dove le attività produttive languono e dove la disoccupazione, anche a Tricase, è cresciuta; basti pensare alla chiusura di tante attività e di alcune di notevole impatto occupazionale. E poi: le tante iniziative sociali e culturali presenti nel territorio tricasino non sono la prova che anche senza soldi pubblici si può ugualmente e forse addirittura meglio svolgere una funzione di valorizzazione delle persone, di animazione delle realtà locali e di recupero di situazioni di difficoltà? Il pensiero va all’azione meritoria di tanti volontari, associazioni, comunità parrocchiali che si impegnano con i malati, gli anziani, i giovani, con i senza cibo; oppure a chi opera da anni anche a Tricase per tenere vive le tradizioni e diffondere l’informazione e la cultura (penso ai comitati festa, ai laboratori teatrali, ai giornali locali, alle associazioni sportive e... l’elenco potrebbe continuare). È certamente essenziale che l’Ente Regione curi settori fondamentali come quello sociale e culturale ma occorre chiedersi se le risorse economiche investite portano frutto; è una domanda in vista delle regionali, tenendo bene a mente che negli ultimi dieci anni i dati dicono il contrario; la disoccupazione per esempio, soprattutto quella giovanile, ha raggiunto in Puglia livelli veramente da Bollenti spiriti.

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