di Sabina Pizzileo

Dall’ultino numero de Il Volantino, l’articolo Addio Sinistra redatto da Giovanni Bongo (al tempo segretario del Circolo di Rifondazione Comunista Peppino Impastato di Tricase) è, per quel che mi riguarda, non una lettera d’addio, ma una bellissima e straziante lettera d’amore... L’epilogo di un percorso che si è scontrato con le miseria e la pochezza della politica locale, figlia della, ormai sempre più, decadente politica italiana! Giovanni e tanti di noi, in tempi non sospetti, abbiamo preso le distanze da un sistema che sentivamo non potesse più rappresentarci. Non è pessimismo o disfattismo, ma la certezza dovuta al fatto che in Italia quello che realmente manca, da circa venticinque anni, è una Sinistra. Senza aggiunta di aggettivi, perché di Sinistra ce ne può essere una sola, con contenuti e valori irrinunciabili! In altri paesi, c’è chi a sinistra ribadisce concetti e idee che sono ancora più attuali di prima, ma lo fa stando nel mondo e confrontandosi con scenari nuovi, non isolandosi o arroccandosi su progetti utopici, ma nemmeno svendendosi per una poltrona o una fetta di potere. In Italia c’è il vuoto. La sinistra non può essere rappresentata sicuramente dal PD, assente da tempo su temi fondamentali che riguardano il lavoro, i diritti umani, l’economia, la messa in discussione di un sistema. Non può essere rappresentata nemmeno da Vendola, che conserva ancora una concezione elitaria e controversa della sinistra, basata su un’idea di purezza che poi si infrange su disastrose scelte di compromesso oppure su posizioni vetero-industrialiste macchiate per di più da discutibili rapporti di vicinanza con capitani di industria imbarazzanti. Non può certo essere rappresentata dal redivivo Rizzo, della cui pochezza non si sentiva la mancanza. Se qualcuno dovesse poi pensare, in modo blasfemo, che il Movimento 5 Stelle possa essere il sostituto, allora il suggerimento è di andare a studiare un po’, per capire che ciò che è palesemente di destra (oltre che miseramente inconcludente) non può confondersi con la nobiltà di una storia che ha prodotto, per molti anni, uomini capaci, intellettuali illuminati e soprattutto azioni finalizzate al miglioramento della società, all’inclusione e alla conquista e riconoscimento di diritti. Diritti che oggi vengono messi in discussione e che non trovano né una difesa né una sponda in quegli ideali politici e sociali che una volta raccoglievano le spinte di rinnovamento o di salvaguardia del bene comune, inteso nel suo senso più ampio.

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