Per rispetto dei candidati alle recenti Regionali, quelli nati a Tricase, ho evitato durante la campagna elettorale di commentare, anche sui social network, questo continuo incessante richiamo alla tricasinità, quel fuorviante verso alla cucuzza che per una volta dovrebbe saper votare per se stessa. Per anni ho lottato affinché il concetto di Tricase fosse allargato, che la mia città guardasse con meno sufficienza al di fuori dei propri confini, sapesse fare argine su temi forti insieme ai paesi limitrofi, insieme ai tanti uomini validi che può esprimere il Capo di Leuca fra i suoi centomila elettori. Mai ho pensato a Tricase come entità a sé stante, sempre come base propulsiva di un’area bellissima da valorizzare e preservare, dove costruire un futuro più certo, ma anche più originale. Mai ho visto i leader politici tricasini ragionare, convincere, lottare per questo. Poi, oplà, arriva il momento delle elezioni e si scopre che il candidato di un comune come Patù è fra i più suffragati di Puglia, che nessun tricasino supera a Tricase la soglia delle 900 preferenze mentre sempre a Patù con appena 1700 abitanti e circa 1000 votanti l’ex onorevole Abaterusso raccoglie ben 550 voti personali (potremmo dire la stessa identica cosa per Blasi e la sua Melpignano). Tutto ciò ci porta velocemente ad alcune considerazioni: la nostra cittadina ha da tempo perso qualsiasi pensiero di comunità, nel senso positivo del termine e non riesce mai a dare il meglio di sé in termini continuativi se non in nicchie davvero d’eccellenza ma ininfluenti sul piano politico/sociale (vedi Ass. Magna Grecia Mare); i nostri politici hanno una visione corta e miope, inventano pochissimo e vivono la giornata con una certa dose di tranquillità; non si vincono elezioni regionali se non si ha una visibilità più ampia del proprio villaggio, se non si è apprezzati - fosse anche per aver preso una sola posizione certa su un argomento - almeno a Tiggiano, non dico a Campi Salentina che dista 60 km. (Veramente risibili, negli ultimi anni, alcune competizioni dialettiche con Specchia, ad esempio) Ci sarebbe stato bisogno di un disegno di lunga durata per portare qualcuno al seggio regionale e invece come al solito si è arrivati senza allenamento e senza allenatore. Ognuno ha tirato fuori il suo asso dalla manica, ognuno ha cercato il suo protettore (nel senso puttanesco del termine) senza neanche chiedere una prestazione gratis come succede nei film di mala. Il Sindaco Coppola ha prima sponsorizzato il democratico Paolo Foresio, poi all’ultimo giorno di campagna elettorale ha tirato fuori dal cilindro una lettera a sostegno del suo assessore vendoliano, Sergio Fracasso, in quanto buon tricasino. Non era meglio usare per altre motivazioni la busta intestata di Primo Cittadino? Forse per qualche giorno ha dimenticato di essere il Sindaco di tutti, mettendo in difficoltà molti consiglieri comunali della sua stessa maggioranza. E l’inerme PD tricasino che ha fatto? Niente, come non esistesse, è andato in ordine sciolto. Ognuno con il proprio amico del momento, senza nessuna condivisione che non fosse la ricerca di una sveltina da consumare nel piacere del proprio ego. Nel frattempo anche l’ineffabile Nunzietto Dell’Abate, dopo i suoi trascorsi in Forza Italia e UDC, è passato alla promozione dell’uomo di Patù, con un doppio salto mortale che, nonostante la pubblica reprimenda del suo ex segretario Ruggeri, non lo deprime, in quanto in perfetta sintonia con i tempi moderni. E lui è potenzialmente modernissimo. Quindi riassumendo: abbiamo un Sindaco, che riempie, svuota e gioca con il PD senza esserne iscritto, e il suo maggiore oppositore in Consiglio che promuove un candidato forte per arrivare vicinissimo al centro del PD. I due maggiori esponenti della tricasinità classica, della politica paesana maggioritaria, sono in un evidente stato confusionale che ormai li tormenta da anni. Vorrei ricordare che tutti gli eletti di questa tornata sono personaggi che hanno una storia (a volte anche squallida) all’interno di un loro gruppo di appartenenza ben preciso e nessuno pensa di eleggere Blasi per far grande Melpignano o Congedo per Lecce ma semplicemente sono da anni al centro di un qualche movimento che li vede protagonisti. Sarebbe opportuno avere delle idee proprie prima che dei protettori, sarebbe bello avere politici che lottino per qualcosa prima che per la loro poltrona, sarebbe bello che qualcuno dicesse ai tricasini che la festa è finita da anni e che ora bisogna rimboccarsi le maniche, per promuovere se stessi, non per far galleggiare qualche politichello senza nerbo. A me personalmente la tricasinità modesta non è mai interessata, qualcuno ci campa e i molti la votano.

in Distribuzione