di Alessandro DISTANTE

Le indagini della Procura della Repubblica di Lecce sono, ovviamente, solo indagini e, tra le ipotesi accusatorie e l’accertamento della verità, ce ne corre. Quindi, tutti innocenti fino a prova contraria.

Ciò detto, non si può neppure sospendere il giudizio politico.

I fatti dimostrano che il sistema di potere si costruisce sulla base di rapporti diretti e personali. Finiti i partiti di massa e quelli di opinione, prende quota un sistema, che qualcuno addirittura qualifica come “modello”, dove l’unico dato che conta è la capacità di portare voti.

Ben inteso: in democrazia il voto o, detto in altre parole, il consenso è la risposta consapevole ad una proposta politica ed è quindi il principale strumento di espressione della volontà popolare, ma quando, come ormai accade e come i fatti di questi giorni dimostrano, il consenso si costruisce attraverso favori, siano essi soldi oppure posti di lavoro, allora il voto non è funzionale ad un progetto utile alla collettività ma utile solo a chi lo dà e a chi se lo compra (il famoso do ut des o voto di scambio).

Accade che chi deve correre per una carica, sia essa a livello regionale oppure comunale, struttura la sua proposta elettorale a prescindere dalla storia dei suoi sostenitori/candidati ma sul diverso criterio del peso elettorale (quanti voti può portare).

I sostenitori/candidati, a loro volta, si costruiscono una lista quasi sempre con il nome proprio o del candidato di riferimento, il così detto “civismo” dove non contano i progetti o la partecipazione ma le “cose da fare” per poi rivedersi dopo cinque anni.

Totò Ruggeri

Non basta, questo “modello” non si accontenta di aver raggiunto il potere ma deve alimentarlo in vista delle successive sfide elettorali: per fare questo deve sempre più allargarsi e quindi assegna incarichi e procede a nomine pescando al di fuori di chi è già fidelizzato. Viene così a crearsi un rapporto diretto con un modello a cascata: ognuno si crea una propria rete di potere.

Il “modello”, semplicisticamente definito “Emiliano”, è pervasivo e molto diffuso; basti pensare alle elezioni comunali. Non solo a Galatina dove sono prevalse logiche personalistiche (un consigliere PD e un Assessore di sinistra sostengono e festeggiano un sindaco avversario della candidata di sinistra), ma anche a Tricase dove le liste per le elezioni comunali sono state formate non in logica coerenza con percorsi consolidati e partecipati ma con adesioni personali, alcune volte maturate dopo il fallimento di tentativi di giocare in proprio: clamoroso il caso di una candidata a sindaco del centro destra che si candida poi con un gruppo di sinistra e suoi sostenitori trovano collocazione in liste a sostegno dell’attuale Sindaco.

Ed allora: quali “modelli” e quale “civismo”? E’ giusto scandalizzarsi per i fatti emersi in questi giorni, ma, attenzione, siamo proprio sicuri che ne siamo completamente estranei? Tanto per essere chiari: il principale indagato senatore Ruggeri, già assessore regionale al Welfare, ispiratore di una lista per il Governatore e poi da questi nominato consigliere di amministrazione di Acquedotto Pugliese, non ha mai giocato un ruolo nella nostra Tricase? Un ruolo politico, si intende, ma di quale politica?

 

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