Intervista al Capo dell’opposizione

Nostra intervista a Nunzio Dell’Abate

Lei viene considerato il capo dell’opposizione all’amministrazione Coppola. E’ soddisfatto di questa definizione?
Preferirei alternativo. E piuttosto che capo, punta per mutuare un termine calcistico, finalizzatore di un gioco di squadra che coinvolge più parti per un obiettivo comune.

Qualcuno definisce il Suo modo di fare opposizione troppo giuridico o, in altre parole, fatto a suon di denunce e con carte bollate. Cosa risponde?
Mi hanno insegnato che essere migliore degli altri significa mettersi al servizio degli altri e non al di sopra della legge. Quel “qualcuno” non dovrebbe puntare l’indice sull’effetto, ma dovrebbe ripensare alla causa e avere un po’ di umiltà nell’ascoltare e nel confrontarsi, piuttosto che denigrare. Legalità e trasparenza sono il vademecum dell’amministratore ed il minimo che il cittadino si attende. È proprio necessario che sia il TAR a dover fermare la Giunta Comunale che affida direttamente incarichi all’esterno e addirittura ne determina il corrispettivo (uno per tutti, l’incarico di redazione del PUG)?

Dopo aver svolto le funzioni di assessore nella Giunta Musarò ha sfiorato la elezione a Sindaco andando al ballottaggio. Come ha vissuto quella sconfitta (se la ritiene tale)? E quali le cause?
Personalmente, non ho avuto neppure tempo di soffermarmi che mi son visto assorbire da questa entusiasmante e faticante esperienza consiliare, che non ritengo affatto di secondo piano. Come gruppo, l’abbiamo vissuta male perché ci era sembrata forte in paese la volontà di rinnovamento. Per diktat dall’alto e per invidie e rancori, più di qualcuno, pur a costo di rinnegare la propria bandiera, ha preferito tranciarla. Ma ormai è acqua passata.

Nella competizione elettorale amministrativa Lei si presentò come alternativa al Centro Sinistra; ora dialoga con esponenti di spicco della Sinistra e in Consiglio provinciale ha abbandonato il gruppo dell’UDC. Quale è la Sua collocazione politica?
Per la verità, nella corsa per le amministrative ero alternativo anche al Centro Destra che si presentò con tre candidati sindaci. Fui scelto da un gruppo civico e poi sostenuto dall’UDC, in forza di un programma cittadino pienamente condiviso. In Consiglio provinciale continuo a sedere fra i banchi della minoranza e in Consiglio comunale al mio posto in rappresentanza della lista civica. Per il futuro varranno sempre le persone, i programmi e soprattutto Tricase.

Il movimento civico che l’ha sostenuta nelle amministrative non dà segni di vita da tempo. Ha la sensazione di vivere l’esperienza politico-amministrativa in solitaria?
Intanto c’è una forte intesa e collaborazione quotidiana con i colleghi di minoranza. Inoltre continuo a sentirmi con i tanti amici sostenitori e a confrontarmi con la gente comune, da cui mi piace attingere esigenze e spunti. Purtroppo manca l’agorà politica fra partiti, movimenti e cittadinanza.

Lei ha preso posizione su molte questioni anche come consigliere provinciale. Quale è la Sua posizione nel dibattito sulla 275?
Sul piano giuridico, allo stato, l’oggetto del dibattito non è se l’opera deve eseguirsi o meno, nè con quali modalità, ma chi la deve eseguire. C’è un progetto definitivo, appaltato e aggiudicato. L’ANAS, ente appaltante, lo potrebbe pure ritirare, ma rimarrebbe esposta alle ingenti richieste risarcitorie dell’aggiudicatario.
Poi se vogliamo fare dietrologia, resta un progetto nato male, proseguito peggio e, se pure condiviso da tutte le parti politiche nel 2011, lascia tanti scontenti. A parer mio si poteva fare decisamente meglio, magari puntare sulle rotaie piuttosto che sulla gomma o quantomeno su entrambe, ma in modo sinergico, evitando in ogni caso un impatto così notevole sul territorio tricasino. Su un dato, credo si concordi tutti, la 275 non può rimanere così!

Come giudica l’attenzione dei cittadini di Tricase sui temi della politica e del bene comune?
L’attenzione è alta, ma riservata. C’è il timore di esporsi e così non dovrebbe essere. La dialettica politica è il toccasana di una comunità che vuole crescere e migliorarsi.

Su cosa dovrebbe puntare Tricase per progettare il suo futuro?
Turismo, ambiente ed occupazione, triangolo magico in cui ogni lato dipende dagli altri due.

Un aggettivo per definire Tricase.
Gliene dò due che possono sembrare avversativi. Esplosiva, inesplosa. Quando ci decidiamo ad accendere la miccia?

Se dovesse dare un consiglio al Sindaco Coppola cosa gli proporrebbe?
Il Volantino è testimone di quante idee e consigli rivolgiamo al solo scopo di migliorare l’azione amministrativa nell’interesse del paese. Ne avesse colto uno! Neppure in Provincia, che ci vede entrambi in minoranza, mi ascolta e si confronta. È per il partito preso, ormai ho fatto il callo. Eppure, al suo posto, avrei fatto carte false per avere una minoranza così propositiva e vogliosa di fare; avrei stretto alla luce del sole accordi di programma per lo sviluppo e il bene di Tricase.

Nel 2017 si tornerà a votare per il sindaco di Tricase. Pensa di ripresentarsi?
Ho sempre inteso la politica, qualunque ruolo ricoperto, come un volontariato, il mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità in favore della comunità, ma guai se vengono meno entusiasmo e passione.

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