di Giuseppe R. PANICO
Di paesaggio si è a lungo parlato il giorno 15 novembre nelle affollate Scuderie di Palazzo Gallone, grazie ad un interessante convegno organizzato dal Circolo di Tricase del Partito Democratico. E, se il paesaggio è soprattutto l’insieme della realtà visibile che colpisce favorevolmente la vista per poi irradiarsi nel regno della fantasia, della cultura, dei sentimenti e dei ricordi, è anche una strada maestra verso il nostro futuro.
In particolare, in un paese costiero come Tricase ove, al valore estetico che ci offre la natura fra campagna, costa e mare, si aggiunge quello storico/architettonico/urbanistico/agricolo etc. realizzato soprattutto da chi ci ha preceduti e poi lasciatoci in eredità. Valori illustrati dalle autorità convenute, insieme ai molti aspetti di natura politica, che interessano dunque anche il nostro territorio. Territorio che soffre da tempo di una scarsa cura del proprio paesaggio e di una assuefazione che, più che lanciarci nel futuro, evidenzia la nostra scarna sensibilità in merito.
A maggior ragione se, in mancanza d’altro, è anche la fonte, col turismo che ne deriva, della nostra economia, della nostra immagine e delle nostre attrattive. Il tutto nella consapevolezza che trovandoci nell’estremo Sud- Est d’Italia, dunque più difficilmente raggiungibili, tale economia può ben più svilupparsi proprio attraverso la cura del paesaggio.
Cura dovuta non solo dalle istituzioni ma anche dal singolo cittadino che evita il degrado sull’uscio di casa o campagna e coltiva un più elevato senso civico. Vi sarebbe molto da recuperare e valorizzare su tanti elementi del nostro territorio che, spesso pubblicizzati “urbe et orbi”, evidenziano poi trascuratezza e incuria. Intanto in città, i molti lavori in atto, pur con tempi eccessivamente lunghi e costi aggiuntivi, stanno un po’ cambiando l’immagine urbana.
Ma, al turista in arrivo, rimane l’immagine di una stazione ferroviaria decadente e ormai quasi inservibile e deserta. Se poi si avventura nel paesaggio urbano non può non notare tante abitazioni e locali non utilizzati o lasciati al grezzo, compresi grandi edifici abbandonati da decenni. Colpisce poi la sensibilità storico- paesaggistica, il vedere come, in pieno centro storico, la grande casa ove nacque Giuseppe Pisanelli ed esempio di una pregevole architettura ed estetica, sia anch’essa così trascurata/inutilizzata.
La grande targa marmorea ivi affissa, a perenno suo ricordo, non fa poi altro che esaltare quell’insoddisfacente legame, fra interesse pubblico e privato, anche nel valorizzare, (magari con una casa-museo) la memoria di chi ha portato così in alto il nome di Tricase.
Se ci spostiamo verso le due nostre Marine con il loro incantevole paesaggio, non possiamo non notare come vengano maltenute le aree della quercia vallonea, del boschetto di Tricase, della valle del refluo Rio, dei bordi della litoranea, del panoramico marciapiede fra la Serra e il Rio, (realizzato un tempo proprio per ivi sostare e farci apprezzare il bellissimo, ora negatoci, panorama sul mare), delle due torri (Palane e del Sasso), del Belvedere etc. etc.
Se il paesaggio è futuro, come tale convegno ha giustamente evidenziato, non rimane altro che incominciare a recuperarlo e migliorarlo in questo nostro presente, Un presente che vede il panorama verso il mare ancora violato dal noto e cadente “ecomostro” , tuttora in piedi su Punta Cannone. Proseguendo poi verso la marina di Andrano, non una pista ciclabile o panoramico semplice sentiero lato mare, ma un susseguirsi di selvaggi canneti che oscurano l’orizzonte e l’ incantevole immagine costiera.
Se politici e politicanti hanno voluto giustamente sensibilizzarci sull’importanza del paesaggio, non possiamo che sperare che, al loro apprezzato intervento, faccia seguito la loro capacità di migliorarlo, quale preziosa forma di investimento per un migliore futuro collettivo.