di Alessandro DISTANTE
E’ ufficialmente partita la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale e per la elezione del nuovo presidente/governatore. Al di là degli slogan e degli appelli infarciti di video accattivanti, i candidati, pur in un contesto che vede nella Puglia una delle regioni più vivaci e più in crescita, dovranno calibrare i loro programmi tenendo conto di alcune (e non poche) situazioni di grave emergenza sociale ed economica. I candidati, in altre parole, non potranno eludere il tema “povertà”, abbandonando il solito ritornello che vede, chi ha governato, esaltare i risultati ottenuti e chi è stato all’opposizione rimarcare ciò che non va. L’analisi non può essere ridotta ad un confronto asettico sui numeri, limitandosi al dato quantitativo senza considerare quello qualitativo.

La Svimez, in un’indagine sul Mezzogiorno, fa sapere che ci sono oltre 1,8 milioni di lavoratori poveri e ciò malgrado l’aumento dell’occupazione.
I Centri Caritas, in Puglia, sono passati da 178 a 224, segno che non basta avere un lavoro per uscire dalla zona non confortevole del bisogno. Coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni sono lavoratori ma, in buona parte, pur sempre lavoratori poveri. Secondo Caritas italiana il 18,5% delle famiglie del Sud non ha una vita dignitosa; si tratta di 2.472.000 cittadini che vivono in povertà assoluta.
L’INPS, nel suo “Rendiconto sociale regionale”, ci fa sapere che se è vero che in Puglia aumentano gli occupati, seppure di poco, persiste una bassa occupazione femminile e cresce la precarietà contrattuale.
Quindi “sulla povertà non dobbiamo abbassare la guardia”, per dirla con Leone XIV, perché ad un aumento del numero degli occupati non sembra accompagnarsi l’uscita dallo stato di bisogno; basti pensare, ulteriore esempio, alla questione alloggio, visto che anche nei nostri paesi si fanno solo affitti brevi (d’estate).
Insomma, una serie di questioni sulle quali certamente ascolteremo i candidati e, soprattutto, temi che impegneranno i prossimi amministratori, non solo per politiche di welfare ma, ancor più, per politiche che prevengano ed eliminino il bisogno. Buona campagna!


