di Alfredo SANAPO

Adoro il suono delle campane. Viviamo in un mondo dove il rumore è costante: clacson, notifiche, il ronzio delle città. Ma quando vado in piazza e le campane iniziano a suonare, è come se una melodia antica e potente tagliasse via tutto quel frastuono. Mi sento subito più rilassato e la mente, che prima correva a mille all'ora, inizia a rallentare. È un'oasi di pace che mi riporta a me stesso, un antidoto naturale allo stress che mi assale ogni giorno. Quei rintocchi mi ricordano che non tutto deve essere veloce e frenetico; c'è ancora spazio per la calma e la contemplazione.

Le campane non sono solo un suono per me, ma un vero e proprio portale verso il passato. Ogni volta che le sento, mi immagino scene di secoli fa: contadini che tornano dai campi, bambini che giocano in piazza, mercanti che contrattano. Un viaggio che mi fa sentire parte di qualcosa di molto più grande e duraturo. Una sensazione rassicurante che mi lega alle generazioni che mi hanno preceduto.

Donato Panico

Grazie Donato

per aver condiviso questi bei pensieri personali che mettono in luce due aspetti negativi della società attuale (l'ansia e lo stress), inesistenti al tempo del suo viaggio nella storia.

In effetti, le campane sin dall'antichità hanno rappresentato la voce sonora di paesi e città, un linguaggio universale che ha regolato il tempo e comunicato eventi ben prima che orologi (lusso per pochi) e mezzi di comunicazione moderni prendessero il sopravvento. Le origini delle campane si perdono in tempi remoti, con i primi esemplari in ceramica utilizzati per scopi rituali o per segnalare pericoli. Fu solo in epoca medievale che le campane in bronzo - come le conosciamo oggi - fecero la loro comparsa in Europa, divenendo un elemento imprescindibile non solo delle chiese, ma anche delle nascenti torri civiche.

In Europa, la tradizione campanaria si è sviluppata su due binari distinti: quello religioso e quello civile. Le torri campanarie delle chiese, spesso svettanti verso il cielo, hanno avuto il compito primario di richiamare i fedeli alla preghiera. Il loro suono, modulato in concerti armoniosi o rintocchi solitari, ha scandito la giornata liturgica, dall'Angelus mattutino a quello serale, passando per le messe e le celebrazioni delle festività. Esistono campane da concerto, che a seconda della melodia annunciano le solennità e i matrimoni; la campana del richiamo, più piccola, che segnala l'inizio delle funzioni; e la campana dell'"agonia", che con il suo suono lento e grave invitava alla preghiera per i moribondi lasciando nell'aria una sensazione di vuoto e riflessione. Tradizioni locali, come quelle del basso Salento, hanno sviluppato un vero e proprio linguaggio per il "tocco a morto", differenziando i rintocchi per età e sesso del defunto, e riservando suoni di particolare solennità alla scomparsa di figure ecclesiastiche di alto rango (Papi, Cardinali e Vescovi). Parimenti, la nascita di un bambino è un evento celebrato con un "allegro" o "scampanio" vivace e festoso che annuncia la vita e la speranza, talvolta con sottili distinzioni tra i sessi a seconda degli usi locali.

Accanto alle torri religiose, si ergevano le torri civiche (da noi poco frequenti, ne è rimasta attiva solo una Casarano sulla torre dell'orologio) simbolo dell'autonomia e dell'identità delle città. Queste torri, spesso parte di palazzi comunali o affacciate sulle piazze principali, ospitavano campane la cui funzione era prettamente laica. La "campana del popolo" scandiva le ore, regolando la vita quotidiana dei cittadini: l'apertura e la chiusura dei mercati, l'inizio e la fine del lavoro nei campi e delle attività artigianali, gli orari delle assemblee. Il suo suono era anche un potente mezzo di comunicazione e allerta: annunciava pericoli come incendi o attacchi nemici con un "suonare a martello", radunava le milizie o celebrava vittorie militari e festività civili. Sebbene la tecnologia moderna abbia in parte sostituito le loro funzioni pratiche, le campane delle torri civiche, come il celebre Big Ben di Londra o quelle del Campanile di San Marco a Venezia, continuano a scandire il tempo, a celebrare eventi speciali e a rappresentare un legame tangibile con la storia e l'identità di una comunità.

Le campane scandiscono le ore attraverso una serie di rintocchi, solitamente corrispondenti all'ora che sta per iniziare. Molte torri scandiscono anche i quarti d'ora con sequenze specifiche. Tradizionalmente, suonano durante il giorno, dalle prime luci dell'alba fino a sera inoltrata, sebbene in aree residenziali si tenda a limitare i rintocchi notturni per non disturbare.

Questa profonda tradizione del suono delle campane, sebbene tipicamente europea e legata al Cristianesimo, trova eco in molte altre culture. Nel Buddismo, le campane sono utilizzate nei templi per la meditazione e le cerimonie, così come nell'Induismo, dove i fedeli le suonano per annunciare la loro presenza alle divinità. Anche nello Shintoismo giapponese e nel Taoismo cinese, campane e gong sono parte integrante di rituali e cerimonie. Nelle culture africane, infine, campane in metallo o legno accompagnano danze e riti tradizionali, dimostrando come il linguaggio universale del suono, attraverso le campane, abbia da sempre unito le comunità, scandendone la vita e celebrandone le emozioni più profonde.

E mentre tutte le campane attive continuano a svolgere la loro funzione sonora senza soluzione di continuità, in questo periodo di clima elettorale ve n'è una muta. Ad essa non hanno accesso né esperti di LIS né di Braille, ma esclusivamente con gli statistici. In un clima di sondaggi incrociati, infatti, non avendo una misura certa della verità politica, essi - e noi come loro - non possiamo che affidarci alla Campana di Gauss, il cui suono potrebbe valere più di mille parole...

In questo clima preelettorale che infiamma la Puglia, dove le promesse si intrecciano con le accuse e ogni partito cerca di far sentire la propria voce, il gesto del nostro lettore non è poi nostalgico o anacronistico. Mai come ora "bisogna ascoltare le due campane": un monito antico che ci ricorda l'importanza di ponderare ogni informazione, di cercare la verità al di là della retorica, proprio come il suono delle campane ha da sempre scandito la vita, le gioie e i dolori delle nostre comunità nella gioia e nei dolori.

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