La recente sentenza del TAR di Lecce impone alla ASL di dare attuazione alla propria delibera del 28 giugno 2011, completando il trasferimento a Gagliano di tutti i Servizi Sanitari ad eccezione del Poliambulatorio presente in zona Draghi, con un numero assai esiguo di ore di specialistica ambulatoriale. Verranno trasferiti a Gagliano i servizi del Dipartimento di Prevenzione (Centro di medicina legale, Centro vaccinazione, SIAN e i Servizi Veterinari). Verrà trasferito a Gagliano anche il Servizio per le tossicodipendenze seguendo il trasferimento già effettuato del Servizio di riabilitazione e del Servizio di salute mentale. È ovvio che le sentenze debbano essere rispettate come è altrettanto ovvio che le delibere possono essere modificate, perciò, questo caso non può essere ridotto a una semplice questione giudiziaria. Infatti, tale atto (…) rappresenta il fallimento e la totale assenza della politica. Occorre precisare che il Distretto socio-sanitario di Gagliano del Capo si articola in tre poli operativi (Centri di Salute) Gagliano, Ugento e Tricase. (…) Le scelte di politica sanitaria compiute dalla Regione Puglia negli anni scorsi si sono contraddistinte per l’opera di smantellamento sistematico dei servizi nella nostra città in ossequio ad una discutibile logica di compensazione territoriale. Pertanto, per risarcire Gagliano della perdita dell’Ospedale si è spostata la sede del Distretto socio-sanitario da Tricase a Gagliano origine e causa della delibera del 2011, investendo per strutture sanitarie distrettuali, milioni di euro su Gagliano e su Ugento e zero euro su Tricase. Le nostre esortazioni a rivedere e correggere i provvedimenti contenuti nella delibera sono rimaste inascoltate. La tattica del rinvio e dello stallo ha generato un altro episodio imbarazzante di intervento sostitutivo della magistratura in un campo di pertinenza della politica. Ora è necessario che chi ha responsabilità politiche ai massimi livelli nella distribuzione dei servizi sanitari dia un segno di presenza. La nostra comunità non accetterà passivamente questo ennesimo e ingiustificato sopruso. Chiameremo a risponderne tutte le nostre rappresentanze politiche e istituzionali a ogni livello.

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