Tricase è il centro più grande del Capo di Leuca e uno dei più popolosi del Salento con i suoi oltre 17 mila abitanti e il suo grande territorio, che comprende, oltre al centro cittadino, i quartieri di Tutino, Sant’Eufemia e Caprarica, le frazioni di Depressa e Lucugnano e le due marine. Il suo nome, è legato al fatto che tre casali, tra il X e l’XI secolo, si unirono per formare il primo nucleo abitativo. Le prime informazioni documentate si hanno da quando era feudatario Demetrio Micetti, i cui successori furono spodestati da Carlo I d’Angiò per essere sospettati di aver appoggiato gli Svevi. Nel 1270 il feudo venne ceduto a Nasone di Galerato, per poi passare ad Angelo de Cafalia e a Goffredo de Lavena. Nel 1401, il feudo fu concesso a Raimondello Orsini del Balzo da parte del re di Napoli Ladislao di Durazzo. Il proprio figlio, Giovanni Antonio Orsini, governò Tricase fino al 1419, anno in cui il feudo fu acquistato da Baldassarre e Antonello Della Ratta. Nel 1480, Tricase subì, come tutto il Salento, i saccheggi dei Turchi che assalirono Otranto. Dagli anni successivi, il feudo tricasino passò di mano in mano ad arrivare ad Alessandro Gallone, fino al 1806. Dopo una breve analisi storica del bel paese tricasino, mi ritrovo a elaborare quanto da tempo nutro nelle mie meditazioni, di apprezzare il centro storico e di far ancora più grande il nome di Tricase, di renderlo più disponibile, in modo che l’economia locale possa riprendersi e spingersi a livelli alti. Per fare tutto ciò, l’obiettivo principale è creare le basi per la ripresa economica attraverso l’accoglienza del turista nei centri storici e offrendo maggiori attrattive anche per i residenti. Bisogna valorizzare la connotazione di un nucleo commerciale naturale del nostro centro. Un progetto che dovrebbe comprende interventi strutturali sull’arredo urbano, di marketing e promozione, di riqualificazione commerciale e di formazione. Un centro storico rivitalizzato, valorizzato, gradevole alla vista ma anche funzionale dal punto di vista dei servizi, con la garanzia dell’effettiva conservazione del patrimonio artistico, architettonico, ambientale, ripristinare l’anima del centro storico e migliorare la fruibilità serena e sicura di tale area urbana, nonché il suo godimento da parte dell’intera cittadinanza. Bisogna pensare di dover afferrare incontri per portare nuove attività nel centro storico, prodotti tipici, enoteca e soprattutto il piccolo artigianato: idee che si possono predisporre placidamente, basta dare occasione al commerciante di poter avvalersi dei vantaggi per tale attività.  Abbiamo un mondo intorno che non esauriamo, bisogna essere solo capaci di caratterizzare le risorse più opportune. Aprire il confronto con la città e con gli ordini professionali significa anche essere spronati ad individuare la via migliore per ottenere i fondi a disposizione. Il Comune, deve essere attore protagonista del cambiamento aprendo al dialogo per realizzare quello che dovrebbe essere il centro storico “incantevole e adeguato”, l’intera amministrazione comunale, maggioranza e minoranza dovrebbero lavorare in accordo per ideare ed elaborare al meglio quello che il centro storico offre, basta con le ingiurie, con le solite alzate di mano per le votazioni, dei pensieri frammentati e quant’altro, bisogna sedersi insieme e, con gli uffici di competenza iniziare a discutere per i fondi economici, per come rispristinare gli immobili, quale opportunità dare al commerciante per aprire una nuova attività, quali disagi non creare per i residenti... e tanto altro ancora, e sono certo che le esperienze e le capacità non mancano. Bisogna prendere spunto dai comuni che prima di noi hanno pensato come fare ad attirare la gente, il turista, la vivibilità quotidiana di un cittadino, basta guardare alcuni paesi del brindisino, come Fasano, Ostuni, Alberobello, Polignano ectt…che nulla hanno di differente da Tricase, solo se non saggiare rancore. A loro è bastato poco per far attirare migliaia di turisti per tutto l’anno, dai posti letto, alle tante attività “addossate” l’una – all’altra, trattorie, bar, botteghe…ecttt…eppure visitando i vari centri storici, vediamo solo il (colore bianco), il colore calzante per far si di fermarsi di incanto quando si cammina nelle stradine del centro storico. Concludo dicendo che anche Tricase debba trovare un colore appropriato per il proprio centro storico, di dar vita a degli immobili che da anni sono chiusi ed abbandonati e, soprattutto di nuove attività per creare occupazione. Il centro storico offre tanto, perché non sfruttarlo? Capisco perfettamente le tante difficoltà amministrative, solo con l’unione si possono trovare le giuste strade per fare belle le strade del centro storico.

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