Martedi,21 aprile 2020

Emergenza.

Dichiarazioni di Giuseppe Conte:

"Fase 2" “aperture da 4 maggio

In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus.

Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme.

In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico.

Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere.

Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?

Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19.

È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie).

C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici.

È fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo.

Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese.

Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza.

E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova.

Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio.

Lunedi,20 aprile 2020

Dichiarazione del prof. Lopalco sulla richiesta di screening di massa con tampone: “procedura non idonea ai fini della tutela della salute

Il prof. Pier Luigi Lopalco responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia, con riferimento alle note dei sindacati di Polizia e del presidente Ordine dei Medici, dichiara quanto segue:

“La richiesta di avviare programmi di screening di massa per la ricerca del virus SARS-CoV-2 con tecniche di biologia molecolare (il cosiddetto tampone), seppur comprensibile in un momento di pressione come quello che stiamo vivendo, non è comunque sostanziata da alcuna evidenza di efficacia. La ricerca a tappeto del virus in una platea di soggetti asintomatici, infatti, non è utile né come mezzo di prevenzione della diffusione del virus in ambito ospedaliero, né come tutela della salute dell’operatore.

Il tampone rileva il virus, con un certo livello neanche ottimale di sensibilità e specificità, solo in coloro che in quello specifico istante sono portatori del virus. La finalità dell’esame è dunque quella di fare diagnosi di COVID-19 in caso di sospetto. Il sospetto può essere legato o alla presenza di sintomi suggestivi o di confermato contatto con un caso accertato di COVID-19 per escludere l’avvenuto contagio. Con una tale strategia di ricerca, attualmente in Puglia si riesce ad ottenere un livello di positività al tampone intorno al 5%.

Fra i soggetti positivi, ricercati con i criteri sovra esposti, un terzo circa dei sospetti è asintomatico. Andando a ricercare i positivi con un criterio comunque allargato ma pur sempre mirato, si identifica appena un 1-2% di soggetti asintomatici al momento del tampone. È un buon risultato, considerando che tale soggetti, anche se pochi, costituiscono comunque una potenziale fonte di contagio.

Ma si capisce bene come, se invece tale indagine fosse eseguita a tappeto su una platea random di soggetti asintomatici, il numero di portatori positivi che si riuscirebbe a scovare sarebbe irrisorio. Non solo, considerando i valori di specificità e sensibilità della metodica, la quota di falsi negativi e falsi positivi da gestire sarebbe superiore a quella dei veri positivi eventualmente identificati.

Insomma, il tampone NON è un buon test di screening e utilizzarlo a questo scopo andrebbe contro ogni logica scientifica. Oltre al fatto che un aggravio del carico di lavoro dei laboratori porterebbe inevitabilmente a colli di bottiglia e ritardi per analisi di altri soggetti che presentassero una reale necessità di avere un risultato in tempi brevi.

Inoltre, poiché il risultato negativo al tampone avrebbe un significato solo transitorio, il rischio per un operatore di positivizzarsi nel giro di poche ore o pochi giorni resterebbe comunque. Il test negativo, quindi, potrebbe indurre a comportamenti più lassisti nei confronti delle misure di distanziamento e corretto utilizzo dei DPI in ambiente di lavoro.

Insomma, più tamponi si, ma con criteri dettati dalla scienza. Tamponi di massa o sistematici agli operatori sanitari non sono solo inutili, ma anche dannosi"

Lunedi,20 aprile 2020

G. Tondo, Segretario Generale Puglia:
Un weekend tra protezioni e "test" per tutti

La pausa è terminata. La domenica è ormai alle spalle. Trascorsa per molti tra le mura domestiche, ma non per tutti, specialmente per quei carabinieri che non conoscono domenica e sono sempre in strada, in prima linea.

Ma cosa è accaduto nei giorni immediatamente precedenti? E' accaduto che Noi di Unarma ASC ci siamo ritrovati a dover ritornare a chiedere al Presidente della Regione Puglia di rompere un silenzio assurdo, illogico, ingiustificato ed ingiustificabile all'appello dello scorso 23 marzo, volto ad ottenere idonee misure per la tutela della salute degli operatori di polizia.

Non abbiamo paura di sbagliarci, quando affermiamo che nulla può giustificare un silenzio nei riguardi di chi, rischiando ogni giorno di ammalarsi o di morire per garantire la salvaguardia altrui, ha solo richiesto un pò di attenzione anche per se stesso. Per garantire un servizio migliore al cittadino, per collaborare al meglio al contenimento del contagio ma soprattutto, per essere messo veramente nelle condizioni di poter fare il proprio lavoro in sicurezza e partecipare alla più rapida ripresa del nostro Paese. Abbiamo finito? Macché!

E' successo poi che al nostro comunicato – sottoscritto con sigle sindacali di Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Polizia penitenziaria e Guardia di Finanza - si sono autonomamente associate anche alcune parti politiche, per sostenerci e sostenere la richiesta. Ben vengano più voci di supporto alla nostra causa di questo momento: i tifosi dei sindacalisti sono sempre ben accetti.

Si sta parlando della salute, di quella di chi deve - e rimarchiamo il termine deve garantire non solo la propria ma anche e soprattutto quella altrui. Si sta parlando purtroppo di vita o di morte. Unarma ASC, nel ribadire la propria indipendenza sindacale, plaude dunque all'iniziativa di questa parte politica anche perché, autonomamente decidendo di mettersi al fianco delle nostre recriminazioni, ci ha fornito un dato politico rilevante: il riconoscimento dell'opportunità di un'azione sindacale libera e democratica anche per il comparto militare, esattamente come quella dei Vigili del fuoco, della Polizia penitenziaria e dei nostri "cugini" della Polizia di Stato.

E noi di Unarma, auspichiamo che sia davvero così, perché viceversa ci rimbombano ancora nelle orecchie le parole dell'on. leghista Roberto Paolo Ferrari il quale, nell'audizione per la legge sui sindacati militari alla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, sui tavoli che contano, riteneva fermamente improponibile per noi militari un diritto sindacale al pari della Polizia di Stato. Audizione alla quale chi scrive è stato relatore, in qualità di vice presidente nazionale, per il sindacato Unarma

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 20 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.591 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 38 casi, così suddivisi:

7 nella Provincia di Bari;

0 nella Provincia Bat;

15 nella Provincia di Brindisi;

14 nella Provincia di Foggia;

1 nella Provincia di Lecce;

1 nella Provincia di Taranto.

1 caso è attribuito a residente fuori regione

22 casi rilevati ieri sono in corso di attribuzione della relativa provincia.

Sono stati registrati oggi 10 decessi: 3 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 4 in provincia Foggia, 1 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 44.189 test.

Sono 431 i pazienti guariti.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.567 così divisi:

1.138 nella Provincia di Bari;

335 nella Provincia di Bat;

500 nella Provincia di Brindisi;

868 nella Provincia di Foggia;

452 nella Provincia di Lecce;

243 nella Provincia di Taranto;

26 attribuiti a residenti fuori regione;

5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Tricase,20 aprile 2020

RUMORS ELEZIONI…Prime manovre per le prossime Amministrative…

Lo "stare a casa",imposto dai provvedimenti restrittivi, di sicuro fa riflettere anche sulle prossime Amministrative a Tricase.

Infatti,voci e rumors si rincorrono e appare probabile la candidatura a sindaco anche di una donna…

La diretta interessata, più volte punzecchiata sulla questione,non smentisce e non conferma.

Una cosa è certa.La professionista per il momento vuole restare nell'anonimato.

Mentre in tanti hanno già scelto…

 

 

Tricase,18 aprile 2020

di Alfredo De Giuseppe

In queste settimane si respira una gran voglia di ritorno alla normalità. È tutto un fiorire di auspici, di retorici rimandi a incontri, baci e abbracci. Ma è proprio sul concetto di normalità che dovremmo fare qualche riflessione. Magari sono proprio alcune di quelle normalità il vero problema. Ad esempio alcuni mercati cinesi e thailandesi delle carni. Animali sgozzati all’aperto, nella più feroce tradizione umana, dove non c’è traccia di buone pratiche sanitarie da nessun punto di vista.

Oppure i miliardi di animali allevati intensivamente dentro celle detentive di infime dimensioni, dove consumano cibo pieno di ormoni e antibiotici? Forse sarebbe normale rivedere il consumo pro-capite della carne, in tutte le diete e in tutte le consuetudini culinarie.

Si può considerare normale la devastazione del mare con una pesca a strascico per qualsiasi pesce e di qualsiasi dimensione? Forse è arrivato il momento di istituire parchi marini di enormi dimensioni dove la natura possa davvero fare il suo corso senza la nostra ingerenza (neanche con i rumorosi motoscafi).

È normale consumare l’acqua in bottiglie di plastica? Non dovremmo auspicare un ritorno ad un consumo più consapevole di tutto ciò che ci circonda, oppure Carosello, scritto negli anni ’60, è la nostra unica Bibbia? Girare a vuoto con l’auto in paesini che potrebbero essere percorsi a piedi, quanti chili di normalità possiede?

Ad esempio potremmo istituzionalizzare le domeniche senza auto e tentare di far respirare il pianeta e i suoi abitanti. È normale avere un presidente come Jair Bolsonaro che dichiara l’Amazzonia non essere un patrimonio dell’umanità ma un giacimento da sfruttare solo per il suo Brasile? Oppure uno come Trump che dichiara assurde tutte le evidenze scientifiche sul riscaldamento globale.

Noi europei abbiamo ritenuto normale il turco Erdoğan, un vero dittatore, che lascia morire di fame i suoi oppositori e li incarcera per un nonnulla.Così siamo arrivati al punto di ritenere l’ungherese Orbán uno che può dare delle dritte alla nuova Europa, dove dovrebbero governare dei folli nazionalisti come lui e altri quattro spacconi. La normalità della bulimia finanziaria che guadagna sui disastri delle aziende, invertendo tutte le logiche per le quali nacquero le Borse valori.

https://www.alfredodegiuseppe.it/

Abbiamo accettato e vissuto la normalità di una scuola azzerata in tutte le sue peculiarità, le fake- news come unica forma di informazione, l’anonimato dei social come forma di emancipazione. E poi ancora le case, prime, seconde e terze, autostrade e ponti dove bastava un segnale stradale, lussi e superlussi,tanto per affermare un concetto di superiorità che poi non porta da nessuna parte.La normalità è smantellare tutti i sistemi pubblici della sanità del mondo? Secondo il modello americano?

La logica direbbe che la salute è un bene primario da preservare per tutti gli uomini del pianeta, senza alcuna distinzione di passaporto, censo o colore della pelle. Eppure tutte le politiche, invece di puntare all’efficienza del pubblico, si orientano da anni verso il business delle cliniche private. Certo, tutti auspichiamo di tornare a vedere un concerto, una partita di calcio o una commedia a teatro.

Ma la normalità alla quale ci eravamo abituati non ci sarà più: primo perché questo virus avrà cambiato per sempre alcune abitudini e alcune credenze. Probabilmente ci sarà poi una crisi economica di dimensioni gravissime.

E infine perché dovremo iniziare a lottare per una normalità diversa, dove la ricchezza prodotta deve diventare più diffusa, dove la demografia deve diventare un problema di tutto il mondo, le armi meno importanti, in un mondo dove uomini e donne potranno muoversi, come le merci, con maggiore libertà. Dove la moderazione delle nostre pulsioni, una specie di nuovo illuminismo ambientalista, potrebbe essere la ricetta che cerchiamo, il vaccino universale che potrà salvarci. Se sapremo liberarci delle vecchie normalità.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi  domenica 19 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.175 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 120 casi, così suddivisi:

35 nella Provincia di Bari;

0 nella Provincia Bat;

27 nella Provincia di Brindisi;

30 nella Provincia di Foggia;

8 nella Provincia di Lecce;

3 nella Provincia di Taranto,

1 caso di cittadino fuori regione

16 casi la cui provincia è in corso di attribuzione.

Sono stati registrati oggi 2 decessi: 1 in provincia di Foggia e 1 in provincia di Brindisi.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 42.598 test.

Sono 427 i pazienti guariti.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.529 così divisi:

1.110 nella Provincia di Bari;

335 nella Provincia Bat;

485 nella Provincia di Brindisi;

852 nella Provincia di Foggia;

451 nella Provincia di Lecce;

242 nella Provincia di Taranto;

27 attribuiti a residenti fuori regione;

27 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Tricase,19 aprile 2020

L’ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI TRICASE:

Vi invitiamo a leggere le nostre iniziative e capirete”

LETTERA AGLI ASSOCIATI

Cari Associati, stiamo attraversando tutti un periodo difficile nel quale le nostre aziende sono messe a dura prova, ma faremo di tutto per tenere in piedi quello che abbiamo costruito negli anni. L'iniziativa di questa associazione mira a stimolare la ripresa del commercio anche tenendo le "porte chiuse" alle nostre attività, ma non solo intendiamo stimolare e sensibilizzare anche il consumatore finale a sostenere i nostro territorio scegliendo di comprare presso di noi.

Si chiama TE LO PORTO IO ed è semplicemente un servizio di consegna a domicilio che permetterà a tutti quelli che possono di tornare a promuovere i loro prodotti facendo affidamento su un servizio di consegna professionale e affidabile.

Sarà messo a disposizione dall' Associazione dei Commercianti in forma gratuita e vi potranno accedere tutti i soci. Potremo portare i nostri prodotti anche fuori del territorio comunale a moltissimi paesi della provincia ed ognuno potrà avere un data base con lo storico delle consegne effettuate. La vendita sarà a vostra diretta competenza in tutto e per tutto.

Chiederete la consegna del prodotto da voi venduto e a voi pagato nei modi che meglio preferite, ma potrete anche usufruire del servizio di pagamento per contrassegno! Il cliente potrà comprare nel vostro negozio senza uscire di casa e voi non dovrete barcamenarvi in "pericolose" e sanzionabili consegne

I comuni interessati oltre a Tricase e frazioni, sono: Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Matino, Melissano, Miggiano, Presicce Acquarica, Poggiardo, Patù, Parabita, Ortelle, Nociglia, Morciano di Leuca, Montesano Salentino. Il budget messo a disposizione è fino a fine Maggio. Superata la  soglia verrà chiesto un contributo minimo per ogni spedizione.

Resti ben chiaro anche che l'impegno di questa associazione sta nel procurare uno strumento che se avrà successo come immaginiamo, permetterà a tutti di ripartire col proprio business e sostenerne i costi irrisori. Le attività non direttamente interessate della "consegna di cose", come ad esempio la ristorazione o determinati sevizi non facili da consegnare sono invitate a partecipare alla campagna sul commercio assieme a tutti gli altri. Strutturate offerte! Inventate pacchetti! Create composizioni regalo (anche dei buoni con un po' di stravaganza) noi le consegneremo per un compleanno, per una laurea o qualunque altra ricorrenza ( una cena, un viaggio, una spa, un vestito, sbizzaritevi). Chiederemo al pubblico di sostenere il nostro commercio comprando per il futuro prossimo nell'ottica di un acquisto solidale che permetta a tutti di avere un minimo introito in questa difficoltà.

Cosa faremo quindi?

RIAPRIREMO I NEGOZI! ANCHE SENZA APRIRE LE PORTE!

È questo il messaggio che lanceremo al consumatore! Il commercio riprenderà contemporaneamente per Tutte le attività di Tricase nello stesso giorno. Lanceremo un messaggio di coraggio e di speranza squarciando il velo di incertezza che abbiamo tutti addosso. Con tanta umiltà con un grande coraggio daremo un messaggio forte, carismatico, condiviso.

NON ASPETTEREMO LA FASE DUE! NOI PASSIAMO ALLA FASE DUE ORA!!!

NOI SIAMO LA FASE DUE!

Chiamate a raccolta i vostri clienti e rimetterttevi a lavoro!

E dite a tutti

TE LO PORTO IO!

L'Associazione Commercianti di Tricase si fa motore di una iniziativa molto interessante che, se da una parte resta conscia della grande difficoltà che tutto il commercio si appresta ad affrontare, dall' altra invita i propri associati a non arrendersi e a prendere, come si suol dire, il Toro per le corna subito, senza aspettare il prossimo decreto e nel rispetto assoluto delle disposizioni vigenti. Poi si rivolge al consumatore, ai tanti clienti dei variegati settori, e lo richiama a stringersi, in questo momento così difficile, al proprio territorio. "Compra on line ma compra intelligente" sono le parole della Presidente Stefania Palmieri, "Niente proclami vuoti e facili moralismi, come i tanti visti in queste settimane, ma strumenti efficaci, pronti a funzionare, trovati a loro volta nelle risorse del territorio e subito disponibili". Parole che si traducono in una proposta solida e multitasking. Sono infatti interessati dall'iniziativa anche quei settori che danno un servizio più che un oggetto fisico. È quindi possibile acquistare, per il futuro prossimo, una cena, un viaggio, o anche solo un caffè perchè  il  senso  dell'  acquisto  va  oltre  il  bisogno  immediato  per  trasformarsi  in  un  opera  di solidarietà prima verso il proprio territorio e poi verso se stessi. Se, quindi, le porte delle proprie attività devono restare serrate, Tricase non si arrende e mette in piedi  un  sistema  di  consegna  localizzato  gratuito  per  tutti  i  commercianti  e  gli  artigiani  che aderiranno.

Qualcosa di incredibile succederà il lunedì 20 Aprile alle ore 9.00: 

A TRICASE RIAPRIRANNO LE ATTIVITÀ COMMERCIALI E ARTIGIANE.

Campagna social #teloportoio

Assocom Tricase

Se vi fa impressione vedere il vostro paese deserto e con le saracinesche dei negozi abbassate, se state pensando ai sacrifici che faranno quando riapriranno, se conoscete il valore della bellezza dei piccoli negozi che tengono viva la città, questo è il momento di fare la vostra parte! Potete essere voi ad aiutare i commercianti e gli artigiani della vostra citta! 

TE LO PORTO IO è il servizio dell' associazione commercianti che porta a casa tua i tuoi acquisti gratuitamente. Nel rispetto delle norme vigenti,  con l' appoggio di tutti i commercianti e artigiani di questa associazione RIAPRIREMO I NOSTRI NEGOZI creando un ponte tra le nostre porte (che resteranno chiuse) e quelle delle vostre case.

Non solo oggetti, ma anche servizi e generi che potranno essere spesi nel prossimo futuro. Fate un regalo intelligente! Regalate una cena o un viaggio come fosse una maglietta. Sbizzarritevi spaziando nella nostra vasta offerta.

Offrite anche un caffè ad un amico perchè quella gioia avrà un valore moltiplicato quando lo potrete prendere insieme tra qualche tempo.

Sono interessati dal servizio non solo Tricase e frazioni, ma anche Montesano Salentino, Corsano, Diso Gagliano del Capo Matino, Melissano, Miggiano, Presicce, Acquarica, Poggiardo, Patù, Parabita, Ortelle, Nociglia, Morciano e tutti gli altri. Abbiamo una sfida davvero ardua davanti a noi ma non ci arrenderemo! giocheremo la nostra partita fino in fondo! Fatelo anche voi! Scegliete di comprare nelle attività del vostro territorio : oggi più che mai fate la differenza! 

Lunedì 20, giorno del 27° anniversario della morte del Servo di Dio, il vescovo Mons. Angiuli si recherà ad Alessano per pregare sulla tomba di don Tonino.

Intanto la Fondazione “Don Tonino Bello” mette le risorse provenienti dai diritti di autore di alcune pubblicazioni, a disposizione della parrocchia di Alessano e della Caritas della diocesi

In occasione della ricorrenza del ventisettesimo anniversario della morte di don Tonino Bello il vescovo della Diocesi di Ugento – S.M. di Leuca, Mons. Vito Angiuli si recherà sulla sua tomba ad Alessano per una preghiera.

Ventisette anni fa moriva uno degli uomini più amati della nostra terra della seconda metà del secolo scorso.

Il 20 aprile del 1993 ci lasciava Mons. Antonio Bello, che affettuosamente e semplicemente è conosciuto come don Tonino come egli si faceva chiamare anche da Vescovo.

È stato l’educatore e l’evangelizzatore della sua diocesi di origine, Ugento – S. M. di Leuca, ed il pastore e il profeta durante il suo episcopato nelle Chiese di Molfetta Giovinazzo Terlizzi e Ruvo e nella sua presidenza di Pax Christi Nazionale.

La forza della sua parola, declinata sempre sulle pagine del vangelo, da quando ci ha lasciato ha mantenuto viva e palpitante la sua presenza nella Chiesa italiana di oggi, tant’è che molti oggi lo conoscono attraverso i suoi scritti e il racconto dei suoi gesti e della sua testimonianza, che è così limpida e attuale, che pur non avendolo veduto in vita, lo sentono presente e vicino quasi in modo più intenso attraverso la dinamica e l’afflato spirituale che ha suscitato e ancora suscita nell’animo di tutti.

Sicché possiamo ben dire che la sua non è stata una morte, ma un dies natalis, come è ormai consueto ricordare la sua dipartita, che manca ancora del sigillo dell’ufficialità per poter dire che Don Tonino, nei giorni della sua vita terrena e del suo ministero, è stato l’uomo delle beatitudini evangeliche, che ha vissuto, respirando e facendo respirare, la vita di Cristo.

Tutta la sua esistenza è stata declinata sul modello divino, appartando ovunque l’esempio della mitezza, della franchezza, della consolazione e della profezia.La Fondazione don Tonino Bello, costituita qualche hanno dopo la sua morte, ha cercato di contribuire a mantenere viva la sua parola e la sua testimonianza, cercando di far rivivere il suo spirito di solidarietà e di intelligenza.

In diversi modi, secondo le circostanze, ha rilanciato la pratica del discernimento sugli avvenimenti rivisitati alla luce del pensiero e della spiritualità dell’insigne maestro, compiendo anche dei gesti che hanno avuto l’intento di disporsi nel percorso della sua fattiva solidarietà e carità.

Perciò in questo memento particolare di grande afflizione e di lotta a causa del gravissimo morbo che sta infestando il mondo intero, la Fondazione, così come avrebbe fatto don Tonino, nel suo piccolo, mette a disposizione le risorse provenienti dai diritti di autore di alcune pubblicazione, donandole alla parrocchia di Alessano e alla Caritas della diocesi di Ugento – S.M. di Leuca, allo scopo di provvedere ad interventi di sostegno e di intervento nei confronti di persone e famiglie bisognose del territorio.

In occasione del Dies Natalis del Servo di Dio, la televisione vaticana TV2000 terrà un collegamento in diretta proprio con S.E. il Vescovo Angiuli nel corso del programma “Bel tempo si spera” in onda lunedi 20 aprile, dalle 9 alle 9,30.

di Pino Greco

Una vasca (che si trova sulla via per Marina Serra) a difesa del Canale del Rio di Tricase.

Il TAR di Lecce, con una sentenza depositata in questi giorni, ha affermato la legittimità degli atti con i quali il Comune di Tricase ha realizzato una vasca in cemento armato destinata alla grigliatura e sedimentazione delle acque provenienti dalla rete pluviale separata.

Il contenzioso, che si protrae da anni e che ha visto interessato anche il Tribunale Superiore delle Acque, è stato promosso da una cittadina che, proprietaria di una casa in campagna, si duole della realizzazione di quella vasca ad una distanza di pochi metri dalla sua abitazione, sostenendo che avrebbe violato la distanza minima di 100 metri.

Alla base, la convinzione che anche la vasca farebbe parte dell’impianto di depurazione e che quindi anche quella vasca deve rispettare la distanza prevista per detti impianti.

I Giudici Amministrativi, accogliendo quanto prospettato dall’avv. Alessandro Distante difensore del Comune di Tricase, hanno invece deciso in senso contrario: la vasca non è parte dell’impianto depurativo già esistente, ma si limita a raccogliere le acque meteoriche che provengono da una conduttura separata.

Da qui l’ulteriore conseguenza che non trovano applicazione le distanze previste invece per un impianto di depurazione di acque reflue e nere. Il TAR non ha mancato di evidenziare che, peraltro, quelle distanze riguardano le zone abitate, residenziali o commerciali o di traffico notevole, come a dire che non trovano applicazione in una zona agricola e con case sparse.

Il contenzioso aveva visto una prima fase svoltasi innanzi al Tribunale Superiore delle Acque di Roma; anche in quell'occasione i Giudici hanno dato ragione al Difensore del Comune il quale, in quella sede, aveva contestato l’ammissibilità del ricorso perché proposto ad un Giudice che non ne aveva la competenza: non si trattava di un impianto per l’uso di acque pubbliche perché le acque, una volta sottoposte a grigliatura e sedimentazione, avrebbero trovato sbocco in mare e non sarebbero state riutilizzate ad usi irrigui.

La vasca realizzata dal Comune di Tricase (costo preventivato 750.000 euro) è già da tempo in funzione; con questo impianto il Comune provvede ad intercettare le acque che vengono canalizzate e le sottopone ad un processo di grigliatura, così eliminando i corpi grossi, e di sedimentazione, così facendo depositare gli altri detriti. Dopo questo trattamento le acque dalla vasca vengono reimmesse nel canale che porta le acque a mare presso il Canale del Rio.

Il trattamento delle acque piovane –secondo il progetto realizzato dal Comune- evita che le acque portino in mare scorie di qualsivoglia natura ed in questo modo si pensa di aver salvaguardato uno dei punti più belli della costa salentina.

Tante erano le polemiche e le proteste per l’immissione delle acque nel canale e l’inquinamento di quelle acque, diversamente e naturalmente cristalline

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 18 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.145 test per l'infezione Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 82 casi, così suddivisi:

25 nella Provincia di Bari;

2 nella Provincia Bat;

19 nella Provincia di Brindisi;

15 nella Provincia di Foggia;

9 nella Provincia di Lecce;

4 nella Provincia di Taranto;

1 fuori regione

7 non attribuiti.

Sono stati registrati 7 decessi: 1 in provincia di Bari, 2 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 40.423 test.

401 sono i pazienti che risultano guariti.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.409, così divisi:

1.075 nella Provincia di Bari;

335 nella Provincia di Bat;

458 nella Provincia di Brindisi;

822 nella Provincia di Foggia;

443 nella Provincia di Lecce;

239 nella Provincia di Taranto;

26 attribuiti a residenti fuori regione;

11 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

in Distribuzione