Cantiere Civico, gruppo di opposizione a Palazzo Gallone, interviene sulle dimissioni del vicesindaco Andre Ciardo : " I cittadini hanno il diritto di conoscere quali sono i reali motivi della rottura”

 Il documento

Il vicesindaco di Tricase, Andrea Ciardo, ha annunciato le proprie dimissioni.

Ha affermato che non sussistono le condizioni per continuare a collaborare con il Sindaco De Donno, perchè si è incrinato il reciproco rapporto di fiducia. 

Pur rispettando la sensibilità personale di ognuno, a noi questa pare una semplificazione riduttiva. È carente e non accettabile per il ruolo che ricoprono i protagonisti.

È assente, infatti, ogni riferimento ai motivi dei dissidi. Questa mancanza deve essere colmata. I cittadini hanno il diritto di conoscere quali sono i reali motivi della rottura. Quelli che incidono sulla qualità della vita e riguardano il presente e il futuro della nostra comunità. Non sono difficili da individuare i motivi politici. Risiedono negli obiettivi e nei metodi di azione, che hanno progressivamente divaricato i rapporti tra i vari livelli del governo cittadino.

Per noi è stata, purtroppo, una conferma delle previsioni più negative.

È il frutto, perverso ma prevedibile, di una compagine elettorale mal composta, con sensibilità politiche contrapposte, assemblata senza una visione comune e con il solo obiettivo di vincere le elezioni (riuscito, peraltro, di stretta misura).

Ma governare bene è altra cosa!

Il Partito Democratico, di cui il vicesindaco è esponente, era il perno della coalizione, anche perché unico partito strutturato. Ora è chiamato a ridefinire la propria posizione in questo progetto politico-amministrativo, anche alla luce del nuovo corso impresso dalla segreteria Schlein.

Noi consiglieri di Cantiere Civico, che abbiamo condotto in questi anni un'azione di opposizione rigorosa, critica e senza pregiudizi, seguiamo con attenzione l'evolversi degli eventi. La città non può rimanere in balia dell'incertezza o, peggio ancora, paralizzata.

 

di Alessandro DISTANTE

La triste notizia della morte del giovanissimo Antonio Manno ha sconvolto la Città.

Quando tutti avevano organizzato il ponte del Primo Maggio, non solo e, forse, non tanto per festeggiare al festa del lavoro, quanto per godersi un lungo fine settimana finalmente primaverile, è giunta come una deflagrazione la notizia del drammatico incidente.

A quel punto, senza alcuna necessità di ordini dall’alto e di imposizioni, le iniziative sono state messe da parte, molti negozi hanno voluto chiudere e la gioia e la spensieratezza ha lasciato il posto ad amare riflessioni e ad una profonda tristezza.

Dal dolore collettivo è emerso, con forza, lo spessore profondo di una cultura della solidarietà, di una aggregazione di cittadini che si sente comunità, in un sentito rispetto di chi, specialmente se giovane, lascia la vita e vede svanire tutti i suoi sogni.

E’ questa, forse, la differenza tra un’organizzazione politico-amministrativa retta da regole e da comuni interessi ed una comunità che fonda il suo stare insieme su valori profondi che mettono al centro la persona e che, quindi, attribuiscono alla vita e alla morte i cardini sui quali tutto deve ruotare.

Il lutto cittadino non ha avuto bisogno di un ordine dall’alto; è stato spontaneo e dal basso perché una vera comunità non ha neppure necessità di norme e di sanzioni per chi le viola, ma si regge sul comune sentire autodisciplinandosi ed assumendo spontaneamente condotte condivise. Questi giorni ci hanno rimandato a ricordi dell’infanzia, quando, in occasione della morte di una persona, anche se anziana e destinata alla morte naturale, tutto il vicinato osservava il lutto: niente chiassi, niente TV, niente feste. Tutti partecipi del dolore che aveva colpito il vicino. Era un segnale della dimensione del sentirsi comunità/famiglia.

In questi giorni, persino la cornice meteorologica ha pensato bene di farsi partecipe della tristezza collettiva: un cielo cupo con abbondanti scrosci di pioggia accompagnato da un vento che ha abbassato anche le temperature.

“Qui nessuno è senza radici” e –si potrebbe dire- parafrasando il poeta David Turoldo “Qui nessuno è solo”.

 

 

Pubblichiamo la reazione di Taylor Hackford alla notizia della scomparsa di Antonio Puccetto 

“ I am shocked and saddened. Puccetto was such an amazing Salentino original - a great painter and bold eccentric philosopher.  We saw him several months ago - he was working in Lecce - but I will forever remember him in his little stone railroad signal building in Tutino, his self-styled painting studio where he created his indelible art.”

“Sono scioccato e rattristato. Puccetto era uno straordinario originale salentino, un grande pittore e un audace filosofo eccentrico. Lo abbiamo visto diversi mesi fa lavorava a Lecce – ma lo ricorderò per sempre nel suo piccolo edificio in pietra della segnaletica ferroviaria a Tutino, il suo sedicente studio di pittura dove ha creato la sua arte indelebile” 

Taylor Hackford

Super Mario D’Aversa

Mario D’Aversa, come ha sempre detto pubblicamente, come ci tiene a dirlo sul nostro giornale: “A Palazzo Gallone, non funziona niente

Non ha uno sguardo affascinante… ma di certo il suo intuito gli permette di capire prima degli altri una situazione problematica…

E’ dotato di saggezza, che ha e rivela, nel comportamento, nel giudicare e nell’operare…

Potrebbe essere un buon consulente esterno per la Città di Tricase!

 

dalla pagina facebook di Andrea Ciardo

Care concittadine, cari concittadini,
queste parole per comunicarvi una decisione che - per chi mi conosce lo sa - è sofferta e ponderata: poco fa ho rassegnato le mie dimissioni da vicesindaco ed assessore della Città di Tricase.
Senso di responsabilità, passione e rispetto per le Istituzioni sono ciò che hanno mosso ogni mia azione, dal primo giorno da assessore - quando avevo 28 anni - ad oggi, che di anni ne ho 31.
Ho cercato ogni attimo di onorare la fiducia dei cittadini di Tricase, a mani nude e col cuore che batte, come mi è stato insegnato.
Lo farò anche oggi, mentre faccio un passo indietro per il bene della Città.
È venuto meno il rapporto fiduciario reciproco che mi lega al primo cittadino, e dunque la mia decisione non poteva essere altra.
Tante le diversità di vedute sul futuro, troppe le divisioni valoriali: un'incompatibilità che forse era già prevedibile, ma che ingenuamente pensavo di poter superare nell'interesse della Città.
In un contesto politico e amministrativo complesso, spesso caratterizzato da indifferenza, sordità e miopia politica, ho dato tutto me stesso per dimostrare che, nonostante tutto, l'importante era lavorare sodo per Tricase. Senza rimpianti e con abnegazione.
 
 
 
E con determinazione ho provato a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti, facendolo insieme a chi sa quanto sia importante il lavoro di squadra.
A partire dal personale dell'Ente - funzionari, dipendenti e Corpo di Polizia Locale - cui va il mio ringraziamento più grande.
Sono stato accolto come un figlio, un nipote, un fratello in alcuni casi. Non sarà stato facile sopportarmi ad ogni ora (soprattutto per qualcuno che comprenderà e sorriderà leggendo queste parole), nel mio girovagare fra atti e documenti, chiedendo indicazioni e invitando tutti a fare sempre più per giungere poi al risultato. A voi, che tanto mi avete dato, spero di aver lasciato traccia del mio passaggio.
Ogni giorno speso in Comune e fra le strade della Città, ho messo a disposizione la mia persona, il mio caratteraccio, le mie passioni, le mie competenze.
Ho dialogato con tutti, cercando di capire, studiare, immaginando soluzioni per i problemi, e progetti per cogliere le opportunità che si presentavano ai nostri occhi. Mai mi son sottratto al confronto, alla discussione, alle critiche.
E ogni singola critica mi ha spinto a far sempre più e, nei limiti delle mie capacità, sempre meglio.
Tutto quello che sono e che ho fatto di buono, poi, lo devo ai miei compagni di viaggio. Fra tutti Anna, FrancescoMinonne, Francesca, Giorgio, Gianluigi e tutti gli iscritti e militanti del Partito Democratico di Tricase: senza di voi ogni giorno speso per la comunità sarebbe stato vano perché non confortato dalla pluralità di idee, autentica ricchezza del Partito, e dalla comunione di intenti e valori.
La comunità da cui provengo e che amo, Caprarica, sappia che l'impegno è stato massimo. Mai dimenticare le proprie radici e lavorare per far crescere rigoglioso l'albero della socialità: questo è l'insegnamento che ho fatto mio da mio nonno e da mio padre, e spero di esserne stato all'altezza.
Ringrazio tutti i cittadini e le associazioni che mi hanno incontrato sulla propria strada, che con me hanno parlato, litigato, discusso, e si son confrontati. Non so se sarò mai in grado di restituirvi anche solo un po' di quanto mi avete trasmesso. Tricase è fortunata, perché può contare su una rete sociale così solida e viva.
Ringrazio i consiglieri comunali tutti, anche chi era su posizioni diverse dalle mie. Anche Cantiere Civico e Tricase, che fare?, sapendo che nella diversità di vedute si è potuto lavorare e costruire.
Dalle vostre esperienze, sollecitazioni, critiche e riflessioni ho potuto cogliere spunti di crescita, personale e politica. Vi ringrazio perché avete saputo "puntare" sulla mia "giovane irruenza". Anche quando ci si è confrontati duramente (diamine quante volte lo abbiamo fatto!) abbiamo discusso di temi e prospettive.
C'è la consapevolezza di non esser mai mancato quando la Città ha chiamato. Anche quando qualcuno s'è dimostrato assolutamente impreparato e si doveva recuperare, sotto ogni punto di vista.
Non mi dilungherò oltre, sapendo che il percorso politico non si esaurisce certamente con un'esperienza amministrativa.
L'ho sempre detto.
Oggi torno a casa con la schiena dritta.
Vedete, titoli o nomine assessorili servono a poco e niente se non "riempite" dall'impegno quotidiano e dalla Politica.
Perché la Politica è servizio. E lo è sempre, non solo durante una campagna elettorale o durante una consiliatura.
Ecco perché - da amministratore prima, da militante e cittadino ora - certamente non smetterò di impegnarmi.
L'ho fatto per anni, e continuo a farlo oggi. Semplicemente il cammino riprende in altro modo, scarpe nuove e si va.
Un ultimo pensiero va alla mia famiglia, ai miei amici più cari, alle persone che mi sono state veramente accanto: scusate se sono stato assente, se vi ho assillato con i miei "racconti", se mi avete sopportato nei momenti di sconforto.
Voi, più di chiunque, sapete quanto sia grande l'amore che provo per Tricase.
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