di Giuseppe R. PANICO
A volte, più che vivere in una penisola (Salento), propaggine di una penisola più grande e così bella(l’Italia) sembra di vivere su una zattera in balia delle onde create dalla cattiva politica; spesso per incompetenza, carenza di visione e opportunismo elettorale.
Sarà anche per questo, oltre che per il crescente svanire della civica responsabilità individuale, che, da un latosi va sempre meno alle urne e, dall’altro,ben poco si dibatte osi discute anche su argomenti di rilevante interesse paesano. Un malessere politico-culturale che affligge soprattutto i giovani, privati dalla scuola di educazione civica e spesso già in vena di trasferirsi altrove.
Ci si ferma al mero “rumoreggiare “, soprattutto per buche e voragini stradali, inondando anche i social con personali incompetenze e bulimia di apparire.
Con i partiti, degradati in gran parte a mere liste personali in lotta fra loro, la zattera galleggia e veleggia priva di timone e senza una rotta verso un approdo sicuro.
Se poi si aggiungono gli uragani della guerra, le burrasche geopolitiche e le ondate mafiose che condizionano, anche dando fuoco a tante auto, le politiche locali, il mare già mosso può diventare tempestoso. Nel nostro piccolo, non possiamo fare grandi cose se non cercare di sostenere almeno una economia paesana già in crisi per il mancato sviluppo delle marine e del turismo ed ora anche per la fine di quei bonus di Stato che, favorendo troppo il settore edilizio e chi ne ha approfittato, hanno svuotato ancor più le già vuote casse di Stato.
Certamente, se si fosse organizzato un referendum popolare per sondare la disponibilità di ogni cittadino a versare 2000 euro a testa(costo di tali bonus-compresi neonati e ultracentenari) per rifare tante facciate di case benestanti, seconde case, ville e condomini privati, ingigantire il malaffare, l’inflazione, la sfiducia verso la politica etc. la risposta sarebbe stata ben poco educata,con immediata rottamazione dei responsabili politici. Succede quando a determinate leggi, più o meno sane nei principio a parole, non fanno seguito efficaci norme applicative e la bulimia di consenso elettorale fa man bassasulle pubbliche finanze.
Sinistrati da tale politica, bisogna comunque porre riparo e salvaguardare l’onesta edilizia, che,già in crisinegli anniprima dei bonus e del virus, rischia a breve di tornarci. Necessità, dunque, di interventi decisivi anche a livello comunale;a maggior ragione in un comune costiero come il nostro che verso il mare e sulla costa ha tante potenzialità.
A leggere il recente libro “Patria senza mare” che evidenzia, testimonia e racconta il grave decadimento di quella che per secoliè stata l’Italia marittima, non possiamo che prendere atto che anche Tricase, almeno per il turismo, soffra gravemente di tale carenza enon solo per la perenne assenza di un PUG che indichi una rotta e che la politica locale da sempre promettee mai concretizza.
Riesaminare le osservazioni corali e motivate inviate al Comune da una quarantina di nostri tecnici(ingegneri, architetti, geometri) alla bozza di PUG, ammuffita da anni sul sito del Comune; definire con urgenza i piani particolareggiati previstiper le aree costiere da oltre mezzo secolo; rivedere il vigente Piano Coste, dimostratosi del tutto inefficace,potrebbero essere le prime efficaci mosse.
Potenziare i servizi alla nautica dei nostri due porti, realizzare una grande piscina di mare sul retro di Punta Cannone, potenziare i parcheggi ed i servizi costieri, ridefinire i vincoli e i limiti del Parco Otranto-Leuca (e boschetto di Tricase), sarebbero altre significative mosse. Il tutto nell’ambitodi un pubblico dibattito che, liberandoci dal peso delle inerzie e degli errori del passato, sappia alleggerirci il presente e schiarirci il futuro.
Ne beneficerebbe non solo l’attività edilizia (recupero abitativo-alberghiero del centro storico, nuove villette sulla costa e conseguente bonifica e/o riutilizzo di terreni circostantietc) ma ogni comparto economico e sociale. Compreso, attraverso più lavoro e le nuove attrattive residenziali e turistiche che ne deriverebbero, una minore immigrazione giovanile e un ringiovanimento dell’età media della popolazione,che, per età, sempre più si affollaverso ospedale, casa di Betania e… parco dei cipressi.
Un saggio proverbio dei nostri avi, quando anche verso il mare si navigava meglio e non su una “zattera” politica e si creavano servizi ed infrastrutture costiere, portuali e balneari, diceva “petra su petra osaparite”. Toglievano pietredai terreni agricoli per poi coltivarli e costruire muri a secco per recintarli e proteggerli.
La fonte economica puòanche cambiarenel tempo, ma la saggezza rimane eterna e sempre di aiuto. Non solo per edilizia e nuove opere pubbliche e private,ma anche per fare strade con migliore asfaltoeripulirci del “pietrame” politico e burocratico che sempre più affondala zattera che noi siamo.
di Alfredo SANAPO
Lucugnano batte Tricase 1 a 0.
La squadra mascherata de “ U Cutrubbu de Papa Caliazzu” si aggiudica l’ambito premio “ La masciata chiù beddha” dell’ultima edizione del Carnevale tricasino.
Dopo ore e ore di aereo, mesi e mesi di nave, giorni e giorni di carro in maschera, la vittoria ha un sapore storico, visto quant’è importante per un lucugnanese affermarsi nel suo capoluogo.
Per almeno un anno, la frazione si fregerà del titolo di campione in carica
Domenica, 26 febbraio 2023
AURISPA LIBELLULA (Serie A3 pallavolo maschile) Grande prova di carattere a Sorrento. L’Aurispa-Libellula supera i padroni di casa per 3 a 1. La classifica dice sesto posto - la zona playoff dista solo 4 punti. Domenica contro Aversa (settima in classifica). Palasport Tricase – Ore 18
VIRTUS TRICASE 1967 ( Serie C pallavolo maschile) Vittoria per 3 a 0 nel “derby” contro i cugini dell’ Aurispa Libellula. La gara si è disputata ieri. I rossoblù sono in testa alla classifica
FULGOR VOLLEY TRICASE ( Serie C pallavolo femminile). Sconfitta casalinga contro la capolista Monteroni per 0 a 3. La gara si è disputata ieri a Tricase
NEW POINT VIRTUS TRICASE (Prima divisione pallavolo femminile). Domenica alle ore 11 seconda giornata di ritorno. Gara interna contro Monteroni
ASD ATLETICO TRICASE (Calcio -Promozione) Momento no del Tricase calcio. I tifosi della gradinata est: “ Invitiamo l’attuale società, presieduta da Alfredo Stefanelli, a lasciare il titolo al Sindaco” . Ore 15 contro il Martina allo stadio San Vito
TRICASE (Calcio -Seconda Categoria) Altra sconfitta per i ragazzi di mister Desiderato. Ora occorre resettare e ripartire. Domenica a Soleto ore 15 .
Sabato, 25 febbraio 2023
di Pino GRECO
Un piccolo tappetino nero sembra che sia stato “asfaltato” per strada senza le dovute autorizzazioni. “Il Comune non ha mai rilasciato nessuna autorizzazione ad asfaltare quel piccolo tratto di strada. A breve partiranno gli accertamenti”, dichiara il Comandante della Polizia Locale di Tricase, la dottoressa Anna Grazia Bello.
Siamo sulla collinetta della Madonna di Fatima – in via Madonna di Fatima.
Un tappetino dalla lunghezza di circa 10 -12 metri - sarebbe stato realizzato senza le dovute autorizzazioni.
Una notizia che sta facendo anche il giro del web: “Per favore c’è qualcuno che riesce a darmi una spiegazione logica? E’ un tappetino di asfalto privato o è un intervento comunale?”
di Alessandro DISTANTE
La Città, in questi giorni, soffre per i divieti di transito su alcune strade; molte di esse, infatti, sono interessate dai lavori per l’installazione di impianti di videosorveglianza. “Era ora!”, dirà qulcuno. Bene ha fatto l’Amministrazione Comunale a montare questi impianti che, certamente, rendono più sicura e tranquilla l’intera Città.
Tutto ciò, allo stesso tempo, rende altrettanto evidente che la Città ha bisogno di protezione e che cerca sicurezza. E qui la problematica supera la sfera della politica locale e involge questioni che sono trasversali e profonde.
Un tempo, la sorveglianza era diffusa; se qualcuno sbagliava, specialmente se era un ragazzo o un adolescente, scattava quella sorveglianza di comunità. “Tocca te lu dicu: aggiu vistu figghiata ca’ non sa compurtatu filu bonu!”. “Grazie cummare ca me l’hai dittu, mo li stocco l’osse”.
Di tempo ne è passato e alla “sorveglianza di comunità” si è sostituita quella ipocritica o vigliacca riservatezza, stretta parente dell’omertà; ora, al rimprovero o alla segalazione della commare, non rimane altro che sostituire meccanismi freddi ed anonimi di macchine da presa che registrano tutto e tutti e magari, se non sono guaste, anche chi si comporta violando norme e regole del vivere civile, sempre che quelle condotte cadano sotto l’occhio vigile e instancabile, ma fisso, della telecamera.
La videosorveglianza si è resa necessaria anche per l’affievolirsi di quel Dio che ti vede (e ti punisce) che era dimensione essenziale in una società profondamente religiosa; certo, era una religiosità lontana dal Dio cristiano la cui divinità è un Padre buono e non un giustiziere, ma che certamente forgiava ad un autocontrollo che si sostanziava in una robusta coscienza personale e civica.
Era una coscienza che si traduceva in una buona educazione (altro termine desueto) che oggi, anche a causa dei cattivi maestri televisivi, ha lasciato il campo a quegli eccessi, a quelle bravate, a quelle imprese fatte per suscitare clamore e che alimentano un teppismo fine a se stesso.
Ecco perché l’installazione delle videocamere, se ci dà tranquillità, non ci deve fare stare tranquilli e pone, a tutti noi, una domanda di fondo: cosa si è fatto e cosa si può fare per passare dall’eterocontrollo all’autocontrollo?
Ben vengano quindi gli impianti di videosorveglianza ma, siccome non possono coprire tutto il territorio, è urgente affiancare la “sorveglianza di comunità” e, soprattutto, tornare a curare la formazione di coscienze autenticamente rette. Obiettivo? Guadagnare una vita veramente libera, senza bisogno di essere spiati e controllati.